Il caso Agatha Christie di Nina de Gramont

Voce al Sogno

Recensione di Tiziana Tixi

 

il caso christie

 

Il caso Agatha Christie è un giallo storico di Nina de Gramont edito da Neri Pozza nel 2022.

Di cosa tratta Il caso Agatha Christie?

Agatha Christie, nata Miller, sposata con il colonnello Archibald, era una signora dell’alta società inglese.

Ancora oggi è considerata la regina del giallo ma, nella sua sterminata produzione, se ne distingue uno dalla tonalità più intensa perché non è battuto a macchina dalle sue dita veloci.

È ideato da lei ma non è fatto di carta e inchiostro; è un manto che la avvolge perché ne è la protagonista.

Ed è il suo unico giallo che non ha mai avuto soluzione. Nessun Poirot, nessuna Miss Marple a dissipare la nebbia degli undici giorni in cui Agatha scomparve in seguito alla richiesta di divorzio da parte del marito. Lei stessa non ne parlò mai più.

 

Nel romanzo Il caso Agatha Christie, Nina de Gramont cerca di ricucire quello strappo nella tela della vita di Agatha con il potere dell’invenzione letteraria. Come trascorse la donna gli undici giorni in cui polizia, cani ed elicotteri la cercavano in ogni contea d’Inghilterra? La ricostruzione del mistero è affidata a una testimone d’eccezione, Nan O’Dea, l’amante di Archie.

Ella rivelerà ogni dettaglio, perché tutto sa. Èconsapevole di essere l’altra; accetta che le sia cucita addosso la lettera scarlatta di rovinafamiglie.
Chiede al lettore un solo gesto di clemenza: che ascolti anche la sua storia.

Agatha vive con Archie e la figlia in una lussuosa dimora ribattezzata Styles in onore del primo giallo pubblicato. È un astro nascente della scrittura, una Dame ammirata, di grande fascino.

Ma l’istinto femminile e il fiuto di giallista la rendono inquieta; in quel matrimonio apparentemente perfetto avverte una crepa, che diventerà una voragine. Ad aprire quella crepa è stata Nan, giovane segretaria di Archie.

Il 3 dicembre 1926 l’uomo impone alla moglie il divorzio per sposare l’amante. Egli lascia Styles. Agatha è incredula, muta e immobile come una statua. Poi all’annichilimento segue uno slancio di orgoglio. La stessa sera, alle 21.15, esce di casa e fa perdere le proprie tracce.

La sua auto viene ritrovata il mattino successivo vicino una cava di gesso. Agatha è una donna scomparsa.

Se dapprima Archie è sicuro che la moglie sia fuggita per vendetta o in un disperato tentativo di farlo tornare da lei lacerato dal rimorso, con il passare dei giorni egli è sempre più angosciato. Meglio che Nan esca di scena affinché la relazione adulterina non diventi di dominio pubblico. E la giovane si ritrae nell’ombra.

Ma chi è Nan? Il suo racconto scorre seguendo il flusso di quegli undici strani giorni ma spesso il suo passato doloroso ne incrina la voce e Agatha, la scomparsa, scompare anche dalla vicenda e irrompe l’altra.

Il caso Agatha Christie è ampiamente costruito sull’analessi. Nan si è insinuata tra le pieghe della vita coniugale dei Christie. Ma perché?

Per gli agli e il lusso che il colonnello potrebbe garantirle? Perché ama interpretare il ruolo della giovane seduttrice che strappa il marito a una signora ancora piacente ma avviata a sfiorire?

Nulla di tutto questo. Diventare la nuova lady Christie è per lei una missione d’amore. Ma di un amore ben diverso dalla pulsione che una donna prova verso un uomo.

Quello che muove Nan è un amore viscerale, primitivo, che affonda le radici nel passato e che non ha mai smesso di ardere. Per questo è necessario ascoltare la sua supplica e permetterle di farsi conoscere. Si apre uno squarcio che ci porta indietro nel tempo.

La famiglia O’Dea abita a Londra ma è di origini irlandesi. Nell’isola dai prati di smeraldo dove trascorre le estati, Nan conosce Finbarr, due occhi azzurri sempre atteggiati al sorriso.

Tra giochi e corse sulla spiaggia i due si innamorano ma lo spettro della guerra diventa una cruda realtà e li separa. Ma non sarà per sempre. Così le giura Finbarr, sicuro che tornerà incolume; allora la sposerà.

