Niente di Vero di Veronica Raimo
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
Niente di Vero è un romanzo di Veronica Raimo edito da Einaudi nel 2022.
Di cosa tratta Niente di Vero?
Prendi un romanzo di formazione e fallo a coriandoli. Riassembla le parti con la colla. Su cosa stai incollando? Sulla credenza di nonna?! Va bene, è un giusto sacrificio in nome della memoria.
Perchè in quei fogli ora parcelizzati che si ricompongono lasciando vuoti o incontri forzati di tessere prima fra loro sconosciute, c’è il racconto di chi si è stati, di chi ci ha generato, educato, traumatizzato, divertito, consolato, deviato per sempre, salvato dalla normalità e immerso nell’alcol per pulirci e nella noia per temprarci.
Veronica,chiamata dalla madre Verika, perchè indecisa fra Veronica e Erika, e dal padre Oca, dal nomigliolo che lei si era affibbiata da piccolissima, nasce in una famiglia che sembra normale. Così come lo sembrano tutte. No, qui non si cela un mostro, ma si può morire. Dal ridere.
Mamma insegnante. Parrebbe un bene. Peccato che alterni manie del controllo, educazione sessuofobica e depressione e anche ora, con i figli adulti, sia disposta a comporre qualunque numero di telefono per cercare il figlio che crede vittima di un rapimento. Qualunque numero.
Papà che lavora per un’azienda, che gli regala una macchina da ricchi invece di aumentargli lo stipendio, uomo per cui tutto è paradossale, tranne quando lo è davvero, ipocondriaco e con singolari dogmi sull’igiene.
Fratello geniale, che fa tutto prima e meglio, ma non è antipatico nè genera conflitti.
E l’ultima nata? Ah beh… lei, ecco lei… a lei piace disegnare! Non è vero, ma che importa?
In una casa di 60 metri quadri in cui per ricavare stanze i muri dividono a metà le finestre e i letti scompaiono durante il giorno, bisogna avere pazienza se non c’è spazio per il bidet, ma quantomeno questa bambina doveva manifestare qualcosa.
Stichezza, per esempio. Con il nonno che le stringe i pugni fino ad arrivare alle manovre. (E qui la facile battuta servita su un piatto d’argento: stavolta c’è riuscita!)
Qualche piccola difficoltà a lasciarsi andare (dove?) nel sesso e un bisogno terapeutico di scrivere. Ma te l’ha ordinato il dottore? Sì!
Perchè questa famiglia ti ama tanto, Vero, e sarai contenta e commossa di vederti quella bruciatura procurata da tuo padre per salvarti dal tetano e se i ricordi li ricrei, li riformi, li vesti da clown per far ridere e poi piangere, non ci importa se è successo davvero proprio così.
In qualche modo è successo e la famiglia lo ha metabolizzato, trasmettendolo alle generazioni successive per… farne un libro. Forse due.
E vorresti comporre il numero di telefono e dirglielo a tuo padre che quella vacanza sarebbe stata uno schifo, ma lui non c’è più. Forse. Chissà se è sopravvissuto, sarebbe un paradosso. Sicuro ha letto il libro e ride. E piange di nostalgia dolce.
Quindi il libro racconta una storia vera?
E chi lo sa. E chi se lo ricorda, A chi importa.
Niente di vero, tranne Vero.
Perché leggere Niente di Vero?
Io non so se consigliare questo romanzo.
Non gli avrei aggiudicato il Premio Strega Giovani, eppure gli riconosco l’ironia sottile, fin dal titolo, la genialità della narrazione a incastro, la capacità di raccontare tutto in modo talmente buffo da far sorridere e poi riflettere.
E quando il lettore riflette, a volte ricorda o costruisce ricordi propri. A volte si accorge che si ride per non piangere. E allora la scrittrice strizza l’occhio e il lettore prosegue.
A volte mi sono annoiata, ma ho proseguito, perchè la Raimo lo sa cosa è la noia, non può farcela subire senza un motivo veramente importante, senza un finale che cambierà le mie sorti di lettrice e scrittrice.
E perchè mai dovrebbe prendersi questo disturbo? A lei e al nonno le storie piacciono così.
Se ci piacciono, bene, altrimenti… “c’è Francesca al telefono”. Non avete capito? Perchè non siete della famiglia dei lettori di Niente di Vero.
Quindi ok, ve lo consiglio, basta che poi non piagnucolate perchè non è come Lessico Familiare. Io non vi prometto niente. Abbiate coraggio.
Link d’acquisto
https://www.ibs.it/niente-di-vero-libro-veronica-raimo/e/9788806251895
Sinossi
Prendete lo spirito dissacrante che trasforma nevrosi, sesso e disastri famigliari in commedia, da Fleabag al Lamento di Portnoy, aggiungete l’uso spietato che Annie Ernaux fa dei ricordi: avrete la voce di una scrittrice che in Italia ancora non c’era.
Veronica Raimo sabota dall’interno il romanzo di formazione.
Il suo racconto procede in modo libero, seminando sassolini indimenticabili sulla strada.
All’origine ci sono una madre onnipresente che riconosce come unico principio morale la propria ansia; un padre pieno di ossessioni igieniche e architettoniche che condanna i figli a fare presto i conti con la noia; un fratello genio precoce, centro di tutte le attenzioni.
Circondata da questa congrega di famigliari difettosi, Veronica scopre l’impostura per inventare se stessa.
Se la memoria è una sabotatrice sopraffina e la scrittura, come il ricordo, rischia di falsare allegramente la tua identità, allora il comico è una precisa scelta letteraria, il grimaldello per aprire all’indicibile.
In questa storia all’apparenza intima, c’è il racconto precisissimo di certi cortocircuiti emotivi, di quell’energia paralizzante che può essere la famiglia, dell’impresa sempre incerta che è il diventare donna.
Con una prosa nervosa, pungente, dal-l’intelligenza sempre inquieta, Veronica Raimo ci regala un monologo ustionante.