I delitti di West Point di Louis Bayard

Voce al Sogno
Recensione di Tiziana Tixi

 

i delitti

I delitti di West Point è un giallo storico di Louis Bayard scritto nel 2006 e pubblicato da La nave di Teseo nel 2023.

Di cosa tratta I delitti di West Point?

Edgar Allan Poe frequentò l’Accademia militare di West Point dal 30 giugno 1830 al febbraio 1831.

Ne I delitti di West Point Louis Bayard penetra in questa breve parentesi della vita del poeta e la dilata grazie all’invenzione letteraria.

Augustus Landor è un detective in pensione che vive in una fattoria sull’Hudson. È un uomo solo, Gus, completamente solo. Ha perso la moglie, stroncata dalla tisi, quella stessa malattia da cui egli è scampato. La figlia Mattie se n’è andata chissà dove e chissà quando tornerà; chissà se tornerà.

Gli unici occhi che lo guardano con umida tenerezza sono quelli di Hagar, la sua mucca; la solitudine di Landor è affollata da una torma di fantasmi, quelli dei ricordi, quelli degli errori. E poi i fantasmi delle persone che hanno abitato nella sua vita; una nebbia silenziosa e urlante, un’accusatrice implacabile e sfacciata, sempre pronta a ricordargli che uomo è stato, cosa ha fatto, cosa non ha fatto.

La mattina del 26 ottobre 1830, in piena estate indiana, le colline intorno alle Buttermilk Falls ribollono di caldo e foschia; di ritorno dalla solita passeggiata Gus non trova solo Hagar ad aspettarlo. Nel cortile davanti al cottage è ferma una carrozza trainata da un baio nero; si fa avanti un giovane ufficiale. È il tenente Meadows; viene da West Point con l’ordine di prelevare Landor e scortarlo in Accademia. Il sovrintendente Thayer ha bisogno di un privato cittadino di comprovata operosità e discrezione; qualità necessarie per svolgere un’indagine delicata su un caso scottante.

Thayer e il comandante Hitchcock sono in loco parentis verso i giovani che varcano la porta di West Point; il loro dovere è renderli gentiluomini e soldati. Questo si aspettano le famiglie, questo si aspetta lo
Stato. Uno scandalo sarebbe un colpo mortale per l’onore dell’Accademia; un lauto pasto per gli avvoltoi che ne desiderano l’estinzione.

Leroy Fry, un cadetto del secondo anno, è stato trovato impiccato; si è suicidato. O forse è stato suicidato. Il corpo profanato, il cuore espiantato. Questo è il primo nodo da sciogliere: una sola persona si è accanita sul cadetto Fry? Oppure l’omicidio – perché di omicidio si tratta – e la profanazione sono opera di soggetti diversi? L’ispezione del cadavere restituisce un reperto; la mano stringe un brandello di carta gialla. È fradicio e strappato ma sono leggibili poche lettere vergate in stampatello.

Landor viene avvicinato da un cadetto di primo anno; è evidentemente più vecchio dei colleghi della sua classe. L’adolescenza si attarda nella costellazione di brufoli sulle loro mascelle, nei loro petti sfuggenti; questo giovane uomo è diverso. I suoi brufoli sono cicatrizzati, il portamento eretto.

È Edgar Allan Poe; un tipo bizzarro fin nell’aspetto, un ossimoro vivente. Gli occhi sono troppo grandi per il suo viso, i denti minuscoli; la corporatura è esile come un filo di paglia. Che dire della fronte? È una cosa pallida e massiccia, così espansa che nemmeno il cappello riesce a contenerla. D’altra parte secondo la morfopsicologia essa è il tratto di un’intelligenza eclettica, di una intensa attività razionale – ricordiamo l’erma di Socrate!

Perché Poe apostrofa Landor? Il cadetto sente di doverlo mettere a parte di una conclusione cui è giunto in merito all’affaire Fry; l’assassino, sussurra concitatamente, è un poeta. Certo, un poeta! Il cuore è un simbolo, oppure è solo un muscolo privo di interesse estetico. Rimuovere il cuore di un uomo è trafficare con i simboli: che è il mestiere del poeta. E questo Edgar Allan Poe lo sa bene.

Landor è incuriosito dall’eccentricità del giovane, tutt’altro che sciocco; ottiene da Thayer il permesso di assumerlo come assistente. Poe sarà le sue orecchie, sarà i suoi occhi tra il corpo militare: sarà la sua spia. Un articolo del Poughkeepsie Journal del 30 ottobre riporta una notizia raccapricciante; in una fattoria una mucca e una pecora sono state trovate sgozzate, i cuori espiantati. Landor e Poe lavorano alacremente; ricostruiscono il messaggio del cartiglio di Fry: si tratta di un appuntamento urgente.

Durante un sopralluogo dentro la ghiacciaia rinvengono un simbolo esoterico e una scritta sacra al contrario, entrambi tracciati sul suolo.
Che tra le austere mura di West Point si annidi una setta satanica? La pista esoterica sembra la più accreditata; i sospetti cadono su Artemus Marquis, cadetto di quarto anno. Egli è un tipo carismatico, un vero e proprio leader e pare sia un dilettante di magia nera. Poe si attribuisce la missione di avvicinare il giovane e la sorella, Lea; intende scoprire a quali oscure pratiche siano dediti, carpire informazioni. La dialettica e l’abilità poetica di Poe catturano Artemus che lo include nel novero dei fedelissimi, tra cui spicca Randolph Ballinger. Certo, con costui Poe non ha vita facile; altezzoso e irascibile, Randy lo tratta con
evidente disprezzo.

