Mamma Natale. Racconti di scrittrici tra Otto e Novecento.

Recensione di Romina Angelici

MAMMA NATALE – RACCONTI DI SCRITTRICI TRA OTTO E NOVECENTO

Si tratta di un’antologia tutta al femminile, firmata da autrici che ci regalano il loro dono più prezioso, quello della scrittura. Ciascun racconto reca di ognuna le caratteristiche inconfondibili e mostra come i loro occhi vedono e il loro cuore vive il Natale, dal modo più crudo a quello più poetico. Otto racconti cui si va ad aggiungere una preziosa appendice costituita dalla cartolina di Beatrix Potter (purtroppo, poco illustrata).

Otto modi di narrare i tanti significati del Natale: storie, spaccati di vita quotidiana, tradizioni e usanze, recando impresse le cifre stilistiche o descrittive di ognuna di loro a distinguerle e identificarle. Louisa May Alcott applica alla vecchia cavalla Rosa l’antica leggenda per cui la vigilia di Natale gli animali riacquistano per una notte l’uso della parola e ne “Il racconto di Rosa” ripercorre le alterne vicende che ha attraversato, dagli onori delle corse vinte quando era agile e giovane al rovesciamento di sorte in seguito a un incidente che la rende dipendente e bisognosa delle cure altrui: una parodia dell’esistenza umana?

Rosa vive come una donna indipendente, nel suo grande box e ha a disposizione un cortile privato che dà su un lato soleggiato del fienile. A occuparsi di lei ci pensa un gentile stalliere, e quando ha voglia di compagnia c’è la crema della società del luogo. Cos’altro potrebbe desiderare un cavallo giudizioso?

Un intento ancora più edificante si ripropone Elizabeth Gaskell con “Il cuore di John Middleton”: un ragazzo destinato, per tara ereditaria, a diventare un fuorilegge e redento dall’amore salvifico di una donna di fede. Ogni dualismo, che potrebbe degenerare in contrapposizione e ambiguità, viene risolto nell’ottica di una prospettiva evangelica di trionfo del Bene. Le scrittrici italiane si riconoscono all’interno di questa antologia per il loro crudo realismo e la concisione espositiva. Nella nicchia scavata dalla loro prosa asciutta e disadorna rappresentano il Natale dei miseri e dei semplici che si sforzano partecipare al messaggio gaudioso della Lieta Novella.

Lo fa con maggiore ironia “cittadina” la Marchesa Colombi che intitola il suo brano con un detto popolare che è tutto un programma: “Chi prima non pensa in ultimo sospira” e lascia il lettore a constatare l’inutilità delle recriminazioni sul passato.

Nella sua vita galante e senza pensieri, non aveva trovavo, come la nonna, tante gioie, da fargli dimenticare quell’una perduta.

E la cantilena del suo amaro pentimento: “Ah se avessi sposato Anna!”, accompagna il signor Loreni fino al suo freddo e inesorabile declino solitario. Il vero cuore pulsante del volume Mamma Natale è costituito dal racconto di Selma Lagerlof che racchiude l’incanto di questa festa ne “Il libro di Natale” visto con gli occhi di una bambina che desidera più di ogni altra cosa ricevere in regalo un libro. Esso diventa simbolo dell’affrancamento culturale della donna e veicolo di pura gioia:

Bisogna sapere che a Marbacka, la Vigilia di Natale c’è la consuetudine che, quando si va a dormire, si ha il permesso di portarsi accanto al letto un tavolino, di mettervi sopra una candela e poi di leggere quanto si vuole. E questa è la gioia di tutte le gioie del Natale. Niente è paragonabile al piacere di starsene là, sdraiati con un bel libro avuto in regalo, un libro che non si è ancora visto e che nessun altro in casa conosce, e sapere che lo si può leggere, pagina per pagina, fino a quando non si riesce più a stare svegli.

 

Questa raccolta non ha scadenza, Natale è stata l’occasione di dare voce a scrittrici che rimangono preziose e impareggiabili.

Mamma Natale. Racconti di scrittrici tra Otto e Novecento – sinossi
Raccontano il Natale otto scrittrici che si inseriscono, tra Ottocento e Novecento, nel dibattito culturale e letterario del proprio tempo: dall’Italia abbiamo Serao, Marchesa Colombi, Deledda, Messina e dal contesto mondiale Gaskell, Pardo Bazán, Lagerlöf, Alcott. Tra queste compare, come extra bonus, una cartolina natalizia di Beatrix Potter.
Tutte firme testimoni di un mutamento nell’industria editoriale, che vede l’incremento del pubblico e delle occasioni di lettura. Queste scrittrici si fanno interpreti della realtà della loro regione, delle tradizioni di ogni singolo Paese e raffigurano bambini e anziani, padri e figli nel complesso tessuto dei rapporti familiari. I loro racconti di Natale offrono uno sguardo sui percorsi che i personaggi compiono verso una revisione della propria vita. 
 
La storia può svolgersi nell’arco della giornata natalizia o lungo un iter più esteso, che in quella giornata trova scioglimento, perché è l’unico spazio narrativo in cui è naturale il superamento dei conflitti sociali e psicologici: compete al Natale la percezione del bene, la realizzazione di azioni sostenute dai buoni sentimenti. E l’inverno favorisce una più acuta riflessione: evoca la ricerca di calore, ma anche il suo contrario – una presa di coscienza sull’assenza degli affetti, sul senso di esclusione dalla comunità.
 
A cura di Laura Chiara Spinelli
Titolo: Mamma Natale
Autore: Racconti scrittrici tra Otto e Novecento
Editore: Edizioni Croce

http://www.edizionicroce.com/libro.asp?idlibro=821