L’ULTIMO ARCOBALENO – di Gabriella Raimondi

Recensione di Serena Savarelli

l'ultimo arcobaleno

Gabriella Raimondi dedica L’ultimo arcobaleno a coloro che hanno fatto la storia e hanno creduto che la fortuna fosse altrove dalla propria terra d’origine.

A tutti gli antenati dimenticati

Tra il 1861 e il 1985 dall’Italia sono partiti quasi 30 milioni di emigranti. A inizio Novecento la maggioranza degli emigrati italiani, partì durante la cosiddetta “grande emigrazione”.

È ciò che vivono anche ai personaggi del romanzo di Gabriella Raimondi. Tutti richiamati dalla propria avventura che non iniziava mai con tutta la famiglia: quasi sempre, infatti, l’emigrazione era programmata come temporanea e chi partiva era di solito un maschio solo. Viaggi della speranza, verso paesi che accoglievano con gli stessi pregiudizi di oggi.
La protagonista di questa storia è Kalista Landolina Kent, o semplicemente Kally; nelle prime pagine la ritroviamo in Italia, di fronte alla villa ottocentesca, immersa nei campi della Pianura Padana, dopo aver lasciato l’America.

Respiro l’odore di vuoto di una casa desolata che un tempo era piena di vita. La mia mente si riempie di ricordi vissuti indirettamente attraverso i racconti di famiglia. Questo è il posto dove tutto è cominciato.

Kally intuisce da subito di essere semplici anelli di una catena di generazioni e, come il lettore, anche lei si trova immersa all’improvviso in una storia: quella delle sue origini antiche.
Il racconto comincia da una famiglia numerosa che ha preso vita tra le risaie, per poi disperdersi nel mondo. Ciò che resta è una casa che riesce a riunire i dispersi e a loro raccontare le vicende di chi ha vissuto prima di loro.
La villa appare in fondo al viale di tigli in fiore. È una grande proprietà appartenuta al Conte Federico Landriani Della Torre nel 1899, gestita da Palmiro Ferri, un giovane forte e corpulento capo fattore.
Kally la vede per la prima volta nel 2010, quando una multinazionale progetta di trasformarla in un grande centro commerciale. Per riuscire in questo intento, la Sino-Cosmo Company ha bisogno di tutte le firme dei successori viventi del capostipite Palmiro Ferri, marito di Luccia, conosciuta quando era una giovane mondina.
Per Kally questa è anche l’occasione di conoscere dal vivo ciò che resta della sua famiglia: Paul Landolina, figlio americano dello zio Luigi, Ivo Ferri e Anita Ferri Santos, nipoti del prozio Tarcisio, provenienti dal Brasile e le due sorelle gemelle, figlie del prozio Arcangelo Ferri, che dopo aver vissuto per molto in tempo in Libia, ora abitavano in Sicilia con la madre Antonia.

Kally scopre, dal notaio, che ci sarebbe anche l’unica prozia, ancora in vita, la Madre Superiora suor Cherubina, la figlia più giovane dei Ferri, da piccola chiamata Elvana, che vive in un convento al confine con la Svizzera.
Kally è una musicista, moglie di John Kent, un famoso sassofonista in tutta la East Coast degli Stati Uniti. Insieme sono un duo che, grazie alla loro musica, aveva venduto milioni di dischi.
Il viaggio inaspettato in Italia aveva trovato il disappunto di John, perché il loro tour era in procinto di iniziare. Ma Kally si era sentita attratta da quel ritorno alla sua terra di origine, un paese sconosciuto, così come gran parte dei suoi antenati.

Era cresciuta sentendosi ripetere la frase: La terra d’origine è bella solamente perché è lontana. Eppure, vedere la casa dove era nata sua nonna, le stava facendo provare emozioni forti, quasi prorompenti.

A questo punto, il romanzo L’ultimo arcobaleno, alterna presente e passato, in un saltellante girotondo tra la vita di una volta e la consapevolezza dei personaggi di oggi, che tornano ad afferrare i ricordi antichi come fossero tasselli di un mosaico del quale fanno parte anche le loro vite.

Ciò che accomunava la gente del Borgo delle Risaie era certamente la povertà, ma anche la solidarietà di chi lavorava 10 ore al giorno per dare una sicurezza alla famiglia e un piatto caldo in tavola.

Al Borgo la vita era dura, ma non mancava l’essenziale. Nonostante ciò, più i figli di Palmiro e Luccia crescevano, più s’instaurava in loro il desiderio di far fortuna altrove.

