La porta di Magda Szabò
Voce all’arte
Recensione di Paola Treu
La porta è un romanzo di Magda Szabò scritto nel 1987 e ripubblicato da Einaudi nel 2005.
“Con Frau Szabó avete pescato un pesce d’oro. Comprate tutta la sua opera.” Herman Hesse
Non conoscevo Magda Szabó, scrittrice ungherese nata nel 1917 e morta nel 2007.
Per me è stata una vera rivelazione, tanto che ho già in lista altri suoi libri e posso affermare che è diventata una delle mie autrici preferite.
Di cosa tratta La porta?
La porta è considerato il suo capolavoro, che l’ha consacrata come una delle più importanti voci della letteratura ungherese del Novecento. È un romanzo, intenso, ricco di sentimenti contrastanti e profondamente commovente.
La prosa, fluida e accattivante, ci coinvolge nella singolare storia, in parte autobiografica, di due donne: una giovane scrittrice di successo, la stessa Magda Szabò, e la sua anziana ed enigmatica domestica. Nonostante siano molto diverse per età ed estrazione sociale, sono unite l’una all’altra da un forte legame, spesso conflittuale, che durerà vent’anni e finirà col diventare quasi un rapporto madre e figlia.
Sullo sfondo emergono anche le vicende storiche dell’Ungheria, dall’invasione nazista durante la Seconda Guerra Mondiale all’avvento del comunismo con l’occupazione sovietica.
Assoluta protagonista è Emerenc, la domestica, una donna riservata, volitiva, dalla spiccata intelligenza ed estremamente generosa. Straordinari sono la sua dedizione al lavoro e il suo amore per gli animali. Ma, rigida nelle sue convinzioni, sa essere pure scontrosa e irritante, non ammette le mezze misure e non cede ai compromessi.
“Crede che vogliano la pace? Io no, perché altrimenti chi comprerà i fucili, chi darà il diritto di impiccare e saccheggiare, se finora la pace universale non c’è mai stata perché dovrebbe arrivare proprio adesso?”
Nonostante o proprio per questi aspetti si è attratti dal suo personaggio e dall’alone di mistero che avvolge la sua vita e il suo doloroso passato. Mistero che pagina dopo pagina viene svelato, così come si scopre cosa nasconde la porta (che dà il titolo al libro) di casa sua, dal forte significato simbolico e che segna il confine tra il suo mondo privato e quello esterno e in cui non è permesso a nessuno accedervi.
Il romanzo, un’assoluta folgorazione per me, è il più bello che ho letto finora quest’anno. Lo stile è pulito, nulla è superfluo ma, al contrario, anche la più piccola virgola è necessaria alla narrazione.
Perchè leggere La porta?
È un racconto che assorbe per la sua drammaticità e mette a dura prova le emozioni. Ci mostra la fatica del vivere e scava nelle mille sfaccettature delle relazioni umane, insegnandoci ad andare oltre le apparenze e a non giudicare mai. Emerenc, figura gigantesca, quasi mitologica e indimenticabile ed è difficile non affezionarsi a lei, resta nel cuore.
“Emerenc era pura, invulnerabile, lei era ciò che tutti noi, i migliori di noi, avremmo voluto essere.”
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Sinossi
È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredás, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche.
La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell’alone di mistero che ne circonda l’esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare.
In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell’anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento.
Pubblicato in Ungheria nel 1987, ma in qualche modo disperso negli anni della transizione politica, La porta è il romanzo che ha rivelato la piú grande scrittrice ungherese contemporanea.