Vardø. Dopo la tempesta – di Kiran Millwood Hargrave
Voce alle donne
recensione di Emma Fenu
Vardø. Dopo la tempesta è un romanzo storico di Kiran Millwood Hargrave edito da Neri Pozza nel 2020.
Cosa racconta Vardø. Dopo la tempesta?
1617.
Anche la notte di Natale, la notte del Bambino e del Sole nascente, gli uomini di Vardø vanno per mare, solcando le acque gelide a nord della Norvegia. Sono pescatori di esperienza, gente con le onde tumultuose nelle vene.
Non hanno bisogno dei presagi dei tessitori di vento, sacerdoti lapponi che predicono il clima: basta loro scrutare l’orizzonte. Eppure, se è destino o volere di Dio o di un demone, l’umano ingegno si piega come cera nel fuoco.
In un attimo una tempesta li trascina negli abissi e i loro corpi deturpati saranno restituiti dopo tempo alle donne che li aspettavano.
Erano quaranta. Erano mariti, padri, fratelli, figli, fidanzati. Sono morti, tutti.
La terra di Vardø è troppo dura e gelida per essere scavata e penetrata dalle vanghe: i cadaveri, stipati nella rimessa delle barche, attenderanno il sole di mezzanotte, l’estate di luce, per rientrare come feti nell’utero che li ha generati. E, prima di allora, altri ventri si prenderanno cura di loro.
I ventri delle loro donne, donne che pregano, che invocano il Dio degli eserciti e la Dea delle spirali fra salmi e rune, fra lacrime e promesse, fra dolore e coraggio. Andranno alcune di loro per mare, indosseranno pantaloni, cuciranno pelli, partoriranno i figli già orfani.
Daranno scandalo.
Sono bianche, ma si mischiano ai barbari e pagani Lapponi.
Sono donne, ma si comportano come uomini.
Sono cattoliche, ma compiono riti antichi, nati nel gelo e nella neve.
Sono donne sole, ribelli e libere. E dunque streghe.
La loro sentenza è già scritta nei proclami di Cristiano IV, nelle menti distorte degli inquisitori, nei rigurgiti velenosi di un patriarcato che non conosce luce e rinascita. E trema di paura.
Perchè leggere Vardø. Dopo la tempesta?
Kiran Millwood Hargrave racconta con abilità una storia ispirata a documenti storici dando spazio alla psicologia delle protagoniste, diverse le une dalle altre ma accomunate dal silenzio a cui sono costrette.
Voce alle donne, dunque. E finalmente.
In queste pagine si incontra una sola bambolina inflizata, e non è che una macchia nella neve.
Questa è una storia di donne, di amore, di passione, di coraggio, di intuizione, di determinazione. Non ci sono angeli e non ci sono demoni, non ci sono danze rituali. C’è molto di più: c’è lo scontro con la voce dell’altro, colui, anzi colei, della quale dai tempi di Eva si temette la forza generativa della parola.
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Sinossi
1617, Norvegia nordorientale.
In una funesta vigilia di Natale, il mare a Vardø si è improvvisamente sollevato e una folgore livida ha sferzato il cielo.
Quando la tempesta si è acquietata in uno schiocco di dita, così com’era arrivata, le donne si sono raccolte a riva per scrutare l’orizzonte.
Degli uomini usciti in barca non vi era, però, nessun segno.
Quaranta pescatori, dispersi nelle gelide acque del Mare di Barents.
Alla ventenne Maren Magnusdatter, che ha perso il padre e il fratello nella burrasca, e a tutte le donne di Vardø non resta dunque che un solo compito: mettere a tacere il dolore e cercare di sopravvivere.
Quando l’inverno allenta la presa e le provviste di cibo sono quasi esaurite nelle dispense, le donne non si perdono d’animo: rimettono le barche in mare, riprendono la pesca, tagliano la legna, coltivano i campi, conciano le pelli.
Spinte dalla necessità, scoprono che la loro unità può generare ciò che serve per continuare a vivere. L’equilibrio faticosamente conquistato è destinato, però, a dissolversi il giorno in cui a Vardø mette piede il sovrintendente Absalom Cornet, un fosco e ambiguo personaggio distintosi, in passato, per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria.
Absalom è accompagnato dalla giovane moglie norvegese, Ursa, inesperta della vita e terrorizzata dai modi sbrigativi e autoritari del marito.
A Vardø, però, Ursa scorge qualcosa che non ha mai visto prima: donne indipendenti.
Absalom, al contrario, vede solo una terra sventurata, abitata dal Maligno. Un luogo ai margini della civiltà, dove la popolazione barbara dei lapponi si mescola liberamente con i bianchi e dove una comunità di sole donne pretende di vivere secondo regole proprie.
Titolo: Vardø. Dopo la tempesta
Aitore: Kiran Millwood Hargrave
Edizione: Neri Pozza, 2020