Il castello di Dragonwyck di Anya Seton
Voce alle Donne
Recensione di Emma Fenu
Il castello di Dragonwyck è un libro di Anya Seton scritto nel 1944 e riedito da Neri Pozza nel 2022.
La recensione che precede questa analizza il medesimo libro: Tiziana Tixi ci offre una lettura de Il castello di Dragonwyck puntuale, dettagliata, accorta e attenta ad ogni dettaglio storico e narrativo. Vi consiglio di leggerla prima della mia che sorvolerà su alcuni aspetti per soffermarsi su altri.
Di cosa tratta Il castello di Dragonwyck?
Miranda, riccioli biondi, pelle diafana e intensi occhi castani, è una ragazza di campagna dedita con sforzo al lavoro faticoso e all’osservanza della Bibbia, imposta con rigore dal padre: la sua vita di diciottenne è un sogno in cui le parole dei romanzi si fanno sogni in una realtà in cui si sente costretta e infelice.
Il destino bussa a una porta: un ricco zio di origini olandesi invita una delle sue cugine nel Il castello di Dragonwyck, a poca distanza da New York, per occuparsi dell’educazione della sua piccola Katrine.
Nonostante l’iniziale diniego le padre, la madre, che ha un debole per Miranda, e un piccolo stratagemma di quest’ultima, faranno decidere per la partenza. Il viaggio entusiasma e inquieta al tempo la nostra protagonista, proiettata in una realtà che ha immaginato solo attraverso i libri e, una vollta giunta nella tenuta, ha già avuto modo di invaghirsi, ancora inconsapevolmente, dello zio.
No, Nicholas non è un signore baffutto e caldo di mezza età, ma il classico bel tenebroso: trent’anni, fisico asciutto ma imponente, cappelli corvini, bocca sensuale, carnagione olivastra e occhi di ghiaccio. E, come se il quadro non fosse completo, per far battere il cuore ingenuo di Miranda, è ricco, sicuro di sé, lunatico, ironico, gentile e poi gelido.
Strane voci circolano, inoltre, sulla grande casa gotica: che sia stregata e abitata dal fantasma della prima moglie dell’avo di Nicholas e che ci siano zone del maestoso castello in cui si percepiscono brividi anche in piena estate.
E io mi fermo qui. Il resto lo leggerete, se vi sentirete attratti.
Perché leggere Il castello di Dragonwyck?
Scritto, vi ricordo, nel 1944, Il castello di Dragonwyck, pur nel contesto narrativo della letteratura del tempo e delle pressioni culturali e sociali inerenti ai sentimenti delle donne, vertenti dall’ingenuità all’isteria, e sul loro ruolo: se benestanti essere un orpello decorato di pizzo, piume e trine al braccio del marito in occasioni mondane o politiche e generare almeno un figlio maschio, se povere accudire la casa, lavorare duramente e … generare almeno un figlio maschio.
In realtà le donne sono molto più complesse, hanno ardore, passione e coraggio, intelligenza e perspicacia, e hanno idee ben chiare sulla politica, nel caso specifico sulla lotta contro il sistema feudale latifondistico importanto dall’Europa, solo che non hanno voce. Parlano ma o non sono sentite o sono irrise o, più dignitosamente, smentite.
Eppure questa Miranda così lontana da noi, per contesto storico ed educazione, che non sa che ci saranno lotte femministe, trionfo della democrazia, terrorismo, eccidi, disastri ecologici, sarebbe molto stupita nell’ascoltare quanto nel futuro abbiamo costruito, ma forse lo sarebbe di più non appena, e dovremo farlo, le riveleremo le statistiche attuali sui femminicidi compiuti in numero maggiore dai partner delle vittime.
La storia sembra ripetersi…
E la patologia mentale, generata fin dalla morte della madre, in età ancora molto giovane, che ha traviato in Nicholas con manie di grandezza e lucida mitomania, oggi, soprattutto in seno ad una relazione di coppia, non la definiamo solo egomania, ma narcisismo patologico.
E tu lo conosci, Miranda.
Conosci il periodo dell’amore perfetto. L’abbandono. La totale mancanza di empatia. Il disprezzo. Il ritorno dell’amore. E il ciclo continua fino alla distruzione dell’autostima della vittima e, nel più drammatico dei casi, di abusi di varia natura su essa, morte inclusa.
Quanti castelli di Dragonwyck dovremo radere al suolo?
RiepilogoPunti di forza
Punti deboli
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Sinossi
Fra Daphne du Maurier e Jane Eyre, un romanzo che mette in scena un castello abitato da misteri; un tenebroso signore del maniero; una ragazza ingenua e molti segreti che premono per vedere la luce.
«Il castello di Dragonwyck colpisce al cuore». – True Romance
Miranda Wells, diciotto anni, capelli biondi come ranuncoli, pelle candida come i fiori di melo che le ricoprono il vestito mentre legge un romanzo francese anziché dedicarsi alle ben più pressanti faccende di casa, è una ragazza dalla bellezza squisita e dall’animo limpido, amante delle cose eleganti e ancora preda dei sogni infantili.
Nella sua passione per la letteratura e le avventure libresche sembra quasi di scorgere una giovane Emma Bovary, piena di entusiasmo e di illusioni.
È per questo che quando, nella primavera del 1844, a casa Wells arriva la lettera di un lontano parente, il ricco proprietario terriero Nicholas Van Ryn, che la invita a trascorrere un periodo presso di lui, Miranda comincia a sognare di allontanarsi dai genitori, e in particolare dal padre, rigidamente religioso, per vivere la vita piena di emozioni che ha sempre desiderato.
Van Ryn ha bisogno di lei per un motivo concreto, far compagnia alla figlia Katrine, eppure a Miranda quella sembra l’unica possibilità di sfuggire a una quotidianità ottusa e banale.
Una volta arrivata a Dragonwyck, la tenuta della «strana e sregolata» famiglia Van Ryn nella Hudson Valley, stato di New York, la ragazza ne rimane immediatamente stregata. Sembra proprio un incantesimo, quello che promana dalle mura di una villa tanto audace da parere un castello, con la sua torre gotica, i frontoni, i comignoli, i giardini fioriti e gli interni lussuosi.
Allo stesso modo Miranda è affascinata dal padrone di casa, Nicholas, con le sue mani lunghe e sottili e l’abitudine di portare sempre un fiore all’occhiello. Tutto sembra perfetto, dunque, nella sua nuova vita in cui i confini del gusto e della moralità sembrano spingersi sempre un po’ piú in là. Perfetto, anche se nell’ombra piú fonda dei sottoscala infestati di voci si rincorrono sussurri e sotto le chiome degli alberi si nascondono segreti.
Ma è quando gli occhi del padrone di casa finiscono per cadere sempre piú spesso su di lei che la vita di Miranda, oltre che perfetta, rischia di diventare pericolosa.
Pubblicato per la prima volta nel 1944, Il castello di Dragonwyck è il ritratto di una società divisa fra ricchezze lascive e terribile povertà, in cui si muovono personaggi preda di intense passioni; una storia gotica di manipolazione e mistero, in cui striscia, costante, una fredda corrente di inquietudine sottile.