I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore. di Guido Sgardoli e Massimo Polidoro

Voce all’Arte

Recensione di Paola Treu

 

I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore è un romanzo di Guido Sgardoli e Massimo Polidoro, pubblicato dalla DeA nel 2022.

Di cosa tratta I delitti di Whitechapel?

I delitti di Whitechapel è un giallo accattivante, dal sapore gotico e calato in una suggestiva atmosfera vittoriana. Allo stesso tempo, è un bel libro storico che affonda nella parte umana della vicenda di Jack lo Squartatore, portandoci nel miserabile mondo di Whitechapel e facendo luce sul contesto sociale e femminile alla fine dell’Ottocento.

Nota è la sua figura che, tra fama e leggenda, affascina da più di cento anni.

Tanti sono i libri, tra saggi e romanzi, dedicati al primo serial killer della storia. Tutti offrono interpretazioni al mistero, proponendo soluzioni e rinnovandone continuamente la curiosità, aggiungendo qualcosa di nuovo.

Nonostante ciò, l’alone di mistero resiste intorno alla persona di Jack, ancora oggi la sua identità è sconosciuta, mentre ci restano, però, due dati, certi e concreti: le morti delle donne e l’incapacità (o la mancanza di volontà?) di Scotland Yard di risolvere il caso.

Ne I delitti di Whitechapel l’attenzione degli autori, infatti, non è rivolta all’assassino, ma alle donne, due volte vittime: di Jack e della società, che con i suoi pregiudizi non solo approvava le sue gesta, ma quasi lo ringraziava per compiere questa “piazza pulita” di donne depravate, che vendevano il proprio corpo per il solo piacere di farlo.

Non ho usato a caso il termine “gesta”, poiché era visto, dall’alta società inglese, proprio come un eroe salvifico, che si sacrificava per estirpare il peccato dal mondo.

È un bene che queste reiette siano finite nelle mani di un genio chirurgico sconosciuto. L’assassino ha dato il suo contributo alla soluzione del problema di come liberare l’East End dai suoi abitanti dissoluti.”

Così dichiarò al Times Edward Fairfield, un membro del governo.

In realtà, sappiamo che le cinque donne uccise dallo Squartatore non erano prostitute, ma donne sole. Avevano un nome, una vita, un’anima.

Era quella stessa società che le disprezzava ad averle condannate alla solitudine. Perché la donna non aveva né diritti né tutele.

Finché aveva un uomo al suo fianco, padre, fidanzato, marito, era una donna rispettabile, ma non appena questa condizione veniva a mancare, ecco che immediatamente diventava una fallen woman, una donna perduta”. Costretta a vivere di espedienti e, se qualche volta, per paura e disperazione, anche ad accompagnarsi a uomo, subito veniva marchiata come prostituta.

“Seguitava a essere considerato assassino di prostitute nonostante, come la stessa Sybil aveva avuto modo di riscontrare, nessuna delle donne uccise praticasse il mercimonio. Aver avuto relazioni con altri uomini al di fuori del matrimonio non poteva essere considerata prostituzione, ma era più agevole e conveniente per tutti ricondurre quella lunga scia di omicidi a una semplice convinzione, ovvero che esistessero donne meritevoli di vivere e altre indegne di insudiciare il mondo con la loro presenza e dunque sacrificabili.”

In ogni caso, una donna caduta era segnata a vita e la risalita sociale era pressocché impossibile.

A ciò si univa l’abuso di alcol, che accomunava molte di queste sfortunate donne. Un breve sollievo dalle delusioni della vita.

[…] sai cos’altro fa paura? L’indifferenza di chi ti passa accanto e fa un commento sarcastico o un’espressione di disgusto solo perché non hai la loro stessa fortuna. E fa paura la scarsa o nulla considerazione di cui noi donne godiamo in questa maledetta società. Ecco di cosa dovremmo aver paura.”

Ma, riprendiamo le fila del romanzo. Siamo a Londra, nell’autunno del 1888 e la narrazione è affidata alla voce di Sybil Conway, figlia della quarta vittima di Jack lo Squartatore.

È una ragazza istruita e inizialmente ingenua, che vive assieme alla zia fuori Londra. La sua vita scorre tranquillamente, fino al momento in cui viene a conoscenza della morte della madre per mano dello Squartatore.

La donna l’ha abbandonata da piccola e Sybil non prova una grande dolore per la sua perdita, non subito perlomeno, ma non per questo è disposta ad accettare un ipocrita “se l’è andata a cercare” come spiegazione al suo omicidio.

Decide perciò, con coraggio e determinazione, di indagare per conto suo, tra i vicoli bui e pericolosi dell’East End, dove incontri fortuiti con persone che non hanno nulla, se non fame e povertà, le saranno di prezioso aiuto.

