Carol Topolski: nel segreto della mente del mostro
Voce alle Donne
di Emma Fenu
I romanzi di Carol Topolski sono densi e scuri.
Sono una palude inconscia in cui liquido amniotico, sangue, lacrime e vomito si mescolano e diventano prigione punitiva per il bambino cattivo che vive dentro il mostro.
Chi è il mostro?
È uno di noi, camuffato da “normale”.
È la dottoressa stimata, il vicino di casa con la vita invidiabile, la giovane donna con le unghie sempre laccate.
Chi era il mostro?
Un bambino non amato, cresciuto in una famiglia violenta o anaffettiva, divenuto incapace di stabilire rapporti sani con l’altro perché ha sperimentato il fallimento della prima relazione d’amore, ossia di quella con la madre, in primis, e con il padre.
Il mostro, nei romanzi di Carol Topolski, è un bambino che non ha compiuto il processo che porta al riconoscimento di sé come amabile, buono e sessualmente identificabile in un maschio o una femmina adulti.
Il mostro, dunque, è un eterno bambino cattivo, che supplisce alla mancanza di amore con anoressia, bulimia e autolesionismo fino ad arrivare alla svolta, ossia ad estendere il proprio sommo e malato potere di controllo non solo su se stesso, ma anche sull’altro, sulla vittima.
Dare la vita o togliere la vita: ecco l’estremo potere, che assimila a Dio, di cui il mostro si nutre, perché mai si è saziato del cibo dell’amore, del latte che riempie pancia e anima, del frutto dolce e morbido come un seno o un bacio.
La scrittrice è una psicoterapeuta e la sua formazione ben si riflette nei suoi due libri: L’amore è un mostro e Non fare male, editi entrambi da Bompiani, rispettivamente nel 2009 e nel 2014.
Le storie raccontate sono diverse: nel romanzo d’esordio viene indagata la psicosi di una coppia di giovani sposi che arriva a chiudere in una gabbia e a far morire di inedia la propria creatura di quattro anni; nel secondo, invece, la protagonista è una dottoressa affermata che scatena la propria follia omicida contro le donne che ritiene non meritino di essere madri.
Si tratta di tematiche molto forti, purtroppo riconducibili a noti casi di cronaca, condotte da Carol Topolski con bisturi da medico legale e penna da abile narratrice, soprattutto nella seconda prova.
L’originalità e la complessità della struttura accomuna le due opere che intersecano voci multiple, tutte in prima persona, e piani temporali diversi, senza puntare tutto sul colpo di scena finale, ma attirando il lettore in una spirale soffocante e in un labirinto di emozioni e convinzioni, ossia nella mente del mostro.
Sinossi
Brendan e Sherilyn sono una giovane coppia innamorata.
Sembrano fatti l’uno per l’altra. Di bell’aspetto, in carriera, da poco si sono trasferiti da Londra, per abitare il quartiere residenziale di Crescent, a Manchester.
Sono molto cortesi, impeccabili, testimoniano i vicini.
Il loro giardino è curato all’inverosimile, come i loro abiti.
Si sono incontrati sul lavoro, entrambi impiegati indefessi, cui l’azienda ha dato ampio credito e ha deciso di premiarli fino a renderli soci.
Chiunque li abbia conosciuti, chiunque prenda la parola nel romanzo, non può che attestare l’irreprensibile normalità dei due giovani.
Eppure, a dire il vero, tutti, nessuno escluso, hanno sempre avvertito qualcosa di inquietante in loro, qualcosa di troppo perfetto, un dettaglio che provoca una strana sensazione di disagio.
La più sospettosa è Charlotte, anziana signora, vicina di Brendan e Sherilyn, ficcanaso e depositarla dei segreti del piccolo quartiere.
E in effetti, una crepa alla imperturbabilità dei Gutteridge si è verificata: l’arrivo di una figlia indesiderata: Samantha…
Titolo: L’amore è un mostro
Autore: Carol Topolski
Edizione: Bompiani, 2009
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Sinossi
Che cosa succede quando qualcuno il cui compito è quello di fare il bene è segretamente malvagio?
Virginia è un medico affermato, di quelli a cui ci si rivolge con fiducia in momenti particolarmente delicati e importanti della vita come la nascita di un figlio.
Virginia, però, nasconde in sé un enorme segreto, una rabbia che sfocia in comportamenti fuori dal comune e nella passione per il bondage.
Forse è il frutto di un passato difficile, forse è qualcosa di più.
Questo lato, nascosto a chi la conosce solo nelle vesti di medico, si trasforma in una rabbia lucida e pericolosa quando si convince che una donna non merita di diventare madre.
La maternità, il bene e il male sono al cuore di “Non fare male”, un’romanzo che porta il lettore negli angoli più nascosti dell’animo umano, che svela le ragioni del male, le cause della follia.