Il tè del venerdì con Chiara Rantini
Oggi il nostro salotto apre le porte alla scrittrice e poetessa Chiara Rantini, che ci racconta di sé, della scrittura, dell’osservazione della realtà.
Oggi, con una fumante tazza di tè, vi invito a scoprire quest’autrice sorprendente!
Ciao Chiara e benvenuta al tè del venerdì!
Prima domanda personale, ti propongo di raccontarti attraverso un autore che ami come lettrice, un’opera letteraria, una poesia che ti emoziona e una canzone.
Grazie dell’ospitalità. Sono felice di essere qui con voi al tè del venerdì. Premetto che per me la lettura è una necessità vitale, a cui non posso assolutamente rinunciare. Un buon libro lascia in me una traccia indelebile, così se dovessi presentarmi a un pubblico sconosciuto, come autore, sceglierei F. Dostoevskij perché nessuno meglio di lui è stato in grado di descrivere l’anima umana. Per quanto riguarda l’opera letteraria, la scelta cade su Lenz, un racconto breve di G. Büchner, autore appartenente al Romanticismo tedesco dove, in pochissime pagine, si concentrano temi importanti come il rapporto tra follia e razionalità, tra immaginazione e realtà.
Ci sono molte poesie che mi emozionano profondamente ma, tra tutte, scelgo Di chi sono? di J. D. Orten, un poeta ceco morto in giovanissima età perché in questa poesia sento vibrare l’enigma dell’esistenza.
Relativamente alla canzone è difficile scegliere perché sono molte le canzoni che mi regalano emozioni. Però, dato che non è solo una questione di musica ma anche di testi, scelgo una canzone dei Wolfsheim, band di Amburgo, scritta negli anni ’90, intitolata This time, perché tra le righe si può leggere una bellissima poesia di amore per la vita.
Come ti descrivi come autrice? Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?
Come tutti gli autori ho un mio metodo di scrittura, un mio rituale e le mie fonti di ispirazioni. Tendenzialmente sono molto attenta alla realtà circostante, ai piccoli e apparentemente insignificanti particolari della vita che possono risvegliare la mia immaginazione e, magicamente, da un posto vicino, trasportarmi in luoghi lontanissimi.
Oltre a ciò, episodi storici, narrazioni folcloriche, racconti di vita sono altri potenti stimolatori della mia fantasia.
E non per ultime, la bellezza della natura e la musica. Boschi, laghi, montagne fanno da sfondo a molte delle mie storie, delle mie poesie e una colonna sonora accompagna la mia scrittura fin dalla prima stesura.
Poesia o prosa? In quale veste ti senti più a tuo agio?
A dire il vero, mi sento in armonia sia con la poesia che con la prosa poiché non tengo troppo distanti i