La ricerca per la verità porterà Sybil a maturare, a confrontarsi con i pregiudizi suoi e degli altri, ad abbattere muri e ad acquisire una nuova consapevolezza.

Lo stesso succede a noi lettori, seguendo lei in questo percorso di scoperta, alla fine del quale ci ritroviamo con i nostri preconcetti smontati e le nostre convinzioni rimodellate.

“Lasciati dare un consiglio, ragazza mia» la redarguì aspra la donna. «Non avere fretta di giudicare le persone sulla base di quello che fanno o che credi abbiano fatto. Molte donne sono costrette a svilirsi, a umiliarsi, perché non hanno alternative. Non sono loro a considerarsi oggetti, ma il mondo, che appartiene agli uomini. Non abbiamo voce né diritti agli occhi dei benpensanti, gli stessi che poi, protetti dall’oscurità e all’insaputa delle loro famiglie, pagano le donne che disprezzano per ottenerne i favori. Tua madre, al pari di molte altre, era solo una vittima. Donne alla deriva, abbandonate al loro destino come gusci vuoti. In questo maledetto mondo, se non hai un marito che ti protegge e ti mantiene, diventi di fatto una donna di malaffare, una poco di buono, una donna perduta, anche se non fai nulla di male. E questo modo di pensare, alla fine, ti condiziona e anche se non lo sei, di malaffare ci diventi. E ti perdi.”

Una curiosità: Sybil Conway è esistita davvero, come è riportato nell’interessante focus a fine libro, e ha seguito l’inchiesta sulla morte della madre.

Perché leggere I delitti di Whitechapel?

Con I delitti di Whitechapel si ha finalmente un punto di vista diverso: non è più Jack lo Squartatore a essere protagonista, ma lo sono le sue vittime.

I delitti di Whitechapel è sì un giallo ben concertato, ma è specialmente un romanzo che vuole rendere omaggio alle donne che non hanno avuto possibilità di parola, riscattando il loro nome e restituendo loro giustizia, almeno sulla carta.

Ai personaggi realmente esistiti se ne affiancano altri di fantasia, delineati efficacemente, con le loro luci e ombre, dando così vita a un variopinto affresco realizzato in difesa delle donne.

La scrittura a quattro mani scorrevole ed emozionante, senza mai scadere nel macabro, ci coinvolge in questa storia appassionante, con un epilogo che non delude.

Consiglio I delitti di Whitechapel sicuramente agli amanti di gialli, ma soprattutto a chi non vuole più concentrarsi sul carnefice e desidera, invece, stare dalla parte di Polly, Annie, Elizabeth, Kate e Mary Jane, che hanno perso la vita per mano di un pazzo che non ha mai pagato, e donare loro un po’ di pietas.

Il mondo poteva essere feroce con le donne che reagivano. Ma lo era anche con quelle che si arrendevano. Era un mondo che spesso, se ti toccava in sorte di nascere donna, comunque andasse, ti prendeva a morsi e ti lasciava a terra sanguinante.”

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Sinossi

Mendicanti, marinai appena sbarcati al porto, ubriaconi, ladri. Questa è la gente che si aggira per i vicoli bui e maleodoranti dell’East End di Londra.

Difficile uscire da quelle strade indenne. Impossibile se sei una donna e l’ora di Jack lo Squartatore è scoccata.
Sybil Conway però è quanto di più lontano dal miserabile mondo di Whitechapel. È una giovane donna acculturata e benpensante, che abita fuori Londra insieme a sua zia Elizabeth. Conduce una vita monotona e semplice, priva di grandi emozioni.
Fino al giorno in cui riceve un telegramma da Scotland Yard che le rivela che sua madre è la quarta vittima dello Squartatore. Davanti a una notizia così scioccante Sybil vorrebbe provare qualcosa ma… non è facile empatizzare con la donna che l’ha abbandonata da piccola, diventando una senzatetto, una prostituta da due soldi. Zia Elizabeth in effetti sostiene che se la sia cercata.
Anche i giornali, in un certo senso. Come se lo Squartatore, con le sue vittime, stesse ripulendo le strade.
Sybil però non è disposta ad accettare un pensiero solo perché è la convenzione. Intende scoprire lei stessa chi fosse sua madre e perché sia stata assassinata.
Ma addentrarsi per le vie di Whitechapel non è mai saggio, soprattutto se la scia di sangue lasciata da Jack lo Squartatore è ancora fresca…
Un romanzo misterioso e dalle tinte oscure, che catapulta nella Whitechapel di fine Ottocento, raccontando in modo inedito le donne di Jack lo Squartatore.
Titolo: I delitti di Whitechapel. Il mistero di Jack lo Squartatore.
Autore: Guido Sgardoli e Massimo Polidoro
Edizione: DeA, 2022