Eppure cadiamo felici – di Enrico Galiano
Recensione di Tatiana Pagano
“Perchè forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi la passione.” Cantico dei Cantici
Chi non conosce la leggenda di Amore e Psiche?
È un racconto che rappresenta in modo quasi limpido e perfetto l’eterna lotta tra razionalità ed istinto.
Psiche era una splendida e graziosa fanciulla vittima dell’inganno di Venere la quale, invidiosa della bellezza della ragazza, chiese a suo figlio Cupido di farla innamorare dell’uomo più brutto esistente sulla terra.
Cupido però, rimasto anch’esso ammaliato dallo splendore della fanciulla, erroneamente si colpì con una delle sue frecce e si innamorò perdutamente di lei.
Per non essere scoperto dalla madre, Amore condusse Psiche nel suo palazzo dove ogni sera, al buio, senza mai mostrarsi, viveva i più intensi momenti di passione con la sua amata.
Psiche, innamoratasi anch’essa, promise a Cupido di non provar mai a guardare il suo volto alla luce; ma un giorno spinta dalle sorelle che la credevano vittima di un inganno, decise di avvicinarsi ad Amore con una lampada.
L’olio di quest ultima cadde inavvertitamente sul corpo del Dio che, svegliandosi, scappò.
Mille furono le prove proposte da Venere che Psiche dovette affrontare per coronare il suo sogno d’amore.
La fine della leggenda narra, infatti, che dopo ardue imprese Amore e Psiche riuscirono ad amarsi per sempre.
La battaglia tra cervello e cuore, razionalità ed istinto, luce e tenebre presente nella storia di Apuleio fa da cornice al romanzo di Enrico Galiano Eppure cadiamo felici edito nel 2017 da Garzanti libri.
Gioia, la protagonista del libro, vive la sua vita in bianco e nero e, come una moderna Psiche, brancola nel buio e si fa spazio nel grigiume della sua città e della sua scuola con non poca sofferenza.
Figlia di genitori “confusi”, alcolizzati ed egoisti (un po’ come Venere) si trascina nel vano tentativo di allontanarsi psicologicamente e fisicamente da loro creandosi una barriera fatta di cuffie, musica a palla, conversazioni con la nonna malata e Tonia, sua amica immaginaria.
Gioia vive i suoi 17 anni aspettando di assaggiare il suo pasticcino alla crema (paragonato dal suo professore di filosofia alla vera essenza di se stessi), chiedendosi se sia davvero quello il pasticcino che desidera o se forse mangiarne un altro sarebbe meglio.
Attraversa il “turmoil” adolescenziale soffocando la passione, l’istinto e relegandosi al soprannome che tutti ormai in classe le danno #maiunagioia.
Secondo Winnicott l’adolescenza è una vera e propria scoperta personale, una ricerca identitaria in cui il vero problema è quello di esistere e di affermare se stesso.
Gioia vive nella limbo della sospensione adolescenziale, vive nel buio dell’attesa che qualcosa al di fuori di lei cambi e nel rinvio del cambiamento stesso.
La sua angoscia si placherà però quando, come Psiche, un giorno accenderà la luce e inizierà a vedere i colori, sentire i profumi, toccare la pelle, inizierà ad amare.
Così, ad un tratto, qualcuno le toglie le cuffie e la fa vivere, respirare, percepire. Gioia non si nasconde più. Si espone.
Si mostra in volto e non più di spalle come gli obiettivi delle sue fotografie. Vive alla luce e non dietro la tetra ombra di se stessa, perché adesso Gioia sa che non è più necessario scegliere tra follia e ragione, tra luce e tenebre. Gioia sa che si può amare restando in equilibrio, su un filo, guardando il precipizio con la paura di cadere.
“Non è che quando ami ti ammali; quando ami guarisci. Sono gli altri, tutti quelli che non amano, loro sono i pazzi, loro sono quelli fuori di testa. Quelli che amano, quelli che amano davvero, loro sono i sani, gli unici sani in un mondo di pazzi”.
Enrico Galiano, considerato uno dei 100 migliori insegnanti d’Italia, è riuscito a dar voce al turbinio adolescenziale in modo assolutamente non scontato e banale.
Con un testo scorrevole e assolutamente coinvolgente, l’autore riesce a mettere insieme filosofia, psicologia, lettere e lingue creando un contenitore argomentativo non indifferente.
In tutto ciò la protagonista si fa spazio non venendo mai persa di vista, ma conducendo piuttosto lei stessa il lettore alla scoperta di sé e dell’Altro.
Il romanzo nasconde dubbi, insinuazioni, dettagli che costituiscono la vera bellezza del testo.
D’altronde “la maggior parte della bellezza del mondo se ne sta lì, nascosta lì: nelle cose che cadono, nelle cose che nessuno nota, nelle cose che tutti buttano via”.
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Sinossi
Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa.
A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni.
Perché lei non è come loro.
Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste.
Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno.
Nessuno potrebbe capire.
Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo.
Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso.
A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo.
Per la prima volta non è sola.
E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso.
Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.
Ma la felicità a volte può durare un solo attimo.
Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto.
Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.
Ci sono storie capaci di toccare le emozioni più profonde: Eppure cadiamo felici è una di quelle.
Enrico Galiano insegna lettere ed è stato nominato nella lista dei migliori cento professori d’Italia.
I giovani lo adorano perché è in grado di dare loro una voce.
Grazie al suo modo non convenzionale di insegnare, in breve tempo è diventato anche un vero fenomeno della rete: ogni giorno i suoi post su Facebook e i suoi video raggiungono milioni di visualizzazioni.
Questo libro fa schifo.
In un romanzo dovrebbero essere descritti fatti verosimili, i fatti narrati nel libro sono surreali e troppo coincidenziali.
inoltre non è un libro adatto al pubblico per cui è stata pensata la sua scrittura, perchè incita al suicidio e influenza i ragazzi ad una vita trite e depressa.
in sintesi è buon combustibile rinnovabile ( perchè bisogna pensare anche all’ambiente ) per la stufa di casa mia