“Cuore d’angelo” di Gabriella Raimondi

 

Marzia sentiva battere il cuore dentro al petto. Seguiva il ritmo vivo e regolare. Il suo, era un cuore vivo di un corpo ormai morto. Il cuore di un’altra persona.
«Sono felice di essere rinata, ma la mia vita è costata la morte di qualcun altro. Non è stata colpa mia», disse.
Marzia pensava alla famiglia, al marito di quella ragazza giovane morta in circostanze improvvise. Incidente? Malattia? No, suicidio.
Come un angelo senza ali era volata dal quinto piano.
Il corpo, quasi senza vita, trasportato in ospedale. I familiari accettarono l’espianto pur di far continuare a battere il cuore fragile della giovane figlia.
Certamente soffriva. Non voleva più vivere in quel corpo, in quell’anima. Chissà, se nel momento in cui si è lanciata, ha avuto un attimo di ripensamento.
Forse non voleva più morire. Ma il destino oppure il caso ha fatto sì che quel cuore trovasse vita nel corpo di Marzia.
Una nuova identità, una nuova anima, una nuova vita per un cuore che, nonostante tutto, ha preferito rimanere vivo.