LA RAGAZZA DEI COLORI – di Cristina Caboni
Io mi curo con un libro
Recensione di Serena Savarelli
La ragazza dei colori è un romanzo di Cristina Caboni edito da Garzanti nel 2021.
Io mi curo con un libro
Per la rubrica Io mi curo con un libro oggi le parole chiave sono due verbi: AUTOREALIZZARSI e PERDONARSI.
L’autorealizzazione è in cima alla piramide che classifica le nostre necessità. Lo spiega bene l’autore di questa piramide, Abraham Maslow. Egli spiega che ogni individuo ha il potenziale necessario per autorealizzarsi; infatti ogni persona è motivata dal desiderio intrinseco di avvicinarsi alla persona che desidera essere.
Autorealizzarsi, alla fine, permette di percepire la realtà in modo efficiente e precisa, di accettare sé stessi e gli altri, di avere pensieri ed emozioni spontanee, di concentrarsi sui problemi, di essere indipendenti e autonomi, di dotarsi di freschezza nelle conoscenze e nelle idee, di sperimentare “sentimenti oceanici”, di indentificarsi con l’umanità rispettando in pieno gli altri, di instaurare legami profondi, di avere un senso dell’umorismo filosofico, premuroso e non ostile, di avere senso creativo e di avere fiducia in sé stessi.
Spesso, per autorealizzarsi è indispensabile imparare a perdonarsi, cioè essere abbastanza coraggiosi da essere compassionevoli con sé stessi. Smettere di criticarsi, di darsi la colpa, di pensare a cosa sarebbe successo se si avesse agito diversamente. Tutto questo si trasforma spesso nelle nostre catene e impedisce di riconoscere risorse e opportunità.
Perché? Perché aver commesso un errore può invadere tutta la vita e disorienta. Ogni persona, tuttavia, è molto più che la raccolta di tutti i suoi errori.
Ecco che si spalanca questa verità: perdonarsi è imparare a lasciar andare per reinventare sé stesso.
La ragazza dei colori di Cristina Caboni
Come ha fatto la protagonista del nuovo romanzo di Cristina Caboni, La ragazza dei colori.
“Una volta, i colori erano una bussola, li sentiva sotto la pelle, li vedeva sulle persone. La circondavano. Adesso invece che cos’erano? Non lo sapeva con certezza, così cercava di non pensarci.”
La ragazza dei colori. Stella. La osservo seduta alla stazione: occhi che fissano un punto preciso e il suo essere smarrito è al centro di tutto. Quando inizia a parlare con un uomo, sembra capace, inconsapevolmente, di cogliere in un attimo il significato della sua vita. I due si cambiano qualcosa e io
mi chiedo se si rivedranno.
Ho la percezione che il futuro abbia in serbo qualcosa per loro, ma forse sono stata fuorviata dal modo in cui l’uomo l’ha appena guardata, ammaliato per tutto il tempo che gli è stato concesso in compagnia di lei.
Ho deciso che la seguirò di nascosto, perché la sua esistenza è stata incitata da qualcosa che ancora ignoro, ma attrae anche me.
Mi ritrovo in riva al lago di Garda dove Stella, con una valigia tra le mani, guarda in direzione di Bardolino. L’affianco mentre i suoi passi sono incerti e la mente piena di ricordi; cammino al suo fianco finché non arriviamo a casa di sua zia Letizia e, proprio lì, scopro che quel viaggio è il desiderio dello
zio defunto: essere lì e ridare colore a ciò che il tempo ha inesorabilmente scolorito.
“I colori la investivano, l’accoglievano e lei, all’improvviso, li sentì scorrere dentro, come un tempo.Erano come racconti. Erano i colori del mondo.”
Sono sempre con Stella, quando apre una vecchia valigia e decide che tocca a lei plasmare di nuovo il passato della sua famiglia, restaurare vecchie storie e portare alla luce le sfumature vere di emozioni lontane. Solo così, Stella avrebbe potuto mantenere promesse e perdonarsi, riconciliandosi proprio con sé stessa e realizzarsi nuovamente.
