Il cane, il lupo e Dio di Folco Terzani
Voce dal cuore
recensione di Alessandra Patrignani
Il cane, il lupo e Dio è un romanzo d’avventura scritto da Folco Terzani, con le illustrazioni di Nicola Magrin, edito da Longanesi nel 2017.
Di cosa tratta Il cane, il lupo e Dio?
Chi, o cosa, si occupa della vita di ogni creatura, che è innominabile e che quando è detto diventa subito bugia?
Un cane viene abbandonato sul ciglio della strada dal suo padrone; dopo aver realizzato che non torna indietro a riprenderlo e che nessun passante si ferma per lui, sperimenta per la prima volta che cosa è la disperazione.
Trascorre tre giorni senza mangiare, finchè incontra una creatura dagli occhi dorati che gli cede parte del suo pasto e che gli fa vedere le cose da
un’altra prospettiva.
“Che ne sarà di me?!” continuò il Cane. “Non ho più la forza di reggermi sulle zampe. Dove potrò distendermi per riposare? Chi mi darà da bere e da mangiare? Ahimè, adesso morirò!”
Le labbra dell’altro si curvarono in un tenero sorriso.“È tutto qui il tuo problema? Ma non lo sai che in questo mondo ci sono miriadi di creature, grandi e piccine, nell’aria, nellìacqua e sulla terra, che ogni mattina si svegliano e non hanno niente? Proprio come te.
Eppure entro la fine della giornata tutti hanno mangiato e bevuto. E quando viene la stanchezza trovano anche un posticino comodo dove potersi distendere a dormire. Come faranno loro?”
Con questa domanda inizia un viaggio molto lungo e particolare per Cane, presentato ai lettori in tre capitoli tematici: il Cane, il Lupo e Dio.
Tristemente, Cane deve lasciarsi la città ed i suoi comfort alle spalle per addentrarsi nel bosco alla ricerca di una meta tanto speciale quanto misteriosa e lontana: la Montagna della Luna.
Ma esiste davvero?
Lungo il cammino incontra personaggi disonesti e si confronta con la sua incapacità di muoversi in un luogo tanto selvaggio; neanche quei pochi umani che incontra gli offrono più aiuto.
Solo e sconcertato si chiede cos’è, cos’è o chi è che si prende cura delle creature ogni giorno?
“Non so il tuo nome, non ti ho mai visto nè sentito, non so nemmeno se ci sei. Ma io sono proprio uno stupido cane e mi sono perso in questa foresta. Ho di nuovo sete e fame. Se mi senti, dammi qualcosa da mangiare!”
In quel preciso istante accade qualcosa che stravolge il cammino del Cane: si incontra con un branco di lupi.
È l’inizio di un apprendistato di vita duro ma necessario.
Per Cane il pellegrinaggio, non più mero vagabondaggio, è particolarmente estenuante. Il suo ritmo non è come quello dei lupi, sono in due mondi completamente opposti, apparentemente: loro così fieri di mantenere la loro indipendenza e padroni di loro stessi, lui abituato ai comfort, ad avere acqua e cibo serviti, a dormire al riparo da tutto.
Ora ogni cosa sembrava perduta per sempre…
“Tu pensi sempre di non avere niente, fratello” disse Muni. “Come se tu non vedessi quello che già hai. Non hai, forse, un bellissimo mantello di pelliccia?”
“Non è folto come il vostro e non basta a proteggermi dal freddo!”
“Davanti hai la tua testa, sveglia, che ti guida. Dentro hai la tua pancia, capiente, come un sacco in cui mettere le scorte di cui hai bisogno. Sotto hai le tue quattro zampe, forti, che ti possono portare fino alla fine della terra.E dietro, girati e guarda se non hai già proprio quello che stai cercando!”
Il cane si girò ma non vide niente.
“Lì dietro! Hai la tua coda, folta e pelosa. Avvolgiti in quella e vedrai come stai bene.
Quella è la coperta che ti porti sempre dietro!”
Con loro Cane impara a sfidare se stesso in ogni avversità che impone la natura, capendo che spesso dietro a qualcosa di spaventoso si nasconde un’opportunità unica.
Lentamente, il viaggio gli mostra che la vera vita è diversa da quella che pensava, gli piace anche, e osservando il cielo stellato si lascia trafiggere dal Mistero. Cosa c’è oltre? E oltre, e oltre, e oltre…?
