Qualcosa di bello di Roberto Pellico

Voce alla Voce

Recensione di Loriana Lucciarini

qualcosa di bello
Qualcosa di bello è un romanzo di Roberto Pellico edito da Augh! e pubblicato nel 2022.

Di cosa tratta Qualcosa di bello?

“Un romanzo che parla d’amore. Di quello potente, che apre cuori, crea ponti, abbatte muri. È la storia di vita ed esistenza che un po’ ci rappresentano tutti, fatta di istantanee che sembrano prese dal nostro album di ricordi.

Una storia fatta di quotidiano, presente, passato e ricordi. Di opportunità e aspettative. Di pensieri solidi, che ingombrano la mente e diventano un fardello pesante da portarsi addosso.

Di vie di fuga e bugie, per proteggersi. Di un dolore che toglie il fiato e di un amore che dona speranza. Di voglia di spezzare tutti gli stereotipi culturali per acciuffarla, la felicità. Di legami e di amore. E di come tutto può finire per autodistruggersi, o salvarsi.”

Roberto Pellico è al suo esordio letterario e Qualcosa di bello è il suo primo romanzo, un bel romanzo, scritto bene, narrato bene, articolato bene.

Un romanzo che parla d’amore. Anche di quello fragile, confuso, imperfetto, che prende percorsi inaspettati, sbaglia strada ed è incapace di tornare. Come l’amore tra Andrea e Paolo, che stanno insieme da anni e che adesso sono in crisi, persi nelle trame di una quotidianità che annulla il senso di sorpresa e gioia verso i piccoli miracoli. Un amore che finisce soffocato dai silenzi e del troppo dato per scontato.

“Ma i gay che conosceva Andrea erano diversi da quelli che vedeva in tv. Anche lui e Matteo erano diversi usciti dalle rispettive fogne  senza paillettes e pieni di cicatrici. Topi spaventati che puzzavano ancora del proprio dolore. Era stato facile amarsi, impigliati l’uno all’altro a leccarsi  le ferite.”

Una storia d’amore che sa di realtà. Di quelle dove l’amore spesso però non basta. In cui si va in crisi, nonostante si cerchi di tenersi stretti i legami importanti. In cui ci si impantana ed è il silenzio a decretarne la fine: sono forse i momenti in cui le parole rimangono appese alle labbra, in cui avvizziscono senza fiorire e restano mute, ad essere i segnali dell’imminente fine?

“Non sa esattamente come sia successo. A un certo punto le cose tra loro devono essersi impigliate da qualche parte, tenendoli distanti. Succede. Precipizi, ostacoli, fallimenti soprattutto fallimenti. Momenti in cui l’amore da solo non basta per restare in piedi.

A volte se n’è accorto, altre volte no, ha lasciato che le cose andassero avanti da sole: ognuno abbandonato a se stesso. Vorrebbe potergli spiegare che conosce le sue debolezze, ma che non sempre è stato in grado di prendersene cura. Stringe  la foto tra le mani, con un dito sfiora i lineamenti del volto di Paolo.”

 

Perché leggere Qualcosa di bello?

Qualcosa di bello racconta di legami, fortemente voluti e legami negati. E racconta di rapporti, che magari salvano e impediscono di precipitare nella voragine della disperazione. Storie in cui è più facile salvarsi se non ci si sente soli. Ma cosa accade quando invece questa salvezza viene meno? Quando è proprio la certezza di allontanarsi ad aumentare il senso di solitudine?

“Per Giulia, però, la felicità e il dolore sono emozioni troppo difficili da interpretare. Come le volte in cui si sente scuotere il cuore per un tramonto, o una canzone. O quando le lacrime la aggrediscono all’improvviso di fronte a un ricordo, spiazzandola in modi che non si aspetta. Sono questo per Giulia la felicità e il dolore: fili di solitudine che ognuno ha cucito dentro di sé.”

L’autore scende in profondità nell’animo dei protagonisti, per restituirci emozioni fragili come carta velina, con sensibilità e capacità descrittiva, riuscendo a disporre sulla tela un intrico di esistenze, pennellandole con autentiche emozioni, offrendo dei ritratti vividi e assolutamente reali di anime in cammino.