Come pegno di questa promessa, egli le dona il claddagh, l’anello di fidanzamento irlandese.

Il corso della Storia permette a Finbarr di onorare il giuramento; in seguito all’armistizio, la coppia si ritrova tra la folla esultante di una Londra in tripudio.

Nan concepisce un figlio. Finbarr la precederà in Irlanda e, all’arrivo di lei verrà celebrato il matrimonio. La felicità è a portata di mano ma, come accade a Tantalo, tanto più sembra vicina tanto più si allontana. Nan scappa di casa in segreto; una gravidanza sconveniente era costata la vita alla sorella, vittima dell’ira paterna.
Arrivata in Irlanda, cullando nel grembo un figlio e nel cuore un sogno d’amore, la dolcezza delle attese diventa fiele insopportabile.

La guerra ha risparmiato Finbarr ma un altro dèmone ne insidia la vita, appesa a un filo per una grave malattia. Le speranze di guarigione sono ridotte a un lumicino.

Inizia l’inferno di Nan, sola e incinta. Ormai è una ragazza perduta e le si spalancano le porte del Sunday’s Corner, un convento per madri nubili dove tante altre ragazze perdute sono rinchiuse per espiare una colpa di cui non hanno colpa.

Nel pio istituto le monache sono tutt’altro che sorelle ma aguzzine.

Lì non vengono curati i lividi dell’anima ma si picchia più forte. Non vengono sussurrate parole di conforto ma vengono urlati improperi. Il tempio di Dio è diventato la casa del Male dove non si celebra l’agape ma un rito di sangue.

Nan stringe per poco tempo la sua bambina che le viene strappata e data in adozione. Finbarr è sopravvissuto ma non abbraccerà mai la piccola. Genevieve. Questo è l’amore che muove le azioni e i passi di Nan.

La sua vita diventa un’incessante ricerca della figlia per riannodare quel filo brutalmente reciso. Eccoci al varco. Nan scopre che la bimba vive a Styles ed è ufficialmente l’unigenita dei coniugi Christie.

Mente diabolica o madre disperata? Nan pianifica con razionalità la sua missione. Per riavere Genevieve e perché nessuno possa più separarle, ella deve entrare di diritto in quella casa come moglie del colonnello e matrigna della bambina.

Agatha deve essere sacrificata. L’amore per Finbarr, sempre intenso e travolgente, deve essere sacrificato.

Torniamo agli undici giorni del dicembre 1926.

Su Agatha tante domande. Mentre il mondo mormora, Archie è un crogiuolo di sentimenti: paura, rimorso, rigurgiti di amore per la moglie e una sorta di repulsione verso Nan. E soprattutto la determinazione a mantenere l’immagine integerrima di gentiluomo servitore della Patria.

Archie è il personaggio più riprovevole della vicenda. Tanto è tracotante dietro il suo status sociale, tanto è inetto nella vita. Inetto, ovvero incapace di uscire dal culto di sé per ascoltare gli altri.

È prigioniero di un’incapacità di scegliere che provoca uno scarto tra i propositi e le azioni reali. Nan si fa da parte per evitare lo scandalo ma, soprattutto, per perfezionare il piano prima di sferrare il colpo finale. Il suo rifugio è un hotel di Harrogate; in un’atmosfera onirica si consuma un duplice omicidio e si intrecciano le vite di Nan, di Finbarr, sempre sulle sue tracce, e dell’ispettore Chilton, che si occupa del caso Christie.

In un cottage immerso nel bosco di Harrogate, Chilton ritrova la scrittrice. È una Agatha rigenerata, il volto disteso e una luce che emana da dentro. Il cottage diventa una bolla atemporale in cui Chilton e Agatha, Finbarr e Nan trascorrono le ultime ore prima che la Christie torni nel mondo. Sono momenti di amicizia e passioni amorose.

Nella magia di questo non tempo, le donne stringono un patto che le unirà per sempre. Poi la vita riprende il suo flusso. La vicenda si conclude con un lieto fine? Sì.

Ma ognuno trova il proprio spazio felice in un altrove che accoglie chi ha coraggio di venire meno a sé stesso per rinascere a sé stesso.

Perché leggere Il caso Agatha Christie?

Il caso Agatha Christie è un romanzo che sorprende. Il nucleo generativo è la scomparsa di Agatha ma, proprio perché inghiottita dalla nebbia, diventa un fantasma.

