Quantum Girl di Erin Kate Ryan
Voce al Sogno
Recensione di Tiziana Tixi
Quantum Girl è un romanzo di Erin Kate Ryan edito da Neri Pozza nel 2022.
Di cosa tratta Quantum Girl?
Paula Jean Welden ha diciotto anni.
Il primo dicembre 1946 indossa un giaccone rosso vivo, scappa dal dormitorio del Bennington College e scompare.
La cittadina rurale del Vermont è invasa da orde di giornalisti; la notizia della ragazza dissolta nel nulla rimbalza sulle prime pagine dei quotidiani da un capo all’altro degli States. Nei paesi e nelle metropoli, i curiosi fermano giovani bionde sfoderando ritagli di giornale con la foto di Paula Jean.
Passando da una bocca all’altra, ella assume molteplici identità.
L’anima di Quantum Girl è la teoria della ragazza quantica, ciò che diventa Paula Jean; essa è articolata in tre punti, esposti con lucidità scientifica nel Prologo.
Quando scompare, una ragazza diviene quello che gli altri pensano possa essere: le nostre teorie reano il suo destino.
Una ragazza scomparsa vive innumerevoli vite; ciò la rende più reale di una ragazza non scomparsa che ne vive una soltanto. La potenziale vita di una ragazza scomparsa determina la nascita di un nuovo mondo in cui tutti gli sviluppi sono possibili e simultanei.
Una sera del 1961 Mary Garrett arriva a Elizabethtown da Baltimora.
Ha letto che in quel paese del North Carolina i coniugi Starking sono angosciati per la scomparsa della figlia Polly e promettono una lauta ricompensa a chi la riporterà a casa.
Le tasche di Mary sono quasi sempre vuote e quei settemila dollari la metterebbero al sicuro per almeno tre anni. Non possiede denaro ma un’altra ricchezza, la Vista, che le ha permesso di ritrovare, vive o morte, numerose ragazze scomparse.
La Vista non è solo un terzo occhio che le consente di scrutare oltre il reale, oltre il visibile, ma è una creatura indomabile dotata di una propria vita e di una propria mente. È un castigo più che un dono perché costringe Mary a entrare nel corpo della ragazza scomparsa, a condividerne le ferite fisiche e i terrori.
Spinta dal bisogno e forte del suo potere, la Garrett si presenta dagli Starking dicendosi certa di riuscire a trovare Polly, la piccola Paul di papà Gurnie. Sentendo quel nomignolo Mary sussulta: anche lei si chiamava così quindici anni prima, quando ancora non era diventata Mary Garrett e la Vista non si era manifestata in seguito a un grave lutto, la morte dell’amata Wise.
Anche Paul è stata una ragazza scomparsa e ha iniziato a vivere dopo il salto nel vuoto. Aveva diciotto anni quando, una sera di freddo pungente, accettò il passaggio da un uomo in berlina che la condusse in una squallida camera di motel.
Dopo quella notte Paul diventò Mary, trovò lavoro a Filadelfia e, dieci anni dopo, scoprì di possedere la Vista grazie alla quale restituì la figlia a una collega. La strada di Mary è ormai delineata. La prima visione sul caso Starking la coglie nel letto di Polly; sente di essere in groppa a un cavallo.
Un passo falso e l’animale cade, trascinando con sé Polly-Mary. Segue un rumore di suole, poi l’immagine di puntali d’acciaio e tacchi incrostati di fango.
E una voce familiare che chiama suadente Paul.
Strega o millantatrice? Mary è guardata con sospetto dalla comunità chiusa di Elizabethtown; arriva a inimicarsi perfino lo sceriffo e gli stessiStarking mostrano un atteggiamento ambiguo, scissi tra il bisogno di credere nella veridicità della donna e i dubbi sulla sua onestà. Agli occhi attenti di Mary non sfugge una tensione sotterranea che a scricchiolare l’unità della famiglia. Gurnie e Clarence, gli amabili fratelli Starking, titolari di un’azienda agricola, sono lavoratori instancabili.