Ma non c’è solo l’amore a fare da fulcro a Qualcosa di bello di Roberto Pellico, c’è anche il senso di perdita per sé e la distanza tra se stessi e gli altri altri. L’elaborazione di un lutto, il risalire dalla voragine in cui l’assenza di chi amiamo diventa solida e dilania il cuore. Ecco qui l’altro tema cardine del romanzo:  i protagonisti di questa storia, nonostante i loro legami, si ritrovano infine a fare i conti con se stessi, proprio nel momento in cui gli altri sono oltre il muro.

E il muro che non viene giù, e a nulla valgono  i tentativi di farlo crollare e il disperato bisogno di avere qualcuno accanto. Quello è il momento in cui la solitudine s’installa fra due persone? Quanta responsabilità hanno gli attimi in cui si è preferito tacere, piuttosto che permettere agli altri di scoprirci fragili e indifesi?

Nel quotidiano e nel silenzio, fra il non detto e i propri segreti ci si può perdere facilmente, allontanarsi.
Il silenzio si inghiotte le parole che non vengono pronunciate, impedisce alle frasi di arrivare a destinazione, le strappa via prima che possano esistere per davvero, che si trasformino in emozioni. Il silenzio cancella le intenzioni; spesso è alimentato da orgoglio o dalla paura e produce divisioni, allontanamenti.

Il processo può durare attimi, settimane oppure anni; trasformarsi in elemento di rottura o divenire un terremoto sotterraneo, seppur non evidente. Così ci si può ritrovare a precipitare con un “lo sapevo” urlato con rabbia o, ci si può sorprendere a un passo dal vuoto, chiedendosi qual è stato il punto esatto in cui tutto è cambiato.

“C’è un momento in cui ogni persona smette di essere definitivamente quello che è. Paolo lo sa. Conosce il suono che fa la vita quando si strappa, lo squarcio che lascia un segreto quando è talmente infido da non poterlo condividere con nessuno. È abituato a conviverci. A tenerselo addosso, quel segreto, anni passati a cercare di dimenticarlo ma invece, poi, resta un conto sempre aperto che torna alla memoria.  Lo amerebbe ancora,  Andrea? Se sapesse davvero cosa è successo quel giorno. Quando Paolo Romani ha smesso di essere un uomo diventando altro, qualcosa d’indefinito, un avanzo di sé.”

Ma si può riuscire a invertire il senso di marcia per un futuro diverso da quello che, invece, sembra essere già un finale scontato? Se l’amore salva, può l’amore stesso essere salvato?

Andrea e Paolo questo lo sanno e, a modo loro, cercano di salvare quello che resta, quel qualcosa di bello che li ha fatti sentire vivi, che li ha resi felici.

Nelle ultime pagine arrivano i colori di speranza. E anche se i rattoppi di fortuna appaiono imperfetti, proprio come chi li ha realizzati, ci auguriamo che saranno forti e duraturi, così da riuscire a salvare quel qualcosa di bello, prima che esso si rompa per sempre. Certo, il rischio che tutto crolli esiste, tuttavia l’ottimismo e il coraggio sono scelte, a volte determinanti.

 

Link d’acquisto

 

Sinossi

Paolo e Andrea si amano da molto tempo.
Un giorno, però, il loro equilibrio viene incrinato da un evento inaspettato: una mail proveniente dal passato di Andrea e alla quale è impossibile sottrarsi. I due dovranno fare i conti con le proprie fragilità, scoprendo che non basta amarsi per impedirsi di soffrire, non basta nemmeno essere attenti, premurosi, volenterosi che le cose funzionino.
Manuele, intanto, il migliore amico di Paolo, scrive in un blog irriverente le sue disavventure con un amore non corrisposto.
E poi c’è Giulia, legata a Paolo da un segreto, che dopo la perdita dei genitori decide di fare volontariato nel carcere di Padova. Le storie di tutti i protagonisti s’incastrano tra speranze e delusioni, rabbia e solitudine.

Un romanzo intimo sulle relazioni umane, la crudeltà dei sentimenti e la straordinaria potenza del desiderio di amare. Ma anche sulla sensazione che non tutto sia perduto, perché ci ricorda che in mezzo alle misteriose trame dell’amore, quando smettiamo di essere ostaggi del passato e di nascondere la nostra infelicità, ci si può ancora incontrare, rintracciando gli indizi per una possibile salvezza.

Titolo: Qualcosa di bello

Autore: Roberto Pellico
Editore: Augh!, 2022