Madri di Beppe Gaido e Stefania Bergo
Voce alle Donne
Recensione di Emma Fenu
Madri è un romanzo autobiografico di Beppe Gaido e Stefania Bergo con le fotografie di quest’ultima, edito da Gli scrittori della porta accanto nel 2020.
Di cosa tratta Madri?
Madri è la storia delle donne africane che si recano all’ospedale Sant’Orsola di Matiri, in Kenya, per ricevere assistenza ginecologica o pediatrica.
Camminano per ore o sono issate su carriole o mototaxi per raggiungere la salvezza: devono partorire o hanno minaccia d’aborto; hanno uteri vuoti di embrioni ma pieni di fibromi e cicatrici; portano in braccio o in fascia un figlio che forse non vivrà.
Sono storie di madri benedette o negate, di bambini miracolosamente salvi o dolorosamente spirati.
Sono storie di mogli che non servono se non procreano, uteri che devono funzionare, pena il ripudio e la morte di fame, l’esclusione, la follia.
Madri è la storia di Sara, perchè per intervistare bisogna saper accogliere e far germogliare parole dalle parole.
Madri è la storia di un medico missionario che è attivo sempre, perché la vita e la morte non hanno orari.
Madri è la storia di Beppe, un uomo di scienza e di fede, di cervello, mani e cuore. Un uomo che non si arrende ma sa accettare la sconfitta. Perché la vita non muore.
Perché leggere Madri?
Un percorso di costellato da parole scientifiche e tecniche, che non fanno perdere potenza alle emozioni e alle riflessioni, e da immagini in bianco nero di donne e bambini.
Donne dagli occhi come pozzi, che a guardarli ci di perde come in una foresta, e dalla grande dignità e bellezza. Dee della vita e sacerdotesse della morte, ventri di bambini e storie e popoli.
L’ultima fotografia ritrae due occhi e una bocca aperti in un sorriso: che il futuro abbia il tuo viso e la tua meraviglia, bambina.
Che tu possa essere Donna prima di essere madre e possa essere madre di figlie e figli che invecchieranno cantando e ballando sotto il sole e la pioggia.
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Sinossi
«È passata la mezzanotte da appena dieci minuti quando a Matiri accogliamo il primo neonato del 2019. Una bellissima bambina, in ottime condizioni di salute. Un parto nei primi dieci minuti dell’anno nuovo è di buon auspicio. Che bello iniziare così!»
Beppe Gaido è un chirurgo.
Dal 1981 è anche un religioso, missionario prima in Tanzania, poi in Kenya, dove ha prestato la sua opera a Chaaria e in seguito a Matiri.
Vive e lavora qui, nel “luogo della polvere”, dove sorge un ospedale affacciato su una splendida vallata.
Il reparto che preferisce è la Maternità, dove vita e morte si incontrano e scontrano di continuo, tra gioie persistenti e dolori che si piazzano sotto lo sterno come macigni.
È di queste madri che Beppe racconta in una lunga intervista a Sara.
Per aprire una finestra sulla vita al limite di queste donne, spesso sole, fragili, fiere come guerrieri Masai e resilienti come dei Don Quichotte avvolti in coloratissimi kikoi.
Per aiutare il St. Orsola, cui andrà tutto il ricavato della vendita di questo libro. Grazie.