Notte, giorno, notte di Beatrice Monroy

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recensione di Gianna Ferro

Notte, giorno, notte è un romanzo di Beatrice Monroy edito da Giulio Perrone Edizioni nel 2022.

In questa generazione ci pentiremo non solo per le parole e per le azioni delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone” Martin Luther King

Di cosa tratta Notte, giorno, notte?

Luglio 1993. È una notte caldissima, di quelle che non ti fanno respirare, del sudore appiccicato sulla pelle, come tantissime altre delle estati palermitane. Matilde va in terrazzo per trovare un po’ di frescura, il tric, trac della sua sedia a dondolo l’aspetta. Ed eccole puntuali le voci dei vicini, Roberto e Carla, che la fanno ripiombare nel passato, nel loro, nel suo. Lei la conosce bene Carla, troppe volte l’ha ascoltata, consolata, assecondata nelle sue ossessioni.

“Io sono una delle poche persone che la può capire. Conosco da così tanto tempo quel suo stato psichico alternato. Va e viene. C’è e non c’è. Potrei fare qualcosa se solo trovassi in me la forza di ritornare nella stanza buia della nostra adolescenza. Ma non voglio farlo. Adesso la mia vita scorre con regolarità.“

La loro amicizia nasce da bambine, creciute nello stesso quartiere, nello stesso caseggiato, la stessa scuola, anche gli stessi cambiamenti di vita. Nell’immediato dopoguerra le famiglie si trasferirono nei primi palazzi costruiti in cemento armato, lasciando il paese e le loro abitudini, per essere accolte nella nuova città. La Sicilia, diventa a Statuto Autonomo e molti capi famiglia vengono impiegati in Regione, come sarà per il padre di Matilde.

“Si affacciarono dall’alto delle torri al settimo, ottavo, nono e decimo piano. Prese dall’ebbrezza, volarono tra le nuvole, loro abituate ai balconi di paese al primo piano con la gente che alza la testa e ti saluta, si ferma a parlarti, fa un cenno con il capo chino mentre ti mantieni timorosa dietro una tenda ricamata. Camminarono incerte nelle strade senza luce e senza fogne, cercando di orientarsi in mezzo a ruspe che scavavano nuove fondamenta.”

Un fatto tragico segna le loro vite per sempre. Come restare lucidi ed equilibrati dopo che hai visto uccidere tuo padre sotto ai propri occhi? È quello che succede a Carla. Da quel giorno il suo stato mentale oscilla dall’ euforia alla disperazione, a giorni di assoluto silenzio.

Matilde le è sempre vicina fino a quando le circostanze prima e per sua convinzione dopo, a malincuore decide di allontanarsi, per non precipitare nel baratro in cui Carla si era tuffata.

“Amavo quella bimba-ragazza così strana, così inquieta e diversa da tutte noi, mai e poi mai l’avrei abbandonata. Sospettavo che lei avesse dei ricordi, ebbi l’impressione che si fosse messa a fare delle ricerche ed ebbi paura per lei. Era in pericolo, dovevo starle accanto. Invece dopo un po’ l’abbandonai, volevo una vita normale e lei, invece, mi faceva vivere in una continua ansia.”

La continua ricerca di chi le aveva ucciso il padre diventa per Carla un’ossessione, tanto che ben presto abbandona i palazzoni, e Matilde non ne ha più notizie.

Le loro vite si dividono percorrendo strade completamente diverse, fino a quando Carla e Roberto, il marito, vanno ad abitare nell’appartamento accanto a quello di Matilde e Federico.

Ed ecco che per Matilde tutto ritorna: le emozioni di quell’amicizia altalenante, i giorni bui trascorsi a voler cancellare un tragico evento, la distanza, ora annullatasi, per riuscire a costruirsi una vita diversa. Nella notte, tra il tric, trac della sua sedia a dondolo, i fantasmi ricompaiono dalle conversazioni, dalle litigate, dagli intrighi e dai segreti, che Carla e il marito tirano fuori.

