Donne che corrono con i lupi
di Clarissa Pinkola Estés
recensione di Maria Luisa Malerba
Donne che corrono coi lupi è la celebre opera di Clarissa Pinkola Estés, edita da Frassinelli nel 1993.
L’autrice è una psicologa junghiana nata da una famiglia ispano-messicana, adottata da una famiglia ungherese e cresciuta prima nel Midwest degli Stati Uniti e poi vicino alle Montagne Rocciose.
Donne che corrono coi lupi, che è stato in vetta ai best seller del New York Times per tre anni, è il frutto dello studio di una vita, della sua tesi di dottorato, del suo lavoro come psicologa e antropologa e dei suoi viaggi e delle sue esperienze tra i gruppi tribali delle Americhe.
“La donna sana assomiglia molto al lupo: robusta, piena di energia, di grande forza vitale, capace di dare la vita, pronta a difendere il territorio, inventiva, leale, errante.
Eppure la separazione dalla natura selvaggia fa sì che la personalità della donna diventi povera, sottile, pallida, spettrale.”
Questo non è un libro semplice e non si legge in fretta.
Si tratta di un lungo e complesso saggio che, come un viaggio di formazione, accompagna la figura femminile alla scoperta della propria essenza.
È uno di quei libri che ogni donna dovrebbe tenere nella propria libreria e “assaporare con calma” in diversi momenti della vita.
Meglio iniziarlo dopo i vent’anni, o forse i trenta, quando già si è raggiunto un minimo di maturità psichica e esperienziale.
Donne che corrono coi lupi attinge al mito, alle favole e, soprattutto, ai racconti e alle fiabe, intrisi di un simbolismo nascosto e sfuggente e che vengono interpretati attraverso una prospettiva psicoanalitica.
Si tratta di storie appartenenti a tradizioni diverse, da quelle più classiche come “Il brutto anatroccolo”, “La piccola fiammiferaia” e “Vassilissa” a quelle meno conosciute, come le leggende dei nativi d’America.
Decodificando la complessa trama simbolica di questi racconti, l’autrice svela chi è la “donna selvaggia”, nascosta in ciascuna di noi.
La donna selvaggia è come una lupa, è istintiva e materna, curiosa e esploratrice per natura, si lascia guidare dall’intuizione e da quella vocina interiore che non sbaglia mai e che, con l’esperienza, bisogna imparare a riconoscere e a seguire.
La società, permeata di maschilismo e di strutture mentali rigide e limitanti, cerca di stroncare questo istinto primario attraverso pregiudizi, stereotipi e costrizioni.
Ma questa forza psichica della donna lupa riesce sempre, in qualche modo, a riemergere.
“Quando perdiamo contatto con la psiche istintiva, viviamo in uno stato
prossimo alla distruzione; a immagini e poteri naturali per il femminino non è consentito il pieno sviluppo.
Quando una donna è staccata dalla sua fonte essenziale, risulta sterilizzata, e i suoi istinti e i suoi cicli naturali di vita vanno perduti, soggiogati dalla cultura, o dall’intelletto o dall’io, propri o altrui.”
La donna lupa, una volta riacquistata la sua componente istintuale e selvaggia, si riappropria della sua forza creatrice e si libera dalle catene e dai vincoli impostale da una società dominata dagli uomini.
Si ricongiunge alla sua essenza più autentica e profonda e ritrova l’armonia interiore, le proprie doti e il proprio valore personale.
Questo libro è una guida per la vita.
Per questa ragione oltre che per la sua
grande complessità simbolica e interpretativa, una volta arrivati all’ultima pagina, non può dirsi terminato.
Va ripreso, ristudiato, ripassato e “rivissuto” perché una donna, nel corso degli anni, va cambiando e a sessant’anni non si è le stesse che a quaranta.
Non è affatto un libro precluso agli uomini, purché siano aperti, “femministi”, curiosi e innamorati delle donne, a tal punto da volerne esplorare più a fondo la natura selvaggia e il loro amore per la vita.
In altre parole, è per quegli uomini che ammirano la nostra realizzazione personale e che gioiscono al vederci splendere.
“Andate e lasciate che le storie, ovvero la vita, vi accadano, e lavorate queste storie dalla vostra vita, riversateci sopra il vostro sangue e le vostre lacrime e il vostro riso finché non fioriranno, finché non fiorirete”.
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Sinossi
l libro-culto che ha cambiato la vita di milioni di donne.
Attingendo alle fiabe e ai miti delle più diverse tradizioni culturali, Clarissa Pinkola Estés fonda una psicanalisi del femminile attorno alla straordinaria intuizione della Donna Selvaggia, intesa come forza psichica potente, istintuale e creatrice, lupa ferina e al contempo materna, ma soffocata da paure, insicurezze e stereotipi.
Titolo: Donne che corrono con i lupi
Autore: Clarissa Pinkola Estés
Editore: Frassinelli, 2011 (seconda edizione)