Con un deciso rovesciamento prospettico, Nan, da muta ombra, si fa oratrice impegnata in un’appassionata arringa difensiva di sé stessa e di Agatha.

Nina de Gramont sorprende perché ridisegna in modo inedito la morfologia del triangolo amoroso, letto dalla parte delle donne. Le due rivali dovrebbero covare un profondo odio reciproco, invece esse, incarnazione di due diversi modelli femminili, finiscono per diventare complici, sorelle grazie a una comunicazione empatica basata sulla condivisione.

Condividono l’uomo; ma Archie non è il pomo della discordia quanto una lente che permette a ciascuna di scrutare l’altra. Nan ammira Agatha, che rappresenta la versione sublimata di sé stessa: la Dame indossa perle vere e si sta affermando come giallista laddove la segretaria deve accontentarsi di perle finte ed è una scrittrice mancata.

Tuttavia Nan non le invidia altro privilegio che la maternità.
Agatha incarna lo stereotipo della devota gentildonna; la carriera è in ascesa ma non si considera una scrittrice: è soprattutto moglie e madre.

Fuggendo da Archie, ella fugge dallo stereotipo e scopre la sua vera identità di donna libera, addirittura anticonformista. Apre gli occhi sul passato per costruirsi un futuro migliore. Riconosce la sua vocazione di scrittrice: la scrittura è risorsa e rifugio. Quello che aveva vissuto come un lutto si rivela occasione di rinascita.

“Quello che non sapeva era che il dolore può donare frutti insperati, trasformando il tuo mondo in un luogo fatato dove non hai niente da perdere e puoi incontrare la felicità […]”

Condividono la fuga; Nan è scappata inseguendo l’amore, dal naufragio di un amore scappa Agatha. Condividono un segreto. Il dolore suggella la loro sorellanza più di un vincolo di sangue. Agatha non alza muri; apre le braccia.

Superare lo steccato della diffidenza e ascoltare: così il nemico smette di incutere timore e può diventare un alleato.

Degna epigona di Agatha Christie, la de Gramont incastona con maestria un giallo nel giallo, un duplice omicidio che insinua nella mente del lettore una domanda: qual è il confine tra vendetta e giustizia?

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Sinossi

Un giorno di dicembre del 1926, dopo aver comunicato alla moglie Agatha la sua intenzione di divorziare per sposare la sua amante, il colonnello Archibald Christie parte per un weekend presso amici.

Quella stessa sera dalla dimora di campagna, ribattezzata Styles dal primo caso di Hercule Poirot, la scrittrice svanisce nel nulla. La sua Morris Cowley viene ritrovata alle prime luci del mattino sul bordo di un dirupo. Sul sedile posteriore, la pelliccia, una valigia piena di abiti e la patente.

L’ipotesi più plausibile è un gesto disperato, la signora aveva un forte esaurimento nervoso, si sussurra.

Migliaia di uomini, tra poliziotti e volontari, cani, persino aeroplani: tutta l’Inghilterra si mobilita per cercarla, come se l’angoscia che l’ha spinta a fuggire avesse fatto di lei la persona più importante della terra. Persino Nan O’Dea, l’Amante, è in ansia.

Nonostante abbia tramato per insinuarsi nella lussuosa residenza dei Christie, per entrare in confidenza con Agatha, che è elegante e raffinata come lei non sarà mai. Nonostante, soprattutto, si sia impegnata a fondo per attirare l’attenzione dell’arrogante colonnello e farlo innamorare.

Ora però che lui è caduto nella rete, con il suo obiettivo che può dirsi a portata di mano, Nan ha un altro disegno in mente.

Agatha ha qualcos’altro che lei vuole, oltre a suo marito. Perché ciò che le è accaduto tanti anni prima, in
Irlanda, le ombre scure, i gravi segreti, i colpi bassi del fato che popolano il suo passato, non possono trovare riparazione, se non in qualcosa di molto più efferato e definitivo.

In questa appassionante ricostruzione possibile degli undici giorni in cui la scrittrice scomparve per il mondo, Nina de Gramont crea una trama fitta di mistero e colpi di scena, in cui nulla è come appare, nessuno dice la verità e soprattutto la soluzione potrebbe essere lì in piena vista, alla luce del sole, in perfetto stile Agatha Christie.

 

Titolo: Il caso Agatha Christie
Autore: Nina de Gramont
Edizione: Neri Pozza, 2022