Sorelle di Ana Juan e Matz Mainka
Voce alle Donne
Recensione di Emma Fenu
Sorelle è un libro illustrato di Ana Juan e scritto da Matz Mainka, edito da #logosedizioni nel 2011 e ristampato nel 2016.
Di cosa tratta Sorelle?
Una notte di urla e boati. Cielo nero come inchiostro. Stelle e luna sotto la coltre, mentre l’acqua diventa tempesta e la tempesta diventa morte.
Una donna sta dando alla luce due gemelle siamesi, attaccate per i capelli. Le cesoie della levatrice, tranciando le chiome scarlatte già lunghe delle neonate, spezza, come una parca, l’ultimo respiro della madre.
Zac. E invece no.
Il rumore delle forbici che recidono è un grido da strega o da demone.
Le due bambine, battezzate Lilo e Lila, sono perfettamente identiche e, per distinguerle, portano un fiocco fra i capelli: la prima giallo, la seconda verde.
Pur cresciute con cura, le sorelle non manifestano alcuna forma di emozione e di comunicazione con il mondo esterno: vivono nella stessa bolla e dove finisce una, inizia l’altra, avvinte in linguaggio segreto in cui, fra le ciocche, intrecciano racconti che solo loro possono intendere.
Ma, un giorno, Lilo si innamorerà, infrangerà la bolla e le scheggie si conficcheranno nel cuore di Lila, rosa dalla gelosia.
Finchè quest’ultima prenderà il nastro giallo della sorella…
E qui la storia assume i contorni del dramma. Lo scoprirete.
Perché leggere Sorelle?
Sorelle è un capolavoro di bellezza, arte, rimandi storici, antropologici, sociologici, piscanalitici.
Le immagini vanno lette, vissute, osservate fino a quando non ne sarete catturati, catapultati dentro il libro, fra le pagine, nel cuore della bolla, e in quello spazio che ne grida l’assenza.
Le poche parole sono carezze o lame, anche quando sono ripetute. Sembrano le stesse, ma mutano, trascinandovi nell’abisso.
Un illustrato per adulti, non perchè contenga scene di sesso o violenza, ma per i temi che affronta: il conflitto fra sorelle, l’isolamento, il tradimento, la morte, la follia. Un concentrato di spine che avvolgono per arrivare alla sola rosa. Rossa.
Non credo sia un caso che le gemelle abbiano i capelli rossi: il colore delle chiome delle streghe; delle parrucche dei teatranti, nel ruolo di schiavi, in epoca antica; delle persone guardate con sospetto, come Rosso Malpelo di Verga.
Rosso è il colore del sangue, anche mestruale, della passione, della femminilità. E. senza quei capelli scarlatti, si muore realmente o metaforicamente..
Perchè si “muore”? Antropologicamente le chiome identificano i soggetti per sesso, ceto, cultura, etnia, religione, spesso ideologia.
Non a caso, venivano rasate le streghe e, in guerra le donne del nemico per umiliarle, mortificarle. Violarle.
Tagliare i capelli ha, infatti, un valore simbolico molto forte: dallo scalpo esibito con la mano grondante di sangue al desiderio odierno di un nuovo look. Quante volte abbiamo detto di voler andare dal parrucchiere per un taglio con il passato, una svolta, una crescita?
E se Sansone nella chioma aveva la forza e Eva ne aveva l’innocenza, come la Vergine, Maria Maddalena, rossa, aveva il potere femmineo di quante possono blandire e accarezzare ma anche stringere con lacci e portare a sè, ossia se-durre.
Basta un ricciolo scarlatto reciso e lasciato cadere. Ma è un ricciolo? O un rivolo di sangue? O un serpente?
Link d’acquisto
http://illustrati.logosedizioni.it/numeri/45/sorelle/
Sinossi
Titolo: Sorelle
Autori: Ana Juan e Matz Mainka
Edizione: #logosedizioni, 2016