La vita da lupo è impegnativa, a volte non si tocca cibo per intere settimane, ma è proprio questo che conferisce loro estrema determinazione nel momento in cui una preda incrocia il loro cammino.
I lupi sanno che quello di cui hanno bisogno lungo la Via, lo si trova lungo la Via.
Basta continuare a correre.
Proprio quel continuare a correre riporta il branco di lupi col cane nelle vicinanze di una città e, non appena Cane vede i suoi compagni uccidere una daina per sfamarsi, decide di lasciarli per addentrarsi nella città. Quel loro modo di vivere non fà per lui.
La città è una città a lui sconosciuta, tuttavia, non solo perché diversa dalla città da cui era partito ma anche perché ogni persona e ogni rumore gli erano ormai estranei.
Un ragazzo musicista, diverso dagli altri, decide di prenderlo con sè e per Cane la vita svolta ancora: torna tutto come prima, nuovo padrone ma una casa, cibo e acqua in scodella, un guinzaglio e qualcuno a cui fare le feste. Ma…
“D’un tratto quegli umani gli sembravano bizzarri, così diversi dalle creature che aveva incontrato nel bosco. Neanche uno era nudo. Tutti si erano coperti la pelle con dei vestiti colorati, ai piedi avevano scarpe e tutti si portavano dietro degli oggetti in più: una borsa, una valigetta, un ombrello, un bastone, un cappello…”
Decide di tornare nel bosco con la speranza di ritrovare il branco di lupi e, infatti, poco distante da lì eccoli fermi ad aspettarlo. Questa volta però, la natura fà accadere qualcosa che separerà uno di loro dal branco, con conseguenze inevitabili.
L’estate aveva ceduto il passo ad un vento freddo sferzante da nord; il lungo cammino, le sfide e la fame avevano modificato il corpo del Cane: pelo infoltito e corpo scarno ma soprattutto una mentalità molto diversa.
I morsi della fame gli conferiscono l’impulso e la concentrazione necessaria a cacciare la sua prima preda, per poter sfamare l’intero branco.
Proprio verso il termine del cammino, però, il gruppo si sfalda e Cane rimane, piacevolmente, solo con il lupo più anziano.
La meta è sempre più vicina ma l’età avanzata del lupo e il clima ormai severo obbligano Cane a dover proseguire il cammino in solitudine, sfidando ogni terreno e ogni tempesta, credendo in se stesso e nelle sue capacità.
“I suoi pensieri si mischiavano all’aria, creando forme nella nebbia che l’attimo dopo scomparivano. Gli si pararono davanti pareti di ghiaccio. Scivolò, si rialzò, ricadde. Neve e ghiaccio gli riempivano la bocca e si sentì soffocare, finché non cominciarono a disfarsi.”
Attorno a lui, ora, il vento era cessato ed era circondato da un infinito biancore. Sfinito, il Cane cede alla stanchezza e dorme. Nella mente ripercorre tutta la sua avventura incredibile, fin dal principio.
Con calma, il Cane lascia che la quiete dell’altitudine e della solitudine lo ravvivino. Si alza e, finalmente, comprende di avercela fatta.
Questa consapevolezza gli pone infiniti quesiti, tra cui una domanda, la più grande di tutte.
“Come per magia, ogni giorno ho ricevuto migliaia di doni. Da dove? Da chi?!”
Risvegliato da questo stato contemplativo, si rende conto che il suo corpo non può più farcela.
Soffre la fame da troppo tempo.
L’unica soluzione pare lasciarsi morire.
Inaspettatamente, proprio lì, con un piano perfetto la vita regala un altro giro di giostra.
Perché leggere Il cane, il lupo e Dio?
Questo libro è come un’amaca all’ombra di un albero in una mattinata estiva. Un sollievo per quando ci sentiamo affaticati dal ritmo delle scadenze, dallo stress dei doveri.
Quando siamo troppo attaccati al bisogno di controllare ogni evento. Sappiamo che la vita non è così, che per magia la vita ci riserva sempre un piano B, anche quando abbiamo perso la fiducia in tutto e in tutti.
Oltre le nostre teste, un ordine perfetto consente la vita e l’abbondanza del mondo e di chi lo abita attraverso la legge naturale del dare e avere.
Il Cane ha vissuto una trasformazione per arrivare all’ultimo capitolo, Dio, diventando lui stesso Lupo; dopo aver passato gran parte della sua vita come Cane.
Possiamo trasformarci, trasformare ciò che vediamo e come lo vediamo, semplicemente avanzando con fiducia.
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Sinossi