«Notaio Antonini, questa non è una decisione da prendere con leggerezza. Sa bene che, negli anni, i membri della nostra famiglia si sono sparsi per il mondo. Si può dire che non ci conosciamo affatto. Credo di interpretare il pensiero di tutti i presenti dicendo che vorremmo almeno vedere la proprietà, capire a cosa stiamo rinunciando, parlarne tra di noi, informare nei dettagli gli altri eredi… e naturalmente valutare l’offerta della Sino-Cosmo Company. A proposito, di che cifra stiamo parlando?»

Per Kally tutto cambia quando può passeggiare dentro la villa, negli angoli più reconditi di ogni stanza, dove sembra che tesori, verità e segreti, celati per troppo tempo, stanno aspettando proprio lei.

Non so perché, ma entrare in questa villa vuota da anni mi rende inquieta. E non intendo vuota di oggetti, lampadari e suppellettili, ma di voci, risate, pianti, urla e vita.

Quando riesce a intrufolarsi in soffitta, la sua anima viene messa a nudo, mentre scopre la vera storia della sua famiglia: di Annina, sua nonna, e del suo viaggio in America, da sola con il piccolo Cosimo, desiderosa di ritrovare il marito Francesco. Di Tarcisio e Vittorio che lasciarono il Borgo per fare fortuna in Brasile, nelle piantagioni di caffè, inseguendo l’illusione di trovare la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno.

Lì, Tarcisio sposò Ludovina, ma Vittorio scomparve e il resto della sua storia rimase un mistero, o forse un altro segreto, gelosamente custodito, dentro la villa. Della zia Elvana, o suor Cherubina, e delle sue avventure in Venezuela, del suo incontro con Simon e delle poche parole che avrebbero sconvolto la sua vita e distrutto le sue certezze. Di Arcangelo che sposò Antonia e, in tempi diversi, raggiunsero la Libia, per poi finire in Sicilia con le loro due gemelle.
Il tempo e l’abbandono non hanno sfregiato la bellezza della villa e non hanno nascosto definitivamente oggetti di valore che tornano in superficie: un quaderno dalla copertina nera, un testamento sconvolgente che rivela verità sconvolgenti.
Kally non ha altra scelta: deve partire per la Svizzera perché è necessario incontrare Elvana.

Leggere questi frammenti di vita è stato come vedere il trailer di un film lungo cento anni, come ricongiungere passato e presente con un ponte ricco di colori, come una passeggiata sull’arcobaleno.

Dopo il viaggio in svizzera, Kally vuole raggiungere anche la Sicilia, conoscere Antonia e dare un senso a ciò che ha scoperto.

Mi sento sempre più legata a questo luogo, e ogni giorno che passa guardo il Borgo con occhi nuovi. Sono gli occhi di Elvana, di Antonia e della nonna Annie che visse qui, s’innamorò, si sposò e qui avrebbe voluto crescere figli e nipoti. Leggere il prezioso libricino di Federico, rimasto segreto per anni, mi ha aiutato a chiudere il cerchio e a capire le vicende più nascoste della mia famiglia d’origine.

Alla fine, nonostante tutto, Kally sa che deve firmare e tornare in America. Ha scelto di portare con sé il vecchio pianoforte dal grande valore, una canzone che ha composto e la decisione di destinare parte della sua eredità a una organizzazione umanitaria in Venezuela. In memoria di Elvana.

L’ultimo arcobaleno è un romanzo meraviglioso, povero di dialoghi, ma il cui potere narrativo, semplice, scorrevole ed emozionante regala al lettore una storia di altri tempi, capace di arricchire il presente e renderlo degno di essere vissuto, proprio grazie a chi è stato antenato.

È il romanzo per coloro che non vogliono dimenticare il passato, per chi sa che quando la storia ha parole sospese, si fanno avanti gli eventi o che quando si sosta alla porta, le cose veramente importanti trovano espressione.

Se, come lettore, dovessi esprime un giudizio, scegliendo un’emozione, senza dubbio sarebbe la commozione, perché nella storia di ogni famiglia, c’è qualcuno di caro che, sfidando le leggi e i pregiudizi ha assediato le frontiere nell’irriducibile speranza di garantirsi una vita migliore.

E, nonostante questo, senza mai dimenticare le proprie radici, il proprio Borgo.

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SINOSSI

La vendita di una sconfinata tenuta nel Vercellese, ricevuta inaspettatamente in eredità, riunisce a Milano i discendenti di terza e quarta generazione di una famiglia di contadini.
Sono statunitensi, brasiliani, italiani e il loro incontro dal notaio dovrebbe essere solo una formalità per chiudere la cessione del Borgo delle Risaie a una multinazionale che ne ricaverà un centro commerciale, ma…

Titolo: L’ultimo arcobaleno
Autore: Gabriella Raimondi

Edizione: Independently published, 2020