Storia del figlio di Marie-Hélène Lafon
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
Storia del figlio è un romanzo di Marie-Hélène Lafon edito da Fazi nel 2022.
Di cosa tratta Storia del figlio?
Vi potrei raccontare una storia: Gabrielle, infermiera trasferita a Parigi, ha un figlio a trentasette anni, senza padre. Porta il bimbo, André, presso la sorella Helene, che lo accoglie come amatissimo pargolo dopo le sue figlie femminine.
Andrè ha due mamme, la zia, per tutto l’anno, e una che vede una settimana a Natale e due d’estate, con le magie fantasiche della moda e dei profumi della città, lontana dal ristorante – albergo della campagna degli zii e dal suo crescere bello, forte, amato, equilibrato.
E Andrè lo vediamo crescere, studiare, sposarsi, avere un figlio, un nipote e morire. Vivere da nella retta via, fino a conoscere vie che non conosciamo, a assorbire e diffonfere amore, rispetto, ricordi dolci di miele.
Lui: amato, desiderato.
Lui che da adulto viene a sapere chi è il suo vero padre, accorgendosi che è come se una voragine gli fosse rimasta dentro, in quel tripudio di petti morbidi e labbra soffici che lo hanno accolto, e avesse bisogno di vedere di chi era il seme, che colore aveva i capelli, come muoveva le mani, che sguardo teneva sul mondo.
Un piccolo segreto di famiglia che si snocciola nel secolo scorso, dove non avere un marito, un padre del proprio figlio e intrattenere relazioni sentimentali varie era argomento di conversazione.
Perché leggere Storia del figlio?
Perchè questa narrata è solo una gugliata nell’intreccio di vite, nomi, parole, profumi che si potrae per un secolo in una famiglia e inizia con un urlo di un bambino. E in un cimitero di lapidi finisce: vite lunghe o lunghissime e una sola di cinque anni: era un figlio.
Aveva i piedi nudi, quella terribile mattina di inizio secolo.
E quel dolore strisciante si insinua nelle crepe del vuoto, perché anche lui è “stato”.
Anche lui aveva capelli soffici e un percorso immaginato nella campagna dei nonni dove hai sempre dieci anni anche se sei un uomo maturo, un vecchio o un ricordo in quelle braccia di terra dove ogni storia ha inizio, nel correre delle generazioni, libere da segreti, dissetate di lacrime e limonate, imparantentate da amore.
Tutti figli. Tutti Figlio.
La struttura narrativa è straordinaria: i capitoli non si succedono in ordine cronologico, ma emotivo, dando al lettore un’informazione temporale o un dettaglio, ma soprattutto quello di cui ha bisogno. Un sapore, un odore, un amplesso, uno sguardo, una frase, uno spirare, un vagito.
Chi piange?
Il figlio. Nella culla di un secolo e di altri a venire.
Link d’acquisto
Sinossi
Una storia familiare che in Francia è diventata un caso editoriale da 200.000 copie vendute.
Marie-Hélène Lafon, grande scrittrice francese, arriva per la prima volta nelle librerie italiane con il suo capolavoro, vincitore del prestigioso premio Renaudot, campione di vendite, amato dai lettori e dalla critica.
Il figlio è André. La madre, Gabrielle. Il padre è sconosciuto. André viene cresciuto da Hélène, la sorella di Gabrielle, e suo marito: coccolatissimo, unico maschio fra le cugine, ogni estate ritrova “la madre”, misteriosa signora che ha scelto di vivere a Parigi e torna a trascorrere le vacanze in famiglia.
Questo è solo l’inizio della storia, o meglio è una parte, perché le vicende narrate in Storia del figlio coprono un arco lungo cent’anni, raccontando il prima e il dopo, indagando sui molti perché, spostando di volta in volta la lente su un personaggio e su un momento diverso: due bambini gemelli di Chanterelle a inizio Novecento, un irrequieto collegiale che conosce i primi turbamenti erotici, una donna sola in un appartamento parigino, un partigiano in cerca di suo padre e molti altri ancora.