“Stella sapeva tutto sul colore. Sapeva che nasceva dalla luce, ovviamente. Sapeva che era generato dalla rifrazione della stessa su una superficie. Ma la spiegazione scientifica, secondo lei, non era in grado di contenere la vastità del concetto.
Perché il colore era anche, e soprattutto, percezione.
Era come un desiderio, come un genio: appariva solo veniva evocato.”
Stella evoca i colori, ma anche i rimorsi, i dolori, le sofferenze e il coraggio di chi allora aveva fatto la differenza, come sua zia Letizia.
Da alcuni disegni colorati ecco che emerge, nella sua possanza, una storia nuova, lontana e che può dare pace al presente di Letizia e al futuro di Stella.
Inseguo Stella che corre, che piange, che pensa e che lotta contro una sé stessa vera che vuole di nuovo irrompere in tutta la sua magnificenza.
Per troppo tempo la ragazza dei colori si era sentita una foglia scaraventata di qua e di là, triste ai margini delle vite degli altri, in colpa ogni volta che evitava ogni cosa, mai protagonista dello scorrere dell’esistenza.
Il passato di Letizia è il dono che suo zio le porge per destarla dal torpore grigio che l’avvolge, perché, come lui le ripeteva spesso, nessun problema è irrisolvibile per quanto lo sembri.
“I colori avevano avuto anche un altro effetto: le avevano ricordato com’era. Le avevano ricordato la magia della pittura. Le avevano restituito ciò che aveva messo da parte e allo stesso tempo bramato. Una parte di sé.
Dipingere per Stella era come respirare.”
Perchè leggere La ragazza dei colori?
È commovente, adesso, osservare Stella che proietta nella tela ciò che le ribolle dentro, il suo mondo infinito, trasformando, nella vita reale, le sue idee, frutto di una meticolosa ricerca, in azioni che uniscono più persone. Proprio così… l’arte è un catalizzatore incredibile, per mostrare a tutti un’altra prospettiva.
“È una storia che tutti devono conoscere”, rispose Stella con gli occhi lucidi.
Adesso anch’io sono detentore della loro storia, una storia che insegna che i colori possono trasformare anche il nero più intenso, che la vita può essere sempre ridipinta, che si deve perdonare e riconciliarsi con il passato, per poter realizzare un’esistenza infinitamente migliore.
Grazie al nuovo romanzo di Cristina Caboni, La ragazza dei colori, ogni lettore avrà la possibilità di riflettere su sé stesso, sui doni che possiede, amalgamando passato e presente per dare vita a nuove sfumature e, senza dubbio, a una nuova storia.
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SINOSSI
Il blu del cielo regala allegria, il verde dei prati conforto.
Stella ci credeva davvero. Credeva davvero che i colori avessero il potere di cambiare le emozioni e la vita delle persone. Ma per lei non è più così. E si sente perduta. Fino al giorno in cui, nella casa dell’anziana prozia Letizia, trova una valigia in cui sono custoditi dei disegni.
I tratti sono semplici, infantili, ma l’impatto visivo è potente. Il giallo, il rosso e il celeste sono vivi, come scintille pronte a volar via dalla carta. Stella ha quasi paura a guardarli. Perché, per la prima volta dopo tanto tempo, i colori non sono più solo sfumature di tempera, ma sensazioni, racconti, parole. Stella deve scoprire chi li ha realizzati, solo allora tutto tornerà come prima. Ma Letizia, l’unica che può darle delle risposte, si chiude in un ostinato silenzio.
Continuandole sue ricerche, però, Stella scopre un episodio che affonda le sue radici nel periodo più difficile della storia nazionale, quando poveri innocenti rischiavano la vita solo a causa della loro origine. Quando la solidarietà di un intero paese riuscì ad avere la meglio sull’orrore, salvando la vita a centinaia di bambini ebrei.
Quello che Stella non poteva immaginare è il senso di colpa che quei disegni hanno celato per decenni. Un senso di colpa che grava come un macigno sulle spalle di Letizia. Spetta a lei ricostruire cosa è successo davvero. Perché Stella ha imparato che il buio non dura per sempre e che il sole splende ogni giorno più forte che mai.
Titolo: La ragazza dei colori
Autore: Cristina Caboni
Casa Editrice: Garzanti, 2021