La morte negli occhi di Jean Pierre Vernant

Voce alle Donne

Recensione di Emma Fenu

 

la morte occhi

 

 

La morte negli occhi è un saggio di Jean Pierre Vernant con prefazione di Silvia Romani, dato alle stampe nel 1985 e riedito da Il Mulino nel 2023.

 

Di cosa tratta La morte negli occhi?

 

Jean Pierre Vernant si dedica allo studio delle divinità greche legate alla maschera: diventano oggetto di indagine sia che la indossino e la portino loro stessi sia che lo facciano i celebranti durante i culti a loro dedicati.

 

Vengono identificate tre Potenze fondamentali: Artemide, Dionisio e Medusa che, pur nella reciproche differenze, sono in rapporto con l’alterità.

Chi è l’Altro per i Greci?

Colui o ciò che si caratterizza nel rapporto di contrasto con il modello di cittadino maschio: lo straniero, il barbaro, la donna e il morto sono, perciò, gli Altri con cui intrare in rapporto o con cui non confondersi.

Iniziamo da Artemide, la dea selvaggia e cacciatrice dei boschi, la vergine che danza, l’abitatrice di monti, zone incolte, lagune; zone, quindi,  limitrofe, di confine fra il noto e l’ignoto temibile.

Inoltre, la Dea ha un ruolo specifico nella guerra che non è combattere, ma guidare e salvare quando la violenza dello scontro è tale da minacciare l’umanità e la civiltà facendole ritornare allo stato ferino.

E questo ruolo di difesa di confini sottili ma invalicabili si manifesta anche nel suo essere designata come protettrice delle partorienti, ossia di donne in uno stato urlante, viscerale e animalesco che devono, poi, tornare, nei canoni di spose e madri Greche.

Artemide viene da lontano, dai Tauri della Scizia, considerati barbari dai Greci, ma proprio il suo essere straniera e assimilare l’altro senza inselvatichirsi ne fa paradigma dell’Identico che nasce, appunto, adottando l’alterità altrui.

Proseguiamo analizzando la maggiore forma maggiore di alterità, la morte, che a sua volta ha un duplice volto: la gloria dell’eroe che viene ricordato nella memoria collettiva, che ne rende le gesta immortali, e l’orrore terrificante dell’ignoto poiché non la si può pensare dal punto dei vista dei trapassati, ma solo da quanti sono ancora in vita.

L’orrore si personifica in Medusa, la Gorgone dalla faccia leonina, gli occhi spalancati e fissi, il mento peloso, la chioma anguiforme, le orecchie grandi e bovine, le zanne appuntite da cui spunta la lingua.

Ecco l’altro per eccellenza: la donna, il caos, l’indole bestiale e la morte.

Interessante è osservare che lo strumento musicale associato a Medusa e Dionisio è il flauto sia perchè produce un suono contrapposto alla parola articolata sia perché chi lo suona deforma il proprio viso a somiglianza di un mostro per trascinare gli astanti non nell’estasi contemplativa, ma nella danza orgiastica.

 

Perché leggere La morte negli occhi?

 

Ribadisco sempre quanto sia difficile recensire un saggio senza scadere nel riassunto: il testo La morte negli occhi è breve ma complesso, strutturato, ricco di citazioni, esaustivo e preciso, con livelli di lettura vari, fino a quello dell’esperto che sarà stimolato ad ulteriori approfondimenti nelle proprie successive scelte di lettura.

Ho voluto soffermarmi, in questo conciso intervento, su Artemide e Medusa perchè esse sono l’alterità nel Femminile, ma Dionisio non è certo trascurato nell’analisi in cui Vernant integra le tre potenze citate.

Concludo con un’immagine particolarmente attuale per me come studiosa, il cui ultimo seminario è dedicato a Biancaneve, e per la società mediatica in polemica a seguito delle frasi tratte dal discorso di Paola Cortellesi sulla suddetta fiaba.

Parliamo di specchi, dunque, attraverso un archetipo di grande fascino.

Il volto di Medusa è l’immagine di sè allo specchio, ma uno specchio “magico”, pericoloso, che afferra e trascina.

Chi vedi è te stesso morto, nell’aldilà; chi vedi ti terrorizza, perchè sei tu, ma non tu.

E quel tu lo sarai, un giorno.

 

 

Link d’acquisto

https://www.ibs.it/morte-negli-occhi-figure-dell-libro-jean-pierre-vernant/e/9788815387943?queryId=5deb6be2b73438a694a6807caf70a185

 

Sinossi

A partire dalle opere di Omero, Esiodo, Erodoto, Callimaco, il libro rintraccia nella cultura greca la costante di un’opposizione tra Altro e Identico, civiltà e selvatichezza, ideale apollineo e frenesia dionisiaca.

Una eterna oscillazione a cui presiedono tre divinità: Dioniso, Artemide e Medusa. Dioniso, dio del teatro, porta nel quotidiano l’ebbrezza e il delirio; Artemide, dea della caccia e delle zone di confine tra umano e ferino, tra adolescenza ed età adulta, assolve una funzione di mediatrice nella sua veste di dea dell’ospitalità.

Medusa infine, con la sua maschera orrida e grottesca, è figura del disordine cosmico, dell’indicibile.

 

Un classico degli studi sulla mitologia greca, che viene qui introdotto dalle belle pagine di Silvia Romani.

Titolo: La morte negli occhi
Autore: Jean Pierre Vernant
Edizione: Il Mulino, 2023