In morte di Anita Garibaldi – di Andrea Santucci

recensione di Emma Fenu

morte anita

 

In morte di Anita Garibaldi è un romanzo di Andrea Santucci edito da Clown Bianco nel 2021.

Di cosa parla In morte di Anita Garibaldi?

Era la notte del 4 agosto 1849 quando Anita Garibaldi, ancora giovane, spirò.

Dopo la caduta della Repubblica Romana, aveva tentato, con il marito e altri compagni, di raggiungere Venezia, ma le forze austriache si facevano sempre più vicine e la febbre saliva e il pancione pesava.

In stato di incoscienza, la donna fu condotta in una fattoria nelle campagne del Ravennate, presso il paese di Sant’Alberto, dove spirò.

Il cadavere fu ritrovato alcuni giorni dopo in evidente stato di decomposizione presso la Landa della Pastorara: ad una prima valutazione furono indicati segni di strangolamento, ma il verbale definitivo dell’autopsia ne decretò la morte per malattia e sfinimento.

Una domanda restò sospesa, gelata nel caldo di quella estate: Anita fu uccisa dal marito, Giuseppe Garibaldi, affinché non li rallentasse e non cadesse, poi, vittima delle torture nemiche? Anita fu uccisa da una manovra di parto indotto che non risparmiò nemmeno il feto?

E qui il nostro romanzo prende inizio.

Per indagare sulla faccenda, a distanza di soli cinque anni, Monsignor Bedini, da Roma, invia sui luoghi del decesso Giordano Bruno Venetacci, giovane e inquieto capitano della gendarmeria pontificia.

Con ottimo piglio investigativo e intricati dilemmi interiori, il capitano arriva a scoprire che non è solo uno l’enigma da sciogliere: esiste davvero il leggendario tesoro di Garibaldi? E chi è la giovane ritrovata morta nel 1951 nello stesso luogo?

Perché leggere In morte di Anita Garibaldi?

Attrraverso una narrazione fluida, ricca di dialoghi e colpi di scena, il lettore si cala nel contesto storico di metà Ottocento, epoca di rivoluzioni, incertezze, briganti, rivoluzionari, misteri e camuffamenti e donne caparbie e coraggiose.

Non si tratta di una rivisitazione della vita di Anita, la guerrigliera brasiliana che fece un pezzo della Storia, ma delle ombre che celano le sue ultime ore, ombre dalle quali Andrea Santucci costruisce un giallo complesso al punto giusto, con personaggi a tutto tondo, irrisolti come si conviene nei polizieschi.

Inaspettato e commovente l’epilogo che sarebbe stato ancor più valorizzato, a mio avviso, se seguito da una postilla dell’autore che svela il proprio approccio documentario alla vicenda e il proprio intreccio fra reale, verosimile e invenzione.

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Sinossi

Giordano Venettacci è un giovane capitano della gendarmeria pontificia nella Roma del 1854.

Le sue capacità attirano l’attenzione di un ecclesiastico di alto rango, che chiede a Venettacci di svolgere un’indagine molto delicata.

Cinque anni prima, nella campagna romagnola, era stato rinvenuto un cadavere illustre, quello di Anita Ribeiro da Silva, moglie di Giuseppe Garibaldi.

L’alto prelato rivela a Venettacci che nel corso dell’inchiesta ufficiale sono emerse alcune incongruenze che potrebbero far pensare che dietro la morte di Anita, avvenuta (in via ufficiale per malaria) nella notte del 4 agosto 1849, possa celarsi un omicidio e gli chiede di condurre una seconda indagine sulla vicenda. Venettacci scopre ben presto che la morte di Anita Garibaldi non è nient’altro che un sottile velo dietro al quale si celano antichi segreti, intrighi e delitti dimenticati.

Titolo: In morte di Anita Garibaldi
Autore: Andrea Santucci
Edizione: Clown Bianco, 2021