Per ultimo il cuore – di Margaret Atwood
recensione di Fabiola Falcone
Per ultimo il cuore è uno degli ultimi best-seller della scrittrice canadese Margaret Atwood, scritto nel 2013.
Il romanzo narra la storia di Stan e Charmine, felicemente sposati e innamorati e pieni di aspettative per il futuro.
Tutti i loro sogni nel cassetto però sono stati distrutti dalla crisi economica.
Hanno perso tutto: i loro beni, il lavoro, la casa; gli resta solo una vecchia automobile, nella quale sono costretti a vivere.
Si ritrovano a stare senza confort e senza privacy e si affievolisce il desiderio e la passione tra i due. Attorno a loro c’è solo tanta criminalità e poche prospettive.
Il quadro, però, cambia quando Charmine viene a conoscenza di nuovo un progetto: una società artificiale, fuori dal mondo esterno, fondata su due città gemelle Consiliencia e Positron.
Aderendo all’iniziativa, potranno trascorrere un interno mese a Consiliencia, insieme in una bella casa, con un motorino a disposizione per muoversi e del denaro da spendere e, il mese seguente, nel carcere di Positron, separati, in cui dovranno lavorare per mantenere la società.
Nel frattempo alterneranno la loro vita con un’altra coppia.
Tutto sembra perfetto.
La vita di entrambi cambia radicalmente, ora hanno entrambi un lavoro appagante e possono vivere assieme nel loro nido d’amore almeno sei mesi l’anno.
I due coniugi sembrano così entusiasti.
Nel contratto che firmano viene proibito loro di interagire con il mondo esterno e con i loro “alterni”. Ma entrambi, spinti da un desiderio lussurioso, infrangeranno quest’ultima regola.
Cosa succederà?
Le loro vite verranno smosse da una serie di eventi, che si legano a catena l’uno all’altro.
Tutti eventi inaspettati, ricchi di suspense e colpi di scena.
Awood ci racconta la storia dei due personaggi attraverso i loro pensieri, alternando quelli di Charmine a quelli di Stan, spaziando capitoli a Positron e capitoli a Consiliencia.
Le menti dei due protagonista riflettano tratti talvolta comici, talvolta insani e destabilizzanti, talvolta ricchi di emozione.
Questo è uno degli aspetti più interessanti del romanzo, la bravura della scrittrice di entrare nella testa di una donna che veste gonne a campana e camicie a fiorellini, agli occhi di tutti positiva e pudica, ma che nasconde un lato oscuro.
Atwood si avventura perfettamente nei pensieri di Stan, un uomo dalla mente complessa, che seppure all’apparenza grezzo, volgare, e schivo, si lascia manipolare facilmente, e compie azioni incoerenti con le sue idee.
L’autrice tesse una trama originale e mai scontata, catturando l’attenzione e trattando temi che smuovono anche gli animi più forti.
Margaret crea sullo sfondo la sua distopia: una società forse non troppo lontana alla nostra caratterizzata dalla mercificazione dei corpi e dell’amore, dalla manipolazione mentale e dalla
creazione di robot per soddisfare i bisogni sessuali.
Un romanzo coinvolgente, avvincente ed esilarante, che ti immerge completamente nella storia e che non potrai farne a meno finché non arriverai alla sua ultima pagina.
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Sinossi
In un Nord America messo in ginocchio da una disastrosa crisi economica e dal dilagare della criminalità, Stan e Charmaine, una giovane coppia innamorata, cedono alla falsa lusinga della normalità e della sicurezza promesse da un avvenente progetto, in cambio della rinuncia a qualche “piccola” libertà personale.
Finiscono in una città troppo bella per essere vera, dove tutti hanno una casa e stanno bene, ma il prezzo è lavorare per un losco personaggio a capo della comunità, facendo cose orribili: per esempio praticare iniezioni letali ai condannati a morte o lavorare in una sorta di mercato del sesso.
Si ritrovano così a fare il male per libera scelta ma contro la loro volontà.
Questa situazione conflittuale li trascinerà in un surreale complotto che darà lo spunto per interrogarsi su cosa significhi amare – in un futuro dove non solo il sesso ma anche l’amore è mercificato – e scegliere.