Hypnosis di Karen Coles
recensione di Antonella Spanò
Hypnosis è un romanzo storico di Karen Coles, ambientato nel 1906. Il libro è stato pubblicato da Neri Pozza nel 2022.
Di cosa tratta Hypnosis?
L’autrice narra la vicenda della giovane Maud, rinchiusa da cinque anni nel manicomio di Angelton, in Inghilterra, e sottoposta a cure a base di narcotici, somministrateli in dosi massicce, che fanno rimanere la paziente in uno stato di confusione mentale.
“È mattino. In punta di piedi, col volto schiacciato contro una fredda grata metallica, scruto un boschetto in lontananza – forse biancospini, con dietro una palude scura e tenebrosa, dove ci sono amanti con le membra intrecciate e cadaveri che marciscono sotto la superficie.
A volte, se guardo intensamente, riesco a immaginarmi libera là fuori, all’aria aperta, con l’erba sotto i piedi e il vento freddo che mi soffia sulla pelle. Non oggi, però. È impossibile concentrarsi con quelle dementi che si agitano rumorosamente nel reparto accanto”.
Maud non ricorda niente del proprio passato e non sa nemmeno quale sia il proprio nome, ma ha una paura folle del dottor Womack, che non esita a somministrarle l’alimentazione forzata e a tenere la donna rinchiusa al buio e tra i topi.
Le cose sono, però, destinate a cambiare, quando un nuovo medico prende servizio ad Angelton.
Si tratta del dottor Dimmond, il quale deve portare avanti all’interno dell’istituto i suoi studi sull’efficacia dell’ipnosi nelle amnesie post traumatiche e Maud è la candidata perfetta.
“Mi indica un angolo della stanza dove è appesa al muro una logora tenda beige. Davanti c’è una sedia e, più lontano, una fotocamera su un alto treppiede.
«Voglio farti una fotografia». Mi accompagna alla sedia. «Guarda nell’obbiettivo» dice, e scompare sotto un telo nero. Si accende un lampo di luce e la fotocamera esplode. Me l’aspettavo, eppure faccio un balzo sulla sedia. […] «Questa fotografia ti mostrerà come eri prima dell’ipnosi. Una volta completato il trattamento, ne faremo un’altra e vedremo la differenza». Sembra proprio sicuro del fatto che ci sarà una differenza”
Il dottor Dimmond rappresenta uno squarcio di luce nel buio fitto, ma le sue cure cominciano a risvegliare i ricordi sepolti nella mente. E quei ricordi non sono poi così belli!
Cominciano ad apparire prima volti familiari, poi una palude, una casa in rovina, personaggi grigi nell’aspetto e nell’animo, fughe, cadaveri, prigioni, ma su tutto emerge il volto di un uomo, che forse ha avuto un ruolo speciale.
Perchè leggere Hypnosis?
Hypnosis è un romanzo che combina la tragicità della follia, vera o presunta, con l’evoluzione degli studi psicologici e le affascinanti e inquietanti atmosfere gotiche.
Narrato con ritmo lento, crea nel lettore la giusta suspence e ne accentua la curiosità e l’interesse. L’autrice usa uno stile sofisticato, che riesce a mantenere nel dubbio fino alle ultime pagine, puntando sull’ambiguità dei personaggi e della ricostruzione del passato della protagonista, perché, come ammette lei stessa “c’è del marcio negli angoli bui della mia memoria, qualcosa che stilla veleno”.
Sta a chi legge scoprire quale sia il confine tra realtà e follia.
Punti di forza:
- Mancanza di una definizione netta tra realtà e sogno, scelta narrativa che mantiene quasi tutti i personaggi ambigui fino alla fine e suscita la curiosità del lettore
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Presenza di scene crude, che portano alla luce le violenze all’interno dei manicomi del primo Novecento e le cure approssimative
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Point Of View della paziente, con narrazione in prima persona, che permette al lettore una più semplice immedesimazione con la protagonista
Punti deboli:
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Alcuni punti della trama, riguardanti la storia della protagonista, risultano un po’ troppo contorti.
Link d’acquisto
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Sinossi
1906: Maud Lovell è rinchiusa nel Manicomio di Angelton da cinque anni.
Nella sua memoria ci sono solo quelli; dei ventidue anni che li hanno preceduti non ricorda nulla, non un volto, non un luogo familiare.
Non sa come è arrivata in quell’inferno in terra, non sa nulla di ciò che accade fuori di quelle mura fatiscenti. La sua mente è cosí instabile che non può fare a meno di ricorrere a gesti violenti; ha persino tentato di strangolare il dottor Womack.
O almeno è quello che le hanno detto.
Le sue giornate si susseguono avvolte in un torpore totale, che è pur sempre meglio degli incubi che bussano alla porta della notte.
Un giorno compare a Angelton il dottor Dimmond. Ha gli occhi buoni, diversi da quelli di Womack. Le giura che lei non è stata sempre cosí, sempre con la mente malata, lo sguardo offuscato. Le regala un quaderno e, addirittura, una matita con la punta.
Le dice che vorrebbe inaugurare una tecnica rivoluzionaria che prende il nome di ipnosi medica e che lei, una donna senza passato, è la candidata ideale per l’esperimento.
Maud si chiede perché non abbia scelto la disgraziata che ride tutto il tempo, o quell’altra che si crede l’amante del re. Ma accetta di sottoporsi alle sedute. Dimmond è l’unica luce in quel luogo di tenebra, dove la solitudine è la regola e i suoi unici compagni sono solo pensieri confusi e disperati.
Armato di un piccolo pendolo, il dottore va all’assalto dei muri che il cervello di Maud ha innalzato davanti al trauma, ed ecco che una vita che pare vissuta da un’altra persona emerge a frammenti, ondate di ricordi taglienti come schegge di vetro: il tragico incidente che ha causato la morte dei tre fratelli di Maud lasciandola senza un tetto né i mezzi per sostentarsi; la famiglia dell’eccentrico Mr Banville, che le ha offerto un lavoro e un rifugio, ma certo non la sicurezza…
Sono ricordi reali o il frutto di una mente alterata? O, addirittura, circostanze indotte da chi vuole mantenerla in silenzio? Un giorno, però, Maud ricorda finalmente ciò che le è stato fatto e nella sua mente affiora un unico, chiaro pensiero: il pensiero della vendetta.