Diario del primo amore – di Giacomo Leopardi
a cura di Franca Adelaide Amico
Un Leopardi innamorato ancora giovanissimo. A diciannove anni e mezzo, Leopardi scrive un diario di memorie del suo primo innamoramento.
In superficie, abbiamo tutte le manifestazioni canoniche dell’amore giovanile: il “colpo di fulmine”,lo stato di agitazione, l’insonnia, lo scemato interesse per gli studi e quelle che noi definiamo “farfalle nello stomaco”,meglio definite, però, dal nostro Grande.
Il giovane Giacomo si innamora a prima vista, quasi per un caso fortuito, di una Signora (così, con iniziale maiuscola la definisce nello scritto) più grande di lui, sposata, una Pesarese che, nella sua peculiarità, incarna ciò che di diverso hanno le donne di Pesaro rispetto alle marchigiane: bruna, tratti ben definiti anche se gradevoli, gioviale, affabile e mai incline all’affettazione.
È una donna forte, sicura e, soprattutto, sincera e spontanea. Il giovane Leopardi ha tanto bisogno di affetti sinceri, di spontaneità, di gioie semplici e vere; vede, pertanto, in questa donna, l’incarnazione e la presenza di ciò che gli manca. È un amore che dura una sera: qualche sguardo, qualche parola, una giornata insieme e mai da soli.
Deve ripartire subito,questa donna e Leopardi, così, rimane solo, con quelle “amate carte” che non sono più tanto amate, con quegli studi matti e disperatissimi che non gli riempiono più la vita.
Deve ripartire subito,questa donna e Leopardi, così, rimane solo, con quelle “amate carte” che non sono più tanto amate, con quegli studi matti e disperatissimi che non gli riempiono più la vita.
Giacomo pensa costantemente alla sua donna,la sogna, per parafrasarlo, se la ” finge” nel pensiero.
Scrive del suo amore,non di lei ma del suo amore e dei moti del suo cuore; il volto e le fattezze pian piano nei giorni si dileguano e rimane ciò che di nobile e bello lascia l’amore: la sensazione di essere vivo, essere vivo anche nella sofferenza,la nausea per l’usato e la necessità di percorrere altre strade,quelle dell’ interiorità.
Il nostro Giacomo è molto perspicace da porsi una domanda:
“E se al posto di quella donna ci fosse stata un’ altra simile,diversi sarebbero stati i moti del mio cuore?”
No, si risponde il poeta, perché la Pesarese aveva rappresentato l’Amore svincolato dalla fisicità.
Così si comprende perché Giacomo,in preda al travaglio della passione e anche dopo, quando questa si era stemperata nella poesia, non gradisce studiare e non può trovare conforto nella poesia, neanche in quella del suo adorato Petrarca, come lui stesso afferma.
E possiamo supporre che Giacomo, in quel momento della sua vita, vedesse nel Canzoniere di Petrarca una raccolta “dedicata” ad una donna, Laura, per l’appunto, concreta, mentre il suo era amore unico, esclusivo, amore della Mancanza.
Leggendo le pagine del diario,come accade ogni volta nell’ assaporare gli scritti del nostro grande poeta, mi sento chiamata in causa, mi metto accanto a lui e con lui sento la sparuta folla di quei giovani che hanno il suo stesso sentire.
Leggendo le pagine del diario,come accade ogni volta nell’ assaporare gli scritti del nostro grande poeta, mi sento chiamata in causa, mi metto accanto a lui e con lui sento la sparuta folla di quei giovani che hanno il suo stesso sentire.
Leopardi ci fa conoscere il miracolo della scrittura; ci dice che qualunque nostra emozione, avventura o disavventura, qualunque accadimento, è chiarito, temperato, trasformato, attraverso la scrittura e la poesia.
Pochi,come i Grandi della classicità, ci porgono il potente valore alchemico della scrittura.
E, poi,nelle pagine di questo diario, rivedo me stessa da giovane e ancora adesso,rivedo tanti giovani e non più giovani,rivedo tutti coloro cui manca tutta quella positività che il nostro mondo,nel quotidiano, sembra negarci.
Leopardi era selettivo: nell’amore,negli affetti,nelle amicizie.
E, poi,nelle pagine di questo diario, rivedo me stessa da giovane e ancora adesso,rivedo tanti giovani e non più giovani,rivedo tutti coloro cui manca tutta quella positività che il nostro mondo,nel quotidiano, sembra negarci.
Leopardi era selettivo: nell’amore,negli affetti,nelle amicizie.
Non si accontentava, non si lasciava vivere.Innamorarsi di un’altra donna qualunque,avrebbe significato, per il poeta, adeguarsi ai formalismi, all’insincerità, alla mediocrità da lui sempre aborrita perché Leopardi,nella stragrande maggioranza della gente del suo tempo, questo vedeva.
E non si accontentava.
E preferiva restare solo, coltivando la sua interiorità, tenendo fede al patto di fedeltà con se stesso.
Restare saldi come roccia anche quando il mondo frana attorno: questo è l’ insegnamento del nostro Giacomo. Fede in se stessi.
Rivedo, dicevo,tanti giovani di oggi,insoddisfatti e ” implosi”, che nel loro che bel loro essere selettivi, si scoraggiano ipotizzando che il richiamo di chi grida più forte sia il più valido e l’unico da seguire, pur credendo, in fede, he non debba essere così.
E non si accontentava.
E preferiva restare solo, coltivando la sua interiorità, tenendo fede al patto di fedeltà con se stesso.
Restare saldi come roccia anche quando il mondo frana attorno: questo è l’ insegnamento del nostro Giacomo. Fede in se stessi.
Rivedo, dicevo,tanti giovani di oggi,insoddisfatti e ” implosi”, che nel loro che bel loro essere selettivi, si scoraggiano ipotizzando che il richiamo di chi grida più forte sia il più valido e l’unico da seguire, pur credendo, in fede, he non debba essere così.
Perciò, caro Giacomo, grazie ancora per quello che hai scritto, per la tua vita, così come è stata, per la tua Fede.
Link d’acquisto
Sinossi
Questo ebook è un testo di pubblico dominio. Potete trovare il testo liberamente sul web. La presente edizione è stata realizzata per Amazon da Simplicissimus Book Farm per la distribuzione gratuita attraverso Kindle.