Sembrava un british invece era un merdish

Voce alle Donne

Recensione di Emma Fenu

 

merdish

 

Sembrava un british invece era un merdish è un romanzo di Olivia Ninotti, neuroposichiatra infantile, edito da Scatole Parlanti nel  2022. 

 

Di cosa tratta Sembrava un british invece era un merdish?

Luna, una gatta scottish, viene scelta da una famiglia composta da padre, madre, entrambi neuropsichiatri, tre figli, una adolescente e due bambini, e una attempata persiana, per far parte della famiglia.

Lei è la voce narrante delle avventure del quotidiano degli umani, chiamati il bua e la bua (bipedi),  i bubbi, i ragazzi.

Luna si esprime in gattese, pensa, ma non formula parole; le sue teorie filosofiche svelano, poichè esito di una prospettiva esterna, le contraddizioni del mondo umano, le certezze e le confusioni di quello felino, che non osserva, giudica.

Stila un verbale, ovviamente interiore, sulla salute mentale dei suoi conquilini e anche nelle osservazioni più buffe anche, dove ridiamo anche noi sotto le vibrisse, ne emerge un quadro spietato, ma non cattivo, del genere umano, e non solo, di questa epoca storica di incomunicabilità, individualismo e mancanza di tempo per conoscersi.

E il merdish? L’ultimo arrivato: un cucciolo di british non proprio puro che scardinerà le già precare dinamiche di una famiglia della nostra razza, che consideriamo evoluta, e di quella felina più scaltra e più amorevole di quanto si possa pensare.

Se non hai un gatto è uno spasso, se lo hai sai che a volte ti guarda negli occhi e ti senti un merdish, anche se ti hanno insignito della corona di imperatore.

 

Ho voluto intervistare l’autrice di Sembrava un british invece era un merdish, Olivia Minotti, perchè al temine di un testo divertente, esilarante, intelligente e caustico volevo emergesse una riflessione profonda e un po’ gattese.

Perchè l’ironia polverizza gli stereotipi e una gatta che pensa come una professoressa di filosofia un filo squilibrata che ha sempre una “buona” parola per tutti è uno specchio deformante in cui ci ritroviamo a osservarci.

 

Come definiristi  la famiglia odierna? 

La famiglia occidentale oggi esce dagli schemi tradizionali del passato, quella tradizionale e basata sul rapporto coniugale: mamma, papà, figli.

La prima famiglia umana conosciuta è stata la Famiglia di Eulau, trovata in tomba in Sassonia risalente 4.600 anni fa. Sono i resti di un uomo, una donna (con una età stimata di circa trent’anni) e due bambini di circa 5 e 9 anni di vita, abbracciati tra di loro e il DNA ha confermato il rapporto di consanguineità.

Se oggi ci seppellissimo ancora così, gli archeologi del futuro troverebbero nelle tombe famiglie allargate composte da  ex (mariti/mogli; compagni/compagne) con relativi figli, da nonni, da tate storiche-spesso immigrate- con i figli a carico; famiglie monoparentali; famiglie senza figli; famiglie omogenitoriali; famiglie estese di amici con o senza figli..

Sicuramente in queste tombe immaginarie di oggi ci sarebbero seppelliti anche gli animali domestici, soprattutto cani e gatti che ormai sono quasi onnipresenti nella nostra società.

 

Quali sono le idiosincrasie di questo momento storico? 

Il punto vero è che negli ultimi trent’anni  e in modo esponenziale con la rivoluzione tecnologica ,con la crisi dei valori tradizionali ,dell’economia globale, del surriscaldamento globale e delle pandemie e, infine, con l’accesso immediato a beni di consumo e informazioni ..insomma con tutto l’avvento esplosivo della post modernità globalizzata ci sentiamo paradossalmente sempre più soli e incapaci di relazione.

Come mammiferi siamo animali sociali e geneticamente predisposti alla formazione di legami complessi.

In un mondo pazzo e iperveloce, anche il nostro modo di fare relazioni e quindi famiglia si dispiega in uno spettro variegato, a volte funzionale a volte disperato nel tentativo di non essere soli.

E anche gli animali domestici diventano parte di questo processo. Perchè come diceva Plutarco,

“La famiglia trasmette una forza e una solidarietà tenace”

 

L’ironia ci mette a nudo. Chi siamo diventati? 

Mi viene da rispondere come la bambina in Tolgo il Disturbo  che dice al nonno Vittorio Gassman:

“Non è che la mamma non mi capisce: mi capisce, e anch’io la capisco. Eppure non so ,non ci capiamo. Non so se capisci”.

Siamo diventati gli unici esseri al mondo dotati di linguaggio articolato e pensiero astratto che non sono in grado di comunicare decentemente tra loro.

La cosa può far ridere vista dall’esterno.

Se ce lo ricordassimo quando si è dentro alle dinamiche comunicative ,forse eviteremmo un sacco di disastri relazionali.

E nel mio Sembrava un british invece era un merdish cerco di passare questo messaggio cioè che bisogna imparare a osservarsi sempre dall’esterno, anche nel dolore e nella confusione.

Parola d’ordine: decentrarsi.

 

E se domani ti svegliassi gatta ne saresti felice?

Solo se mi svegliassi nell’Antico Egitto.

I gatti lì venivano adorati.

 

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Sembrava un British invece era un Merdish

 

Sinossi

Molte persone credono che il proprio animale domestico le osservi.

Ma quante, invece, sanno che il proprio gatto le sta giudicando e psicanalizzando?

Luna, la protagonista di questo romanzo, è una Gatta di razza Scottish Fold che si ritrova catapultata dalla gabbia del negozio di animali a una gabbia piena di individui e oggetti dove deve sottostare alle regole folli di una famiglia.

Oltre ai bambini, Luna dividerà il sovraffollatissimo appartamento con una Persiana affetta da vari problemi organici che soprannominerà Occhio di Sauron, fino all’arrivo di “coso”, un presunto British che sconvolgerà ancora di più i precari equilibri.

Titolo:  Sembrava un british invece era un merdish
Autore: Olivia Ninotti
Edizione: Scatole parlanti, 2022