Donne Medievali – di Chiara Frugoni
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
Donne Medievali. Sole, indomite, avventurose è un saggio di Chiara Frugoni edito da Il Mulino nel 2021.
Un tempo le donne erano discriminate
Portatrici della morte nel mondo per aver cedute alle lusinghe del serpente. Lussuriose, curiose, bisognose del “dovere di custodia” maschile.
Madri di un assassino, Caino, e di una vittima, Abele. E da quello vivo discendiamo tutti.
Colpevoli di essere donne, di aver contaminato l’umanità con quel marchio, quello del peccato originale, che grava su ogni neonato fino al sacramento del battesimo.
E non è tutto: pericolosamente e diabolicamente belle, ma fisicamente più più deboli.
Non possono combattere e nal lavoro dei campi, anche se si sfiniscono, per pregiudizio sono imperfette, adatte a figliare e basta, con dolore, s’indende, che la colpa di essere donne non la si sconta mai.
Che senso ha impartire alle Donne Medievali una cultura? Meglio lasciarle incapaci di leggere e scrivere, a limitare i danni che l’ustruzione potrebbe creare, rendendole libere di pensare e sbagliare.
Figlie, mogli, madri di un figlio maschio, solo da monache o da vedove conoscono un’affrancamento da un’infanzia perenne, e escono dalla vischiosità dell’ombra.
Del resto, non sono nemmeno facilmente definibili.
In una minuatura dell’Apocalisse di Sain Sever, in cui si descrive la conseguenza della seconda tromba, sotto ogni animale è scritto il nome che lo indentifica: per l’uomo non c’è bisogno di specificazioni, per la donna, a dir vero perfettamente riconoscibile, un bel “mulier” non glielo leva nessuno.
Ebbene sì. Menomale Maria ha esaltato il genere femminile, divenendo con il suo “sì”, madre di Cristo. Però proprio una donna comune non lo era, anzi era un unicum: nata senza colpa orginale, vergine prima e dopo il parto e ascesa in cielo senza corruzione del corpo.
Un modello impossibile da imitare, che condannava le donne ad un ulteriore biasimo: non c’è speranza di uguaglianza con l’uomo come figlia di Dio, ma c’è una sola possibilità di mortificazione nella espiazione dei peccati e soprattutto nel tacere, come suggerisce San Paolo.
Zitte, obbedienti e consapevoli di essere figlie di una poco di buono e riscattate da una Santa ritenuta, seppur a torto, una prostituta pentita.
Avete voluto la parità? Allora non lamentatevi.
Non erano certo tempi facili.
Per fortuna ora è tutto risolto.
A partire dal 1900 a cura di Georgers Duby e Michelle Perot viene pubblicata per Laterza una colonna straordinaria, lo scrivo senza ironia, intitolata Storia delle donne. Dall’Antichità al Novecento. E una storia degli uomini? Non ha senso, per quella basta la parola storia.
E lo stupro considerato un’offesa alla morale? E un 8 marzo e un 25 novembre dedicato alle donne? E il diritto di voto, di divorzio, di aborto? E la mingonna e i tacchi dopo il crepuscolo? E l’esserselo meritate? Ed essere pagate meno a parità di mansione svolta? E il,colloquio in cui ti chiedono se hai intenzione di fare un figlio a breve? E se hai più di un uomo sei una puttana? E se non hai relazioni sei una frigida zitella? E sei sei bella il posto lo hai avuto con i compromessi? E sei brutta vieni derisa? E sei sei vecchia, basta, devi tacere, la saggezza è per i patriarchi.
Ah, ma questi fatti riguardano altri tempi, risponderete.
Allora è il caso di contare le vittime di Femminicidio dell’anno in corso.
Abbiamo chiesto voce e parità che ci spettano in quanto persone, molte straordinariamente capaci, non pensavamo di farvi così paura da ucciderci ancora ancora, perfino con fuoco, acido e coltellate. Forse non siamo state chiare? Lo siamo state, da sempre. Donne Medievali incluse.
Niente scuse per gli uomini che non sono troppo innamorati: sono violenti e assassini e basta.
Voce alle donne, quindi. Ora e Finalmente.
Perchè acquistare il libro Donne Medievali?
Donne Medievali. Sole, indomite, avventurose di Chiara Frugoni è un capolavoro di ricerca bibliografica, analisi storica, antropologica, agiografica e bibliografica, riflessioni interdisciplinari in un contesto che spazia dal mito della Genesi ai nostri giorni, corredato da immagini di meravigliose opere d’arte, che si concentra sulla vita di Radegonda, Matilde di Canossa, la Papessa Giovanna, Christine De Pizan e Margherita Datini.
Non vi racconterò di queste ultime, famose nell’ombra delle donne del Medioevo, ma spesso non rispettando la verità di ciò che realmente furono. Furono tutte donne “sole”, senza la dustodia di un marito.
E poi? Scoprirete il resto. Buona, imperdibile, lettura.
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Sinossi
«Ma d’ongni chosa mi darei pace, pure che fosi chognosciuto la metà di quello ch’io fo»
Margherita Datini, lettera del 28 agosto 1398
Nella società medievale, guerriera e violenta, la presenza femminile rimane in ombra: le donne, per lo più analfabete e sottomesse, offese e abusate, a volte addirittura considerate specie a parte rispetto agli uomini, come gli animali, non hanno voce.
A meno di non essere obbligate al monastero, dove possono vivere in modo più dignitoso, imparando a leggere e scrivere.
Da dove viene tanta misoginia? Una volta affermatosi il celibato dei preti con Gregorio VII, ogni donna è una Eva tentatrice, non compagna dell’uomo ma incarnazione del peccato da cui fuggire.
Eppure, da questa folla negletta emergono alcune personalità eccezionali, capaci di rompere le barriere di un destino rigidamente segnato. Illuminate dalla finezza decifratoria di Chiara Frugoni, oltre che da un bellissimo corredo di immagini, incontriamole: sono monache e regine come Radegonda di Poitiers, scrittrici geniali come Christine de Pizan, personaggi leggendari come la papessa Giovanna, figure potenti come Matilde di Canossa, donne comuni ma talentuose come Margherita Datini.
Tutte hanno scontato con la solitudine il coraggio e la determinazione con cui hanno ricercato la piena realizzazione di sé.