Parole che attraversano le imposte chiuse, che trafiggono il silenzio e l’odore acre dell’umidità notturna in cui Matilde si è nascosta.

Di giorno la vita riprende la routine quotidiana, non c’è tempo di pensare alla follia di Carla. C’è il piccolo e c’è Federico, deve difendere e continuare la sua vita normale.

Ma lei sa e tutti sanno la verità di qualcosa, di tante cose, di uomini e di donne, di giustizia e ingiustizia. Carla sa.

“Lo scirocco alzerà nuvole di polvere e coprirà ogni cosa. Uno strato denso di sabbia gialla si alzerà dal deserto e verrà fin qui a coprire le nostre angosce, ad aiutarci a dimenticare il dolore. Niente rimarrà scoperto. Tutti i mali saranno soffocati dalla sabbia gialla del deserto. La sabbia attutirà i suoni e i sentimenti e Carla guarirà.”

Perchè leggere Notte, giorno, notte?

Il romanzo di Beatrice Monroy racconta tante storie in una.

La città antica e la città nuova, come le chiama l’autrice, sono lo sfondo di una Palermo che lotta tra criminalità e legalità. Sono gli anni delle Grandi Stragi che rimarranno indelebili negli occhi di generazioni.

C’è il silenzio che aleggia tra le persone oneste che non riesce a sconfiggere la paura: si chiama omertà ed è terreno fertile per le associazioni criminali. Ci sono le donne, le mamme di una Sicilia “antica” che per proteggere i propri figli li ingabbia trasferendo a loro ansie, paure, rendendoli schiavi di uno status di vita.

Notte, giorno, notte è anche la storia di un’amicizia bella e forte, quella tra Matilde e Carla, ma che nel tempo diventa tossica. Il tradimento, la diffidenza, le ombre oscure sporcano questo sentimento puro nato tra le due bambine, diventate poi donne.

Questo romanzo può aiutare a “non voltare la faccia dall’altra parte” per indifferenza, per timore o per interesse. La vita, le coincidenze possono fare la differenza facendo la scelta giusta.

“Io rimarrò e dimenticherò. Solo aridi silenzi a cui contrapporre altri aridi silenzi e poi la maledetta lontananza, l’esclusione e poi, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, la dimenticanza.”

Leggere Notte, giorno, notte ispira sentimenti in cui, invece, l’indifferenza e la dimenticanza non è contemplata.

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Sinossi

Maggio, 1946. Nell’immediato dopoguerra viene istituita la Regione a Statuto Autonomo e, mentre decine di famiglie si trasferiscono per un impiego regionale ricevuto su chiamata diretta, in fretta e furia si lavora alla costruzione di una città in cemento armato che le accolga. Qui, fuori dal centro storico distrutto dai bombardamenti, i genitori di Matilde vivono sotto l’influenza di mafiosi che, attraverso crimini e azioni violente determinano la vita di tutti.

Luglio, 1993. La città di cemento è abitata ora dai figli di chi l’aveva vista nascere. Durante una notte insonne Matilde esce in terrazza, cerca riposo sulla sedia a dondolo e, quasi per caso, si ritrova ad ascoltare una vicenda che ha qualcosa di sinistro e familiare. Dall’altra parte della terrazza, dietro la veranda, ci sono Carla e Roberto che, di sera in sera, si raccontano una storia fatta di intrighi, imbrogli, violenza, omicidi. Particolare dopo particolare, il racconto assume sempre più i contorni del giallo, fino a restituire a Matilde la certezza di esserne parte.

In Notte, giorno, notte, Beatrice Monroy utilizza il susseguirsi delle ore per far luce su dinamiche civili e sociali che da fatto di cronaca, per quanto appaiano lontane, possono diventare vicenda privata se abbiamo il coraggio di prestare loro orecchio.

Titolo: Notte, giorno, notte

Autore: Beatrice Monroy

Edizioni: Giulio Perrone Edizioni, 2022