Il corpo crudo di Valeria Bianchi Mian

Voce all’uomo

recensione a cura di Pier Bruno Cosso

 

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Il corpo crudo, di Valeria Bianchi Mian (Edizioni del capricorno, 2023) è tra le mie mani.

Mi precipito sulla prima pagina, perché io non giudico un libro dalla copertina ma dalle prime dieci righe. Leggo, decido che mi piacciono molto, ma ritorno un passo indietro, alla cover che era ipnotica, e non me ne ero accorto. Devo tornare da lei, dove il volto di un lupo mi scruta severo con uno sguardo verde fuoco.

Verde fuoco? Non esiste. Sì, è un verde fuoco sensoriale!

Ma sensoriale è tutto, in questo libro. A iniziare dal lupo che spadroneggia in tutti i capitoli. Lui è lì, minaccioso ma tenero, maestoso nel suo essere simbolico. Perché, cosa rappresenta?

Tanto, poco? Non c’è una regola fissa stabilita dall’autrice.

Quello che rappresenta ce lo deve mettere dentro il lettore: le sue fobie, la sua fame o la sua meravigliosa destrezza. Il lupo può essere ciò che sei tu in quel momento, e poi cambiare.

Valeria Bianchi Mian vuole che tu arrivi a lui. Per essere lupo, o per farti conquistare da lui.

Di che cosa tratta Il corpo crudo?

È un noir che rispetta le sacre regole del giallo. In teoria.

Perché si calza perfettamente nello stereotipo del genere come una mano nel suo guanto, ma poi prende il filo cronologico e lo attorciglia, lo gira intorno all’asse portante, lo ingarbuglia e magicamente lo dipana.

Così dal momento zero, quello della scoperta del delitto, la narrazione sale su un’altalena del tempo e ci gira introno per accerchiarlo.

Per avvicinarsi a piccoli passi, per cercare di capirlo, di capire se si può.

Questa corsa temporale avanti e indietro inizialmente sembra un gioco di specchi per raccontare come il mondo cambi prima e dopo il delitto. Due mondi messi li a specchiarsi, con le visioni deformate del noir.

In questo gioco l’autrice compie la magia di far scorrere la storia in linea retta, senza mai i sobbalzi di un raccontare seghettato. Giri pagina, cambi capitolo, e la storia va a destinazione con morbida consequenzialità, al di fuori del tempo che scandisce calendario e orologio. Torre di controllo: il tempo sulla rotta è sereno e alla fine del viaggio atterreremo.

Il viaggio nel noir di Valeria Bianchi Mian diventa in discesa, in discesa a spirale.
Inizia dalla prima pagina intorno a un giovane artista fotografo ucciso in maniera brutale, e apparentemente priva di qualunque logica omicida. Ma subito l’autrice fa un balzo a ritroso per introdurci nella sfera emotiva dell’ucciso. Ci racconta del suo vivere talmente intriso di narcisismo da farne un eroe cattivo. Quasi un lupo, anche lui, che sbranava moralmente le sue prede, e allora tanto vale.

Ma poi, il lupo ha una sua morale, che è sua e che è viva, anche se contraria alla nostra. Ci si confronta in un dubbio: da che parte sta il male?

Il corpo crudo è quello che esalta il lupo? O Il corpo crudo è il lupo stesso?

Non bastano indagini e analisi psicologiche per trovare uno standard morale. Non bastano, e si moltiplicano i personaggi, ognuno dentro le sue sfaccettature dai bordi sempre ben delineati, e ricchi di complessità.

Perché leggere Il corpo crudo?

Oltre che per il resto, anche per la nutrita folla di personaggi, così eterogenea, che entra in scena, si dibatte, si sbatte, vive e contribuisce a formare quell’immenso mosaico che lo compone.

Molto spesso la scrittura vince anche sulla storia, perché nell’ambiguo dualismo del show don’t tell, Valeria Bianchi Mian ci fa scorrere su una pista di metafore che accarezzano la scrittura, che oltre che raccontare sanno mostrare.

Lo spiegava benissimo Anton Cechov, e così la nostra autrice, parafrasandolo, ci racconta come la luna splende.

E se splende la luna, siamo adulti, lo sappiano, arrivano i lupi. E per fortuna.

 

Link d’acquisto

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SINOSSI

Chi ha ucciso il geniale e spudorato Bruno Sirio, alias Dio+, fotografo-artista di fama internazionale le cui opere, contese dai collezionisti, danno regolare scandalo sulla stampa specializzata e non?

E soprattutto chi, nella sua casa-studio torinese, ha voluto ammazzarlo in quel modo così efferato e simbolico? C’entra qualcuno della sua variegata «corte», costituita soprattutto da rappresentanti del «gentil sesso», usate e poi abbandonate dall’artista?

Oppure l’assassino va cercato altrove, magari nel fazioso ambiente dell’arte contemporanea?

Tanta brutalità nasconde un crimine passionale o dietro quella violenza c’è altro – interessi economici, invidie professionali, un odio patologico per il corpo di un genio che sfrutta i corpi delle sue «vittime» artistiche per esprimere la propria paranoica, oltraggiosa visione del mondo?

Un romanzo folgorante.

Un noir al femminile che è un viaggio alla radice delle nostre paure più ataviche. Nei recessi più inconfessabili del pensiero. Dove i confini tra normalità e psicopatologia sono tanto labili da annientare la distinzione tra mente umana e ferina.

Titolo: Il corpo crudo
Autore: Valeria Bianchi Mian
Editore: Edizioni del Capricorno, 2023