Bernice, la mamma di Polly, è una donna austera ma la sua scorza ruvida nasconde un tormento antico. Tra le mura di quella casa aleggia un segreto, un fuoco cova sotto la cenere di un apparente affiatamento. È una macchia che faceva urlare nel cuore della notte la bisnonna veggente di Polly.
Anche se Mary è considerata una yankee ficcanaso, viene convocata in seguito al ritrovamento degli abiti che la ragazza indossava il giorno della scomparsa. Martha, la cameriera del motel dove alloggia Mary, è un’altra donna provata dal dramma di una sparizione, quella della cugina Evie, mancata da casa lo stesso giorno di Polly.
Il mistero si infittisce perché il cavallo di quest’ultima è stato ritrovato nei pressi del lago Jones riservato alla comunità nera; lì si sono perse le tracce di una terza giovane donna, Jack Washington.
Il Quarter, quartiere di Blandenboro popolato da famiglie di colore, ha perso negli anni tante adolescenti ma poche sono state le denunce in quanto le ricerche venivano condotte in modo approssimativo e quasi subito interrotte.
Le vicende di Polly, Evie e Jack sono evidentemente intrecciate. La Vista di Mary si risveglia: le mostra Evie che indossa un giaccone rosso e, mentre la ragazza aspetta l’arrivo dell’autobus, una macchina accosta e due braccia la tirano dentro con violenza.
La corsa termina sul lago Jones, dove ella tenta una disperata fuga. Il mosaico inizia a ricomporsi; di nuovo nel letto di Polly, Mary vede un guizzo di rosso in prossimità di uno specchio d’acqua. Il baluginio è il giaccone di Evie; come già gli abiti di Polly, anche questo viene ritrovato nel frigorifero del supermercato.
È Mary a fare la macabra scoperta; ormai è vicina alla verità che si fa chiara sul lago Jones dove ella viene portata da chi dovrebbe battersi per quella verità, invece di nasconderla in nome di un torbido patto segreto.
La Vista è spietata, non risparmia alcun dettaglio; Polly aveva ignorato il cartello che vieta l’accesso ai bianchi e aveva condotto il cavallo sul sentiero sopra il lago. In basso, tra le acque marroni, una figura familiare incombeva su una ragazza nera dal giaccone rosso.
Schiacciata dal peso della comprensione, Polly strattonò indietro il cavallo che inciampò e cadde. Ciò che seguì è storia già scritta; puntali di ferro, suole fangose e quella voce suadente, l’ultimo suono che ella udì prima di unirsi alle altre ragazze scomparse nello stesso luogo.
Ora la Vista si presenta a Mary come la pellicola di un film che proietta un’infinita sequenza di immagini sempre uguali, in un eterno presente. Cambiano le stagioni, cambia il momento della giornata ma il volto del carnefice, sempre più segnato dall’età, torna a incombere sulla vittima di turno.
Mary è una e tutte; è Polly, è Evie, è Jack; è perfino Wise. Ed è soprattutto lei, Paula Jean elden che il primo dicembre 1946 indossò un giaccone rosso, lasciò il dormitorio e iniziò a esistere grazie alla sua scomparsa.
Perché leggere Quantum Girl?
Paula Jean Welden non nasce dalla penna di Erin Kate Ryan ma è protagonista di un cold case che risale al primo dicembre 1946 quando ella scomparve mentre camminava lungo il percorso escursionistico Long Trail del Vermont. Non fu mai ritrovata.
Su questo mistero l’autrice tesse Quantum Girl, un romanzo sospeso tra realtà e finzione in una fluidità di piani spazio temporali.
La scomparsa di Paula Jean non coincide con la fine della sua vita: proprio perché non viene più ritrovata ella potrebbe essere ovunque e chiunque.
“Il primo dicembre 1946 Paula Jean Welden indossò un giaccone rosso vivo e si infranse in innumerevoli futuri. Un’unica vita non sarebbe mai stata abbastanza. […]
Immaginate infinite Paula Jean sedute a un tavolo rotondo tutto macchiato: anziana e con il viso d’angelo, sfigurata e annichilita o a malapena sfiorata. Ciascuna guarda le altre: una sorella, un’altra sé stessa. Vite vissute e vissute a metà, vite gettate al vento, redente o perdute. Lei è una moltitudine.”
