Le Messaggere di Magdala
di Margherita Pink
recensione di Elisabetta Calabrese
…Abbiamo il compito di sperimentare. Credo che sia il momento di credere un po’ di più nella nostra unicità
della nostra presenza qui.
Per comprendere un romanzo animico bisogna andare oltre le parole, oltre il messaggio.
Oltre la storia di Francesca.
Andare oltre e sperimentare, come suggerisce la nonna della ragazza.
Margherita Pink, nel suo primo romanzo, Le Messaggere di Magdala, edito da Liberodiscrivere nel 2017, lascia fluire semplicemente, mediante le visioni delle protagoniste, ciò che lei sente, sogna e vede.
Ciò che attira per primo il lettore, credo, sia la copertina del libro.
Per me lo è stato. Vi invito perciò a seguirmi per percorrere insieme il labirinto con la rosa a sei petali.
Il labirinto è una metafora di in viaggio spirituale come potente mezzo di trasformazione.
L’incamminarsi placa la mente e apre l’anima.
Giungere al centro, nella rosetta, spesso chiamata così, significa raggiungere l’illuminazione spirituale.
I labirinti generalmente hanno una pianta circolare con un sentiero aggrovigliato e una destinazione precisa.
L’immagine del libro mi ha ricordato quello della cattedrale gotica di Chartres, in Francia.
Francesca ascolta la voce, nell’orecchio sinistro, come spesso accade chi ha il dono della chiaroudienza; sono messaggi dal mondo spirituale. Non l’ha scelto lei ma la ragazza impara ad ascoltare.
E lo capisce fin da subito, all’età di dieci anni, durante la sua festa di compleanno. Lo confida alla sua migliore amica Gioia,
che accoglie la notizia con trasporto. Le due amiche, legate da un probabile rapporto antico di altre vite vissute, condividono tutto.
Inizia così il viaggio all’interno del labirinto della nostra protagonista.
La Via è lì dinanzi a lei e sembrerebbe semplice giungere al centro fin dall’inizio ma non è così, e lei lo sa bene. Basterebbe un salto ma ciò è impossibile in quanto il sentiero va percorso, affinché la trasformazione sia realizzabile.
“Me la devo fare io, la mia strada” risponde Francesca all’amica mentre in un abbraccio suggellano la promessa di accompagnarsi.
Dice di chiamarsi Magdala, la voce.
Lascia messaggi anche nei sogni: “Finalmente ci siamo riunite”.
Un libro rosso, tenuto tra le mani di una figura celestiale dalla veste rossa e il mantello blu, diventa dapprima una colomba e poi un bambino che viene passato tra le braccia di donne sopraggiunte.
Un cerchio di sorelle dagli abiti bianchi.
Un rito, una benedizione da parte di Magdala.
Il riferimento a Maria Maddalena è evidente fin dall’inizio del romanzo.
Il sogno della protagonista mi rapisce.
La descrizione dell’apostola degli apostoli è nelle mie corde animiche, perché vibro leggendole. Sembra di vederla nella sua luminosa bellezza.
Comprendo allora dove vuole accompagnarci la scrittrice attraverso i messaggi e la sua prima messaggera.
Un processo evolutivo. Della protagonista, del lettore e, presumo, della stessa scrittrice.
Una meta chiara dall’inizio.
La rosa dell’Illuminazione, dello Spirito Santo, della Sophia. Di Maria Maddalena, l’altra metà del Cristo.
“L’uomo del nostro tempo ha bisogno di connettersi con lo spirito e con un nucleo di emozioni che rendano
la sua esistenza gioiosa e piena, e facciano della sua vita un mistero da svelare” Harold Stone
Mi incammino sempre di più nel libro-labirinto.
Ma non sono sola.
Sono insieme a Francesca, a Gioia e poi alla nonna della protagonista. Anche lei ha il dono, come la nipote.
Ci sono solo donne nel romanzo di Margherita Pink ma non è un caso.
Donne che si incontrano durante il cammino e decidono di percorrerlo insieme. Addirittura i sogni diventano estensioni comuni. Nonostante venga riconosciuto che ognuna fa il suo e trova in esso il potere personale.
“Io credo che abbiamo vissuto molte vite e che in qualche modo siamo interconnessi: in passato penso che
siamo stati tutti vittime e carnefici e che siamo passati in quasi tutti posti della Terra…
…Penso che ci sia un progetto più ampio e che noi, in maniera cosciente, in un altro tempo e spazio abbiamo
deciso di farne parte e che Magdala sia la nostra guida”
Il cammino diventa sempre più interessante nelle volute del romanzo di Margherita Pink.
Senza colpi di scena, sia chiaro. Perché quando si decide di percorrere qualcosa bisogna essere pronti al cambiamento. Succede nella storia ma anche nella vita di chi decide di ascoltare.
La realtà delle cose è data dalla circolarità con cui ci muoviamo all’interno delle situazioni, dove è possibile osservarla e allo stesso
tempo crearla.
Il labirinto è la perfetta metafora.
Le risposte arrivano strada facendo, per le nostre protagoniste. Le messaggere aumentano di numero. Il cerchio si allarga.
L’autrice, attraverso il suo sentire e le sue conoscenze, utilizza strumenti utili ad ampliare la charoveggenza delle protagoniste. E nonostante potrebbero non essere condivisi dal lettore, i messaggi canalizzati sono unici e belli.
Anche i simboli che compaiono durante la lettura sono riconducibili al centro. Quasi come indicazioni
stradali.
In realtà sono segnali di un movimento nuovo, in un mondo spesso brutto, che ha voglia di mettersi in luce con determinata dolcezza.
“Affinché si crei una rete di diffusione d’amore che copri la Terra per intero.”
Tutte le messaggere della Pink sono protette da Magdala, anche nelle difficoltà. Tornano con messaggi dopo un coma. Entrano in contatto tra loro nonostante le distanze. Sono tutte collegate da un’immensa energia e hanno il compito di aiutare a portare alla luce cose fantastiche dimenticate.
Infine, si giunge al centro assieme alle protagoniste. E si intuisce che è l’ora.
L’ora del risveglio.
“Scova la tua persona interiore,
è sigillata dentro la tua figura
è come un fiore che si deve ancora scoprire
…
Dentro c’è un immenso tesoro lo puoi usare è tuo.
Rilassa le membra e respirati, dolcemente duttile sarai
Percepirai il sonno nel quale sei stato
e sarai risvegliato dal torpore sul quale ti eri adagiato.”
Un romanzo, quello di Margherita Pink, per l’anima.
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Sinossi
Francesca è un canale aperto, lei può sentire ciò che ad altri non è dato di udire, non ha paura di Magdala, ma si sente confusa e vorrebbe una vita normale.
Cosa è poi mai questa fantomatica normalità? Dove finisce la realtà e comincia la fantasia?
Con l’amica Gioia, scoprono di avere un compito molto importante, che è stato affidato loro da un’altra dimensione.
Crederci permette di compiere un salto quantico.