Sestra di Fabio Burzagli

Voce all’uomo

Recensione a cura di Pier Bruno Cosso

Sestra - Fabio Burzagli - copertina

Sestra, di Fabio Burzagli, pubblicato da Edizioni il foglio nel 2022, è una storia ruvida caricata sopra le righe.
Ma poi si sviluppa tra le righe, tra i meandri della sensibilità, che si scuotono, si piegano, e si spezzano portando dolore.

Di che cosa tratta Sestra?

Di una ragazza dell’est che fa la vita nella nostra modernissima Toscana, prigioniera di una banda sanguinaria. Prigioniera della sua vita che ha svilito, svuotato, bruciato con l’acido della sopravvivenza in cattività.

Mi viene male scrivere puttana, che è un dispregiativo orribile. Ma lei lo dice di sé stessa ad ogni capitolo.

Perché? Forse per rendere clamorosamente evidente quel disagio senza uscita. Quel mestiere col sangue in bocca. Per le botte, per le umiliazioni, e perché si morsica il labbro per sentirlo direttamente, quel sangue. Magari non fa male perché non è più viva, oppure sostituisce le lacrime che non può, per il dolore di una speranza. Speranza che si accende disperata.

La speranza-disperata sembra un ossimoro, ma poi è una tortura senza fine che lampeggia in tutte le pagine.

Sestra, nella lingua madre della protagonista Taisya, vuol dire sorella, suora. E lei è sorella, della sorella, di altre prostitute, ma non di sé stessa. Sestra vuol dire anche suora, e quando nei giorni buoi le dicono che sembra tale, glielo sparano in faccia per sberleffo, per farle male, per farle male oltre.

Sestra, sorella anche del dolore. Però non è nostra sorella, no perché noi non ce la facciamo a camminare come lei dentro l’inferno. Taisya è una parte oscura di noi, ma non è noi. È la linea di confine che si sfiora, ma non si supera.
Il mondo oscuro va in scena, ma noi per salvarci non ci dobbiamo entrare. Lei prende le botte per scelta, e noi coltiviamo lo sdegno; per ogni volta che potevamo fare qualcosa e non abbiamo fatto niente. Per ogni volta che non ci avevamo pensato.

Fabio Burzagli ci racconta senza sconti che Taisya trascina la sua vita con le altre ragazze in un casolare squallido, isolato nelle campagne toscane.

Lei è una delle poche elette che ha il privilegio di poter stare nella camerata piccola. Così ha il grande vantaggio di potersi fare la doccia, di poter passeggiare dieci minuti nei viottoli vicini, controllata a vista, e di prostituirsi solo nelle feste private. Feste di ricchi inebetiti di cattiveria, con la morale a fari spenti che investe tutto quello che trova. Così alla cieca, senza più neanche il gusto.

Le altre della camerata grande invece devono andare a cercasi i clienti la notte per strada. Andare a camminare, come dicono gli aguzzini, per non farla sembrare una bestemmia. Ma anche le privilegiate, se sgarrano, vengono mandate a camminare, o pestate, o uccise.

Nelle pagine di Sestra il sangue scorre spesso.

Il rosso della vita fluisce per simboleggiare che la vita per loro non vale più niente. Sono prostitute, sono fantasmi già morti. Non importa se un giorno drammatico hanno scelto la strada, o sono state costrette con la forza.

Non cambia niente, adesso vengono uccise un po’ alla volta ogni girono. Ogni giorno un dolore, un’umiliazione, una ferita col sangue, un’idea di vita bruciata, annullata per sopravvivere. Sopravvivere o morie.

Ribellarsi? Può costare la vita. Ma nella camerata piccola arriva la sedicenne Anzhelika, col fuoco della ribellione. Ribellarsi con cieca ostinazione, perché vale più della vita.

Lei non vuole essere stuprata, né nel corpo, né nell’anima, e contamina Taisya. Con un vento di tempesta che riporta a galla i suoi demoni, che ora non si accontentano più del sangue morsicandosi il labro. Deve provare a cambiare, deve provare a dire basta. Anche pagando sangue.

La scrittura scorre sulle immagini. E poi salta, per buttarsi con foga nella scena successiva. Non c’è bisogno di riannodare proprio tutti i fili. Come si farebbe nel mondo normale. Qua siamo nelle tenebre, e il fraseggio ti ci tiene avvinghiati dentro, di più nella linea tratteggiata.

Perché leggere Sestra?

Per fuggire da un mondo pacificato. Per toccare l’orrore e restarne fuori. Perché oltre le nostre finestre, per strada, succede anche questo. Perché laggiù qualcuna non ne può più di sopravvivere come corpo senza anima. Ma fuggire è vivere, o morire?

Sestra, la sorella Sestra, sembra un Amleto dei giorni nostri sulla strada o nei locali notturni. Che che si dibatte per capire se ci voglia più coraggio a fuggire o a resistere.

Non anticipiamo la scelta finale, che comunque porta dolore, ma potremmo parafrasare che c’è del marcio in Toscana.

Link d’acquisto:https://www.ibs.it/sestra-libro-fabio-burzagli/e/9788876069284

SINOSSI

Un vecchio edificio, in parte diroccato, fra le colline dell’entroterra toscano, raggiungibile solo con una strada sterrata, nascosto nella macchia mediterranea.

Per Taisya e molte altre ragazze dell’est è il koljezh, il luogo dove rientrano dopo essere state portate a vendersi in strada, negli alberghi o nelle ville dell’Argentario dagli uomini di Evgenij Gresko.

Taisya ha poco più di vent’anni ed è una privilegiata.

Dorme nella camerata piccola, insieme a poche altre compagne, e si prostituisce nelle feste private, nei privé di club e discoteche. È arrivata dalla Bulgaria scegliendo questa strada per fuggire da una vita senza prospettive dopo aver perso i genitori, credendo – ma solo credendo – di sapere cosa l’attendeva. Manda quello che riesce alla sorella e alla nonna e questo le basta per andare avanti.

Questo, la sua passione per l’hip-hop e per le piante medicinali e l’amicizia di Mariia, splendida ragazza estone con un presente di dipendenza dal Fentanyl e un passato di violenze familiari.

Due le parole d’ordine di Taisya: obbedire e dimenticare.

Sono il cardine del fragile equilibrio e della corazza che ha costruito intorno a sé, strato dopo strato. Basta un evento per dare una spallata a tutte le certezze di Taisya: l’arrivo di Anzhelika, una ragazza di poco meno di sedici anni, una contessina – così vengono chiamate al koljezh le ragazze che sono state rapite o vendute contro la loro volontà – e un’eccezionale pole dancer.
Anzhelika cerca di ribellarsi in ogni modo, e sono proprio Mariia e Taisya a doverla convincere, con le buone o con le cattive, a partecipare ad una festa privata in una villa sul mare.

Ma la resistenza della ragazzina incrina le difese di Taisya: ogni abuso inflitto ad Anzhelika la rende più consapevole della sua vera situazione, ogni parola scambiata con lei le rende insopportabile la non-vita del koljezh.

Deve fare qualcosa. E deve farlo subito.

Titolo: Sestra
Autore: Fabio Burzagli
Edizioni: Il Foglio, 2022