Scomparire permette di cancellare il proprio passato e la propria identità per riscrivere un nuovo copione, in cui è possibile scegliere chi interpretare e quale impronta dare alla propria vita; si può anche essere innumerevoli incarnazioni delle innumerevoli ipotesi formulate da innumerevoli voci.
Mary Garrett è una della Paula Jean Welden possibili, quella che lega una struttura aperta e composita.
L’impianto narrativo di Quantum Girl non è una linea retta; è invece simile alla sezione di un tronco in cui, dal midollo, si espandono anelli concentrici. Ai margini della vicenda di Mary si aprono squarci su altre Paula Jean, tutte possibili, tutte reali.
Una studentessa uccisa dall’amante; la Ragazza in fuga dopo aver avvelenato il marito per legittima difesa; una moglie che vive in bilico tra memoria e amnesia; una truffatrice letteraria; una figlia che sta per ricongiungersi alla madre morente; la compagna di una donna in pericolo per le sue idee politiche.
Con la scomparsa, l’Io di Paula Jean va in frantumi come uno specchio rotto; ogni scheggia è un’identità.
Una, nessuna e centomila, come vuole Pirandello. In ogni strada che imbocca, Paula Jean porta con sé una pesante eredità: il dolore per la morte di Wise e il rimorso per aver rinnegato il proprio amore, inaccettabile agli occhi dei genitori perché scandaloso, perché Wise era una donna. Mary ha bisogno di assoluzione; crede di poterla ottenere prendendo su di sé lo strazio delle vittime ma nemmeno questo le basta per perdonarsi; ha salvato alcune vite ma il suo eroismo è il più debole dei gesti rispetto a infinite perdite che replicano all’infinito quella di Wise.
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Sinossi
Il primo dicembre 1946 Paula Jean Welden lascia il dormitorio del Bennington College, Vermont, e sparisce dalla faccia della terra. Diciott’anni, bianca, bionda, benestante: l’intera nazione si preoccupa della sua sorte, con l’inevitabile corredo di segnalazioni, supposizioni e false piste che accompagna i casi mediatici.
Non verrà mai più ritrovata, ma non per questo cesserà di esistere.
Diventerà ciò che gli altri pensavano che fosse: una fuggitiva, una pazza oppure un fagotto di ossa ai piedi di un sempreverde. O ciò che lei stessa voleva diventare: la compagna di una militante clandestina del Partito comunista o, ancora, una truffatrice letteraria sul punto di essere smascherata, un’artista circense di ritorno al capezzale della madre morente, una donna in preda a un’amnesia che cancella ogni passato.
Differenti ipotesi, che le assegnano un destino, nomi, qualità, segreti inconfessabili, e le permettono di vivere innumerevoli altre vite. È come se Paula Jean avesse cominciato a esistere solo dopo essere scomparsa, come una ragazza quantica partecipe di innumerevoli futuri.
È una sera del 1961 a Elizabethtown, North Carolina, quando Mary Garrett, le calze rammendate e il cardigan liso sui gomiti, si presenta a casa degli Starking, sostenendo che soltanto lei può aiutarli a ritrovare Polly, la loro figlia scomparsa da qualche giorno.
Anche la vita di Polly è stata fatta a pezzi dalle supposizioni di chi è rimasto, ma Mary sa meglio di chiunque altro che tutti noi celiamo identità diverse dall’immagine che il mondo ha di noi.
Lei, per esempio, è una sensitiva o solo una millantatrice a corto di denaro? Risucchiata in un mistero in cui le ombre del proprio passato si allungano sul presente, Mary non saprà più di chi potersi fidare, nemmeno forse di sé stessa.
Ispirandosi a una vicenda realmente accaduta negli Stati Uniti del dopoguerra, Erin Kate Ryan costruisce un romanzo prismatico a metà tra il giallo e la storia di fantasmi, tra la cronaca e la finzione pura, in cui tutti i personaggi si specchiano inesorabilmente nei destini degli altri, in un vortice cangiante di possibilità e mistero.