Ma Ballinger gli arreca un’onta ben più grave; egli corteggia la signorina Marquis. A Edgar sono bastati pochi minuti per essere conquistato da Lea, connubio di fascino e ingegno; si è innamorato perdutamente. La giovane soffre di una alterazione della personalità che si accompagna a violente crisi di convulsioni con perdita di conoscenza.
Landor si immerge nel diario di Fry; deve decodificare quelle pagine fitte di parole aggrovigliate, incrociate, un labirinto di caratteri incomprensibili a un occhio estraneo. A fine novembre Ballinger viene trovato impiccato, il cuore espiantato; e evirato. Il corpo è deturpato da ferite, segno, questo, che il cadetto è stato ucciso, straziato quindi impiccato.

Il principale sospettato è Poe; egli non aveva fatto mistero che non avrebbe esitato a uccidere Ballinger qualora si fosse frapposto tra lui e Lea. All’interno del corpo dei cadetti fioriscono le ipotesi e cresce l’isteria; l’assassino è dentro quelle mura. Mentre il cielo su West Point è sempre più plumbeo, Landor e Poe diventano più che collaboratori; più che compagni di bevute: diventano amici. Il cadetto Stoddard, l’ultimo a vedere vivo Fry, scompare.

Poe non è stato sincero fino in fondo con Landor, ha tradito la promessa di non mentirgli mai; inoltre il passato turbolento grava come un fardello sulla sua rettitudine. Gus lo accusa senza accusarlo; il sospetto che abbia ucciso uccide la loro amicizia. Per il giovane questo è l’ennesimo abbandono, l’ennesima ferita. Una scoperta sembra rafforzare la pista esoterica; Henri le Clerc, temuto cacciatore di streghe, commise una apostasia e si gettò tra le braccia di colui che aveva combattuto.

Il religioso è un antenato dei Marquis. Artemus e Lea sono troppo vicini a Poe, potrebbero stritolarlo in un abbraccio mortale. Come Orfeo, anche Edgar scende nell’Ade e ritorna alla luce. Il caso è risolto. Landor consegna a Thayer una verità; verosimile, plausibile. Ma è questa la Verità? Vaghi ricordi sedimentati nell’inconscio di Poe riaffiorano nitidi alla sua mente; egli è il Prometeo che porta il fuoco dell’altra verità. I dèmoni che hanno reclamato sacrifici sono l’amore e l’odio.

 

Perché leggere I delitti di West Point?

 

Chi si aspetta un giallo ne troverà uno degno di questo nome; concepito e strutturato con maestria, risolto con un deciso rovesciamento prospettico. Ma Bayard va oltre. I delitti di West Point è un inno all’amicizia. Landor e Poe sono diversi e uguali; entrambi sono soli, entrambi hanno perso molto, troppo. È fuoco e gelo. Bayard insinua nel lettore un fondo di amarezza perché mette davanti alla voragine psicologica della perdita.

Le perdite hanno irrigidito Landor e Poe; la loro ibernazione li induce a una coazione a ripetere comportamenti per cui continuano a perdere e a farsi perdere. Restano macerie, resta il vuoto. Da riempire e svuotare ancora e ancora. È un omaggio alla poesia e alla letteratura, il cui spirito vibra nello spirito visionario e immaginifico di Poe. I delitti di West Point insiste sul valore della scrittura quale chiave per aprire porte chiuse.

“Ma credo che ci sia qualcosa nell’animo umano che vuole essere rivelato, anche nei suoi aspetti più brutti. Perché altrimenti un uomo, me compreso, si prende la briga di mettere le parole sulla carta?”

La parola scritta, il modo in cui è scritta dicono molto più di quanto chi scrive dica. Scrivere è farsi cercare per farsi trovare; nudi, impotenti. E autentici.
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Sinossi

1830, Accademia militare di West Point: la calma di una sera di ottobre viene sconvolta dal ritrovamento del corpo di un giovane cadetto appeso a una corda. La mattina dopo, arriva la scoperta di un dettaglio ancora più macabro, qualcuno ha prelevato il cuore del cadavere.
Augustus Landor, che ha acquisito una certa fama durante i suoi anni come detective nella polizia di New York, viene chiamato per indagare in segreto. È un caso sconcertante che Landor deve risolvere al più presto e con la massima discrezione, perché uno scandalo potrebbe compromettere la reputazione della neonata Accademia, destinata a diventare una delle più prestigiose istituzioni americane.

L’investigatore trova un alleato inaspettato per seguire le tracce dell’assassino: un giovane cadetto lunatico con un debole per l’alcool e un passato oscuro pieno di leggende, per il quale prova subito un affetto paterno. Quello strano e tormentato ragazzo del Sud, appassionato di poesia, ha un nome destinato a un grande successo: Edgar Allan Poe.

Titolo: I delitti di West Point
Autore: Louis Bayard
Edizione: La nave di Teseo, 2023