Il mulino di Leibniz di Paolo Mazzarello

Recensione di Antonella Spanò

 

il mulino leibniz

 

Il mulino di Leibniz è un romanzo di Paolo Mazzarello, edito da Neri Pozza nella collana “I Neri” nel 2022.

Di cosa tratta Il mulino di Leibniz?

La protagonista di questa storia è Gaia Block, ricercatrice nell’ambito della neurofisiologia della coscienza e della fisiologia del libero arbitrio.

“Era bella, capelli biondi, lunghe gambe muscolose, il viso nordico di una nata da genitori scandinavi. Gaia Block era quel tipo di donna che ti fa perdere la testa al primo incontro.

Aveva trentadue anni, un dottorato in neuroscienze a San Diego, alcuni lavori pubblicati su importanti riviste e un nome già noto, anche se non ancora veramente importante”.

Quando il suo collega, Tomaso Cardani, viene brutalmente assassinato per aver individuato un algoritmo in grado di illustrare matematicamente la soggettività, Gaia rimane coinvolta, suo malgrado, nella vicenda e diventa il bersaglio di un misterioso individuo che comunica solo attraverso la Rete e che si firma Anima Mundi.

Gli omicidi commessi, o ordinati, da Anima Mundi hanno sempre come sfondo un mulino, che richiama il paradosso del mulino di Leibniz, attraverso cui il filosofo illustrava l’impossibilità di creare una macchina in grado di imitare la mente umana.

Ma sarà sul serio così?

Cardani era riuscito a giungere a una comprensione assoluta della questione proprio un attimo prima della morte, aveva cercato di comunicare la sua scoperta alla collega, attraverso un SMS in codice, ma per decifrarlo non basta solo l’intuizione, è necessario addentrarsi negli studi di Cardani e nella mente oscura di Anima Mundi.

“Ma una sinapsi non ha coscienza. Neanche due sinapsi hanno coscienza. E neanche tre. Con quante sinapsi ho qualcosa sempre senza coscienza?

Come posso ottenere una coscienza accatastando sinapsi? Moltiplicare zero per qualsiasi numero dà sempre zero. Come mai, invece, c’è un punto critico che permette la transizione tra l’assenza della coscienza e il suo emergere?”

Mentre da un lato si assiste alla ricerca spasmodica dell’assassino, che risulta essere sempre un passo avanti rispetto agli investigatori, dall’altro sembra che davvero si possano superare i confini del sapere umano e che nuovi scenari si aprano, consentendo di varcare la soglia che separa il possibile dall’impossibile.

Tra i meandri della Rete Anima Mundi emerge e scompare a proprio piacimento, seminando qua e là una sorta di ingannatori specchietti per le allodole e non sarà per niente facile districare questa matassa…

Perché leggere o non leggere Il mulino di Leibniz?

Il thriller di Paolo Mazzarello è decisamente originale, anche se abbastanza complesso da seguire, dato il mix di filosofia, fisiologia, neuroscienza e tecnologia.

Tuttavia, il linguaggio risulta particolarmente accurato e, seppur tecnico, è accessibile anche ai non addetti ai lavori.

Probabilmente è uno di quei libri che si ama o si odia già dalle prime pagine, per cui è consigliato a chi è disposto a lasciarsi ammaliare dal fascino del tema scientifico-tecnologico e dai misteri della coscienza umana.

 

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Sinossi

Il protagonista, il colpevole di questo giallo efferato e cupo, è indicibile.

Non puoi dargli un nome e non puoi svelarlo.

Ma quando uno storico della scienza come Paolo Mazzarello decide di scrivere un romanzo, e un romanzo di delitti e di misteri, ha una sola strada possibile: mettere nel libro tutto quello che un lettore non si aspetterebbe, ovvero filosofia e logica.

Ma non solo, l’autore racconta una storia di omicidi, compiuti da qualcuno, che sembrano obbedire a una logica, a un disegno, come nella migliore tradizione giallistica, che seguono un filo, unico appiglio per degli investigatori sgomenti e turbati.

Peccato che questo filo sia governato dal caos, dall’imponderabile, da una mente superiore che si ha persino paura di scoprire, perché il fatto stesso che possa esistere cambia il nostro modo di guardare il mondo, e mette in profonda crisi la nostra idea positiva della scienza e della tecnologia.

È una terra di nessuno quella in cui si muovono i personaggi di questo libro, che comincia con un delitto in un mulino negli Stati Uniti e con un rapimento, e continua a crescere come fosse una foresta, un bosco narrativo che non ha disegnato nessuno, dove non ci sono sentieri.

Mazzarello ci porta in un mondo diverso da quello frequentato dai giallisti tradizionali.

Non si tratta soltanto di commissari e di pazzi maniaci che mandano mail misteriose, non si tratta di capire cosa accade ma soprattutto perché accade.

E in quel perché c’è una vera e propria teologia, c’è il male e il caso, l’orrore e l’indifferenza.

Con grande abilità l’autore de Il Mulino di Leibniz ci conduce dove nessuno di noi saprebbe arrivare con le proprie forze. E conferma la vecchia ipotesi di Borges: l’unico giallo che si deve ancora scrivere è quello dove l’assassino è il lettore.

Titolo: Il mulino di Leibniz
Autore: Paolo Mazzarello
Edizione: Neri Pozza, 2022