“Lettera dal fronte” di Sandro

Contest Lettere al Femminile

Fiorella

Posso chiamarti “cara”?

Cara Fiorella,

mi è permesso ancora chiamarti per nome? Posso ancora chiamarti “Cara”?

Se avessero chiesto a me, non sarei mai partito. Io volevo solo lavorare la terra al paese e volevo trovare una brava donna e passare la vita con lei.

Ammetto che non sono bravo con le parole, sono solo un contadino che ha solo avuto la fortuna di saper scrivere, un po’ almeno. Volevo trovare una brava donna e ti avevo trovata ma poi sono dovuto partire.

Non è stata una mia richiesta, io non so neanche perché mi hanno chiamato qui, io non so il perché sono qui.

Tu lo sai? Mi piacerebbe essere qui perché sei stata tu a chiedermelo. Ho imparato ad uccidere galli, porci e conigli, per te ucciderei, anche se non so nulla di come si ammazzano gli uomini. Preferirei se fossi tu a chiedermelo.

Cosa passa nella testa di coloro che muoiono mentre io sparo?

Io so che penso a Fiorella. Loro, forse, hanno un altro nome nella mente.

E se capitasse il contrario? Cosa penserebbero loro mentre io muoio pensando a Fiorella?

Mi piacerebbe sapere se ti arrivano le mie lettere. Non ho nessun altro a cui scrivere e sarebbe bello sapere se almeno a te fa piacere sapere che sono vivo.

Questa è la quarta lettera che scrivo al mio fiore nel cuore e non so se, in cuor tuo, mi permetti di chiamarti ancora per nome.

Ricordo quando hai insistito per accompagnarmi in stazione, con il carretto e il mulo. Avevi un vestito color fiordaliso, mi piace pensare che lo indossi quando leggi quello che ti scrivo. Immagino che ti siedi nel prato della villetta in paese e incroci le caviglie sotto ai raggi del sole.

Lo so che parlo in maniera sconveniente ma mi piacciono le tue caviglie baciate dal sole.

Perdona il mio ardire, non dormo molto e parlo a sproposito. Hai detto che mi avresti concesso di chiedere la tua mano quando tornerò a casa, ma tu non rispondi alle mie lettere.

Posso ancora parlare con Fiorella? Penso sempre tu sia un fiore, penso sempre che mi piacerebbe sentire il profumo di fiori al mattino, qui ci sono solo polvere e terra nell’aria. Se ha piovuto si sente anche puzza di fango e ristagno.

Non saprei definire la situazione qui al fronte, io non capisco nulla. Faccio quello che mi dicono, sono diligente e non creo problemi ma non è facile restare troppo calmi quando non si dorme e non si conosce la vita di coloro che sono a casa. So che non sono l’unico a pensarla in questo modo: gli altri ragazzi, qui con me, scrivono a casa. A volte, le lettere arrivano aperte ma almeno arrivano. Mai nulla per me e non capisco perché.

Mi hai dimenticato, Fiorella?

Se così è, ti prego, dimmelo. Non posso incolparti ma preferisco sapere se non potrò mai sentire la tua mano nella mia o sul mio volto.

Voglio poter dire al Signore che non posso andare da lui perché ci sei tu, se dovesse chiamarmi. Dipende tutto da quello che vuole il tuo cuore e io prometto che non ti importunerò mai più, lo giuro.

Per noi poveri uomini al fronte è un bene che arrivino i piccoli pezzi di paradiso da casa. È come se, attraverso la carta, sentissimo le mani dei nostri cari ma io non ne ho, a parte te.

Posso chiamarti “mia cara” mentre sogno il tuo bel viso sorridente?

Non so più cosa pensare. Spero davvero che tu stia bene, bella come i fiori.

Davvero, preferisco pensare che tu abbia deciso che non mi vuoi più piuttosto che credere che tu non sia in salute.

Fammi una promessa: scrivimi. Anche se non puoi o non vuoi, fammi avere tue notizie da altri. Non riesco a pensare e non posso essere sincero con la Madonna se il mio cuore si strugge non sapendo del mio fiore.

Devo andare, il sergente ci sta chiamando.

Per sempre tuo,

Sandro