“Ritratto di signora” di Henry James

Recensione di Lina Mazzotti

Ritratto di signora

 

Ritratto di signora è il più noto romanzo dello scrittore statunitense Henry James, scritto nel 1881.
Per capire un pò il personaggio della protagonista Isabel Archer è illuminante questa citazione del romanzo: “La maggior parte delle donne non facevano nulla affatto di sé; aspettavano, in atteggiamenti più o meno graziosamente passivi, che capitasse un uomo da qualche parte a fornirle di un destino. Isabel dava l’impressione d’avere intenzioni sue proprie; questa era la sua originalità.

Infatti è una bella ragazza nata e cresciuta in America a Albany, una cittadina ai margini dei grandi centri urbani, lontana dal traffico da uomini e idee, passa il suo tempo leggendo e i libri sono la sua unica conoscenza della vita.
Proprio per questo è curiosa sul sapere e anche nell’arte, osserva con vivo interesse le persone, gli ambienti ne confronta e ne registra i comportamenti, ma tutto è molto schematico e rigido nella sua mente.

La svolta della sua esistenza avviene con un viaggio per l’Europa con l’eccentrica e ricca zia Touchett, la loro prima tappa è in Inghilterra in una lussuosa casa di campagna dove vivono lo zio e il cugino Ralph.
Si incontrano due mondi opposti, l’America: la terra Nuova dove è stata educata e il vecchio continente: l’Europa con la sua antica cultura. A Firenze e a Roma Isabel si commuove davanti all’arte ne rimane estasiata la vive come un’ispirazione a realizzare una vita bella, infatti conoscendo nuove persone le associa alle opere d’arte, confonde l’apparenza con la vera sostanza, il desiderio con la realtà.

Isabel ha valori di libertà e indipendenza che la portano a respingere diversi innamorati, come vera anticonformista, ma l’ereditare un patrimonio alla morte dello zio la dirottano verso scelte influenzate da un’avventuriera M.me Merle e da Osmond raffinato finto gentiluomo, in realtà falso e prepotente attratto dalla sua ricchezza, che diventerà suo marito.

La bella analisi psicologica di Isabel mette in evidenza i suoi entusiasmi le sue aspettative, ma anche tutte le sue fragilità e le sue disillusioni che la descrive come invecchiata nello spirito per il bruciare dei suoi sogni e per l’incapacità di tornare indietro attanagliata da un orgoglio legato al forte senso del dovere che hanno origini lontane che gli impediscono di vivere esperienze non subordinate alla volontà altrui.

Appare però bella alta nel suo vestito di velluto nero incorniciata dagli stipiti della porta come una cornice di un quadro splendido, un «magnifico ritratto di signora». Ma interiormente è sola, confronta le rovine della vecchia Roma alle sue rovine di vita e le sembrano meno opprimenti.

L’autore descrive molto bene la psiche dei personaggi che emergono dalle pagine di un libro che procede lentamente, ma con un’atmosfera venata di emozioni trattenute, i dialoghi sono raffinati e densi, il tempo sembra dilatarsi per far accadere ciò che sembra sul punto di iniziare, ma non cominciando mai. Anche i personaggi: Isabel, Ralph, il signore e la signora Touchett, i pretendenti respinti, hanno caratteristiche più che altro spirituali, fatta di pensieri e di parole dette o solo immaginate: eppure risultano vivi.

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Sinossi

“Più di 700 pagine che si leggono d’un fiato, portati dalla maestosità di una corrente che è quella stessa del Gange o del Volga (…). Quasi a contraddire il carattere atarassico di questa corrente, lo stile è vivace è animatissimo, ma anche molto sorvegliato. Henry James non è di quegli scrittori che lasciano andare i personaggi lungo la strada su cui loro stessi li hanno messi: egli interviene di continuo, a commentare quel che pensano dicono e fanno, a volte con lapidarie sassatine ironiche, a volte con lunghe introspezioni psicologiche, anche queste sempre interrotte o concluse da sorprendenti colpi di freno, minimizzanti e dissacratori: quasi l’autore avesse paura ad abbandonarsi al sentimento, a lasciar andare se stesso e i personaggi, distogliendoli – e distogliendosi – dal grande flusso di cui abbiamo fatto cenno. (…) ‘Ritratto di signora’ va letto con calma, con pazienza, come per una crociera su un grande fiume, durante la quale ogni tanto ci si ferma per ammirare un paesino, o una chiesa, o un antico convento. Oppure no: saltando subito alla fine, onde informarsi come va a finire, liberarsene del pensiero e tornare poi a concentrarsi sui suoi straordinari elzeviri.” (dalla postfazione di Luigi Lunari)

 

Autore: Henry James
Titolo: Ritratto di signora
Editore: Feltrinelli, 2013