Piccole cose da nulla di Claire Keegan

Recensione di Elisabetta Corti

Piccole cose da nulla

Piccole cose da nulla è un romanzo di Claire Keegan, pubblicato da Einaudi  nel 2022

Di cosa tratta Piccole cose da nulla?

Il Natale è alle porte in questa piccola cittadina sulla costa est dell’Irlanda, e questo inverno sembra proprio aver riversato tutta la sua furia gelida.

Bill Furlong, il proprietario di una piccola azienda di carbone e legname, è molto indaffarato. Il telefono suona in continuazione, i suoi dipendenti vanno e vengono dall’azienda, caricando merce da portare nelle case: nessuno vuole rimanere al freddo la settimana di Natale.

Bill Furlong è un uomo “venuto dal niente”, tutti lo sanno in paese. Sua madre rimase incinta a soli 17 anni, e cacciata di casa venne accolta dalla signora Wilson, la donna per cui la madre di Bill faceva la domestica.

E proprio questa donna si prese cura di lui, dandogli una casa ed una educazione e tenendolo con sé anche dopo che sua madre morì prematuramente.

Ora Bill aveva una famiglia, un lavoro, e sebbene non fosse ricco, si sentiva fortunato. Le sue cinque figlie crescevano educate e sua moglie si prendeva cura della casa.

Ma sebbene Bill non fosse un uomo che si soffermasse troppo sul passato, in più occasioni si era chiesto chi fosse suo padre.

Va detto che Furlong era poco propenso a rimuginare sul passato: lui era concentrato a mantenere le bambine, che avevano i capelli neri come Eileen e la carnagione chiara. A scuola promettevano già bene. Kathleen, la più grande, il sabato lo accompagnava nel suo ufficetto prefabbricato, e in cambio di qualche soldino di mancia gli dava una mano con i registri: era già in grado di annotare le entrate della settimana e di tenere quasi tutta la contabilità.

 Il convento si trova su una collina al di là del fiume. Le suore gestiscono la scuola St. Margaret – frequentata dalle figlie di Bill – la lavanderia e un “istituto correzionale”.

Di storie sul convento se n’erano sentite tante, ma cosa ci fosse di vero, era difficile da capire.

Bill portava periodicamente legna e carbone anche alle suore finché un giorno, arrivando in anticipo ed entrando nella cappella in cerca di qualcuno, si trova davanti ad una scena particolare, e comincia ad intuire che le voci sull’istituto correzionale, forse non sono così lontane dalla realtà.

Continuava a pensare alle ragazze carponi che sfregavano il pavimento, e allo stato in cui erano. Era rimasto colpito anche da quello che aveva notato mentre seguiva la suora fuori dalla cappella: un lucchetto all’interno della porta che dal frutteto portava all’ingresso principale, e i cocci di vetro che ricoprivano l’alto muro divisorio tra il convento e la vicina St. Margaret.

Perché leggere Piccole cose da nulla.

Piccole cose da nulla è più un racconto lungo che un romanzo. Dipinge perfettamente le condizioni di vita dell’Irlanda anni ’80, ancora molto rurale e nel pieno di una fortissima recessione economica.

Il rapporto con la chiesa era ancora molto forte, anche se piccoli segnali di distacco cominciavano a vedersi.

Nonostante la famiglia di Bill Furlong rappresenti un po’ la tipica famiglia Irlandese del periodo – tanti figli, madre casalinga, padre che sostiene economicamente – il personaggio stesso è un po’ fuori dai canoni.

Il racconto si svolge nei pochi giorni che precedono il Natale, ma ha il suo fulcro nelle radici di Bill Furlong, orfano che si deve portare addosso questa situazione come una colpa, e nella situazione che lo stesso Bill si trova davanti entrando nel convento – inatteso – una volta.

E quella volta è sufficiente per far partire il meccanismo della coscienza: cosa c’è dietro le porte di quel convento? Chi sono quelle ragazze? E perché noi – che viviamo qua fuori cercando di risparmiare per comprarci i nuovi serramenti, o le gomme per il furgone, o le scarpe per Natale – non siamo mai andati a fondo della situazione?

Fino a quando il benessere personale può superare e soffocare la necessità di prenderci cura gli uni degli altri?

Un libro che ci ricorda, in meno di 100 pagine, che nessun uomo è un’isola.

Pensò alla signora Wilson, alla sua quotidiana bontà, a quanto lo avesse corretto e incoraggiato, alle piccole cose da nulla che aveva detto e fatto e si era rifiutata di fare e dire, e a quello che sicuramente sapeva, quelle cose che, messe tutte insieme, equivalevano a un’esistenza. Se non fosse stato per lei, sua madre avrebbe potuto benissimo ritrovarsi in quel posto.

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Titolo: Piccole cose da nulla
Autrice: Claire Keegan
Editore: Einaudi
Sinossi

Sono giorni che Bill Furlong gira per fattorie e villaggi con il camion carico di legna, torba e carbone. Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale. Sotto la neve che continua a scendere, tutto va come sempre in quel pezzo d’Irlanda. Poi, nel cortile silenzioso di un convento, Bill fa un incontro che smuove la sua anima e i suoi ricordi. Lasciar correre, girarsi dall’altra parte, sarebbe la scelta più semplice, di certo la più comoda. Ma forse, per Bill Furlong, è arrivato il momento di ascoltare il proprio cuore. «Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l’uno con l’altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com’erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?

Nota del recensore

Le “Mother and baby homes” e le “Magdalene laundries” sono uno dei capitoli più cupi e vergognosi della storia d’Irlanda.

Il primo Magdalene Asylum venne aperto a Dublino, nel 1765.

Essendo istituzioni economicamente autosufficienti, alle donne veniva imposto di lavorare, spesso nelle lavanderie, in condizioni di violenza, oppressione e brutalizzazione.

Il termine fallen women, donne cadute, si riferiva inizialmente alle prostitute, ma dagli inizi del 1800 questo termine si allargò a “donne che sfidavano i principi base di moralità” finendo  nel XX secolo ad includere quasi esclusivamente donne che erano rimaste incinte al di fuori del matrimonio.

Molte di queste donne sono morte durante il parto, a volte con il loro bambino. I bambini sopravvissuti sono stati sottratti per essere dati in adozione, le donne rimanevano all’interno delle Magdalene laundries per periodi più o meno lunghi a seconda dell’accettazione delle famiglie d’origine.

Le istituzioni vennero fondate dalla Chiesa cattolica d’Irlanda, con il muto consenso dello stato Irlandese.

L’ultima Magdalene Laundry venne chiusa a Waterford il 25 settembre 1996.

Nel 2001, lo stato Irlandese ha riconosciuto che le donne all’interno di queste istituzioni sono state vittime di abusi.

In seguito ad indagini sulle condizioni di detenzione di queste donne e alla conferma di un significativo coinvolgimento dello stato, il 19 Febbraio 2013 il Governo Irlandese ha annunciato le scuse ufficiali ed emesso un risarcimento per le vittime.

Gli istituti religiosi coinvolti nell’investigazione e il presidente delle Lega Cattolica hanno negato ogni accusa di abuso, definendo il sistema “parte della cultura del tempo”,  e si sono rifiutati di partecipare al risarcimento economico.