Mia madre mi odia di Leyla Ziliotto

recensione di Antonella Spanò

madre odia
Mia madre mi odia è un libro autobiografico di Leyla Ziliotto, pubblicato dalla casa editrice teatina Tabula fati nel 2017.

Di cosa tratta Mia madre mi odia?

L’autrice racconta al lettore la complessa vicenda familiare, che tanto le ha segnato la crescita, e lo informa fin da subito, senza utilizzare alcun filtro e senza inutili giri di parole, sul tema su cui si focalizzerà la narrazione: il rapporto inesistente madre-figlia.
“Mia madre mi odia. Quando, a circa sedici anni, ho avuto coscienza di questa amara realtà, in qualche modo ho capito che tutta la mia vita sarebbe stata spesa a inseguirne il perché.
Una prospettiva che non mi piace e alla quale, tuttavia, non potrei sfuggire. Il mio destino è regolare i conti col passato, nonostante io abbia solo vent’anni”.

La madre in questione è Amira, donna di origini magrebine, di cui Marcello, tormentato da pensieri sul senso della vita, sulla mediocrità del vivere e sulla morte inevitabile, si invaghisce al primo sguardo. Il matrimonio viene celebrato in fretta, ma è l’inizio di un incubo familiare: violenza domestica, soprusi, dispetti, finzioni, opportunismo.

“Marcello, una volta aperto l’uscio di casa, venne sorpreso dalle nostre urla: belluine quelle di Amira, strazianti e imploranti le mie. Io stavo sotto, mentre lei mi percuoteva, ansimante per lo sforzo prolungato e dominata da una volontà sadica che la spingeva a sorridere, compiaciuta della sua ben riuscita ferocia”.

Dalle parole dell’autrice emerge un ritratto preciso di Amira, dettagliato in ogni sfumatura della sua personalità: una donna crudele, che non ha alcun istinto materno, che non vuole creare legami ed è assolutamente egocentrica e interessata solo a procurar danno agli altri, al solo scopo di ricavarne un tornaconto personale.

E l’aspetto più terribile di questa storia è che la donna gode nell’incutere sofferenza fisica e morale!
“Quello che le interessava nel rapporto perverso da lei imposto, era entrare costantemente in competizione con me, sua figlia. E non le bastava vincere, perché il suo obiettivo era quello di schiacciarmi, disintegrarmi, annientarmi”.
Leyla è cresciuta nel terrore che si prova nel veder una figura genitoriale imporsi sull’altra, non ha mai potuto provare nella sua stessa casa la sensazione di trovarsi in un porto sicuro, si è sentita rifiutata.
Non è stata aiutata, inoltre, dalle istituzioni preposte, che per tutto l’iter giudiziario, che ha seguito il divorzio e l’affidamento dei figli, sono state sedotte dalla sola convinzione che esistessero donne vittima di violenza da parte di mariti/ compagni.
“Eppure, anche se in TV nessuno mai ne parlava, io sapevo che esistevano donne stile Amira, che portavano all’esasperazione e mi rendevo conto che la violenza subita dagli uomini deve restare celata tra le mure domestiche, perché non risulta credibile”.

Perchè leggere Mia madre mi odia?

Leyla Ziliotto, che si definisce un’antifemminista, in questo libro usa un linguaggio diretto, crudo, con cui ci offre una prospettiva diversa sulla violenza domestica e sulla “favola” dell’istinto materno insito in ciascuna donna.
L’autrice mette a nudo la propria sofferenza ed esalta la libertà di pensiero, senza alcun tipo di condizionamento esterno.
È, pertanto, una lucida denuncia della “dittatura immorale degli stereotipi” e dell'”esterofilia militante insediata persino in menti in apparenza incorruttibili”, che si rivela anche una lettura complessa e un’esperienza emozionale molto intensa anche per chi si trova ad affrontare questo “viaggio” lungo poco più di 120 pagine.
Link d’acquisto

https://www.edizionitabulafati.it/miamadremiodia.htm

Sinossi

Nel settentrione d’Italia di fine anni ottanta, un matrimonio misto.

L’educato figlio di una famiglia piccolo borghese e un’avvenente, misteriosa nordafricana convolano a giuste nozze, ponendo così le premesse per una famiglia.

Tuttavia, la nascita dei figli pone subito il dilemma della scelta: quanta italianità e quanta africanità sarà loro consentita?

Dipendesse dalla madre, in una gara assurda fra culture e dispute famigliari, il trofeo spetterebbe al retaggio africano, ma ha fatto male i conti.

L’anaffettività, il narcisismo e il continuo sprezzo per l’italianità in tutte le sue forme congelano a tal punto il rapporto con la figlia, da far credere a quest’ultima di essere in costante pericolo e spingerla a cercare rifugio presso i nonni paterni, nel nido confortevole che la protegge dalle tempeste quotidiane di casa.

In un crescendo di dispetti crudeli, inganni e falsità, l’adolescenza della protagonista procede a scatti, fra inceppi e ostacoli.

Quella che è nata come una sensazione priva di contorni certi prende corpo e si mostra nella sua forma peggiore: un incubo lucido, una precarietà costante.

 

Titolo: Mia madre mi odia
Autore: Leyla Ziliotto, p
Edizione: Tabula fati, 2017