Medea – di Christa Wolf

Voce alle donne

recensione di Emma Fenu

 

 

medea

Medea è un romanzo di Christa Wolf edito nel 1996 e giunto alla 15ma ristampa nel 2021 per i tascabili E/O.

Di cosa tratta Medea?

Conosciamo il mito di Medea raccontato da Eurpidide e ripreso da Seneca: la maga della Coclchide che, dopo aver tradito il padre Eete e ucciso il fratello, per consegnare a Giasone e agli Argonauti il Vello d’oro dalle straordinarie proprietà taumaturgiche.Giunto a Iolco lo zio di Giasone, Pelia, non mantiene la promessa di scambiare il Vello con il trono.

 Medea, allora, persuade le figlie di Pelia a ringiovanire il padre con un sortilegio che porterà alla morte di Pelia fatto a pezzi.

Costretti a lasciare Iolco, i due troveranno riparo a Corinto e si uniranno in matrimonio.

Il re della città, Creonte, dieci anni dopo, offre in sposa a Giasone la propria figlia: Medea, non accettando il tradimento, simula sottomissione, ma invia alla fanciulla una veste avvelenata che la ucciderà e, non paga di sangue, darà la morte ai suoi stessi figli per punire l’amato.

Se la Medea di Euripide è disperatamente umana, quella di Seneca è spietata e non attraversata da tormenti: uccide i figli sulla scena, davanti al pubblico attonito.

Ma se questa versione del mito rispondesse all’esigenza di trovare un capro espiatorio e questo fosse identificato, come spesso capita, in una donna ribelle, intelligente, seducente capace e arguta che diventa strega e mostro poiché non viene “custodita” e tenuta in casa, nel silenzio e nell’immobilità?

Ma se questa versione del mito ricalcasse le orme insanguinate di Lilith, Eva, Circe, Medusa e di ogni strega e di ogni pazza e di ogni innocente condannata?

Christa Wolf, rifacendosi alla versione di Apollonio Rodio e ai miti che precedevano l’opera di Euripide, ci racconta un’altra storia.

La storia di una lotta fra il matriarcato e gli antichi riti della Coclchide e il patriarcato e le crudeli del raziocinio greco, lotta che sfocia nella accusa infamante contro Medea, simbolo di un tempo e di un divino al femminile che si vuole dimenticare e calunniare, per assumere il potere della forza bruta.

I figli di Medea vengono lapidati, ma la colpa va su di lei.

Lei la straniera, lei la custode di arcani saperi trasmessi di madre in figlia, lei la donna. Lei l’altro, l’eclissi della Luna, il volto inquietante di Giano, il genio, la follia, l’intuito, la divinazione, il potere occulto delle viscere della Dea.

Perchè leggere Medea?

Dopo anni, Medea è un romanzo attuale non solo nei temi, ma anche nella struttura narrativa a voci multiple che si affidano a sorta di soliloqui che sfociano nel flusso di coscienza.

Nel romanzo della Wolf ci sono premesse storiche non accettate da tutti, ma è condivisibile l’analisi di un processo storico, antropologico e sociale che ha portato all’esclusione delle donne, all’inquisizione, alla condanna per isteria, alla lotta per la parità e perfino al femminicidio.

Medea, all’inizio della narrazione, nelle segrete del castello, scopre il segreto di Corinto: le ossa di una bambina uccisa, figlia del re, e la di lui moglie in stato vegetativo, come una statua che solo respira e forse soffre. Perchè il diritto di soffrire non glielo hanno tolto.

Una narrazione dura, estrema, fra le prime che diedero avvio a un movimento letterario che oggi è pienamente realizzato: quello di dare giustizia a chi il mito e la storia ha condannato perchè donna.

Voce alle donne, dunque. E finalmente.

 

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Sinossi

Nel romanzo di Christa Wolf, Medea è una donna forte e libera, una “maga” depositaria di un “sapere del corpo e della terra”

È questo “secondo sguardo” che le fa scoprire un orribile segreto nascosto nel sottosuolo del palazzo reale di Corinto.

Medea dovrà pagare per aver svelato il crimine su cui si fonda il potere. Non saprà né vorrà difendersi perché – dopo aver abbandonato la natia Colchide, anch’essa macchiata di sangue innocente – non ha più radici né ideali che la sostengano.

Dopo dieci anni da Cassandra, Christa Wolf torna al romanzo con Medea, ricorrendo come in quella felice occasione alla riscrittura radicale del mito.

La figura di Medea ci è stata consegnata da Euripide soprattutto come la madre che ha ucciso i propri figli, la violenza irrazionale contrapposta alla razionalità patriarcale della civiltà greca.

Christa Wolf ribalta questa versione con una vera e propria indagine riallacciandosi alle fonti antecedenti Euripide.

Titolo: Medea
Autore: Christa Wolf
Edizione: E/O 2021