“L’innocente” di Alison Weir

Recensione di Chiara Minutillo

innocente

Sento una vocina in fondo alla mia mente. Credere che il pane e il vino diventino realmente il corpo e il sangue di Nostro Signore durante la messa non è razionale. É e un atto di fede. Sarebbe molto più sensato considerare questi elementi simbolici, no? Chi sa per certo quale sia la verità? Chi può avere l’ardire di stabilire chi ha ragione e chi ha torto? Mi tiro su. Sono terrorizzata dalla direzione che stanno prendendo i miei pensieri. Sono in bilico sull’orlo dell’eresia. Se dovessi dar voce alle mie riflessioni, potrei trovarmi anch’io incatenata a un palo al centro di Smithfield. Tuttavia, adesso si è radicata in me la convinzione che il miracolo della messa, come viene chiamato, vada contro ogni logica, come le favole e le leggende che mi raccontavano quando ero più piccola. Eppure le persone sono costrette a crederci. Se osano dire il contrario, sono condannate a soffrire come Anne Askew.

Sono gracile e delicata. Il mio corpo mi tradisce spesso, portandomi sull’orlo della morte. Ma io non mi lascio andare. La mia forza risiede nella mia mente. E nella mia fede.

Giovane, inesperta, debole.

Questo molti pensano di me, ma tanti altri ammirano la mia intelligenza. Sono sempre stata riflessiva. Possiedo innatamente un forte senso di giustizia.

Sono imparentata con il re, è il mio prozio. Mi sento fortunata: ho ricevuto un’istruzione che a poche ragazze é concessa. Nel mio caso era necessario possederla, affinché i miei genitori potessero usarmi per i loro scopi. Ma la linea di discendenza da cui provengo é stata anche una condanna.

Mi chiamo Jane Grey, sono stata regina d’Inghilterra per nove giorni.

Ero giovane, troppo giovane, quando sono stata costretta a scegliere tra la fede e la vita. Questa é la mia storia. La storia di un’innocente.

La sua fede mi fa provare vergogna. Finora non mi ero mai soffermata a riflettere profondamente sul significato della messa, e ho la terribile sensazione che dopo oggi non la penserò più allo stesso modo. Naturalmente, se un essere umano è pronto a sopportare una morte tanto orrenda, deve avere una fede per cui valga la pena morire, giusto? Ma io non sono fatta della stessa pasta dei martiri. Non credo che avrei mai il coraggio di Anne, né una fede forte come la sua, se mai mi venisse chiesto di dichiarare e difendere le mie idee.

“L’innocente” é un’opera della scrittrice inglese Alison Weir. Conosciuta più per i suoi saggi, concernenti principalmente il periodo Tudor, Alison Weir ha deciso di debuttare nel mondo romanzesco con la biografia di una donna che gli storici hanno sottovalutato. Una giovane donna la cui vita é stata sepolta dalle ombre della Storia.

Un’innocente che chiede semplicemente di essere ascoltata.

“L’innocente” é un racconto storicamente preciso, fluido nella narrazione. Leggendolo, vediamo la piccola Jane crescere, farsi una donna, umile, modesta, sprezzante della vita lussuosa di corte. Udiamo la sua voce e quella delle dame a lei vicine: la madre, la balia, la regina Caterina Parr, ultima moglie di Enrico VIII, Maria Tudor, futura regina d’Inghilterra. Le sentiamo parlare di Lady Jane, della sua venuta al mondo in una società religiosamente divisa, dove manifestare le proprie idee era pericoloso. 

“L’innocente” é la storia di Lady Jane, vittima di intrighi e complotti volti a metterla sul trono.

É un romanzo in cui ci si immerge totalmente e da cui diventa difficile staccarsi. Si odiano e si amano i personaggi, delineati con cura. Protagonisti di un lontano passato diventano reali, umani, per tutto il tempo della lettura. Con loro ci adiriamo e speriamo, gioiamo e piangiamo. E resta anche un po’ di amaro in bocca quando una storia nella Storia si chiude per sempre.

Questa giornata mi ha lasciato molte cose su cui pensare, cose essenziali per il mio benessere spirituale e, se prima ero disposta a accettare certi insegnamenti, adesso sono piena di dubbi. Posso solo trarre conforto dalla certezza che Dio conosca i segreti di ogni singolo cuore, e dalla speranza che verrà il giorno in cui uomini e donne potranno proclamare apertamente e senza paura ciò in cui credono.

Sinossi

Inghilterra, 1554: Jane Grey, sovrana per appena nove giorni, si aggira nella dimora di Master Partridge, il carceriere della Torre di Londra. In quell’edificio che si affaccia sulla Tower Green, dove fu giustiziata anni prima Anna Bolena, è tenuta prigioniera insieme alle sue dame di compagnia, dopo essere stata giudicata colpevole di alto tradimento e condannata, poco più che sedicenne, a essere bruciata viva a Tower Hill, o decapitata, secondo il volere della regina Maria.

Ha un’unica possibilità per salvarsi, stando almeno alla promessa dell’anziano abate di Westminster: se abiurerà la fede riformata, Maria Tudor, da poco impossessatasi del trono con la ferma intenzione di restaurare nel regno la religione cattolica, le concederà la grazia. Lady Jane, tuttavia, è pronta a riconoscere le sue colpe – aver indossato una corona non sua e avere, così, permesso che il suo cuore e la sua volontà fossero influenzati dalle brame di potere altrui -, ma non può tradire il proprio credo e barattare la vita eterna con quella terrena.

Sono anni difficili quelli che precedono il tragico esito della giovane vita di Jane Grey. Tra la fine del regno di Enrico VIII e l’avvento di Elisabetta I le tensioni tra cattolici e protestanti, a lungo sopite, esplodono, e il loro scontro si consuma alla luce dei roghi degli eretici; la Corona è al centro di una fitta rete di intrighi, accordi sotterranei e inaspettati tradimenti…

Titolo: L’innocente

Autore: Alison Weir

Editore: Beat

Anno: 2015

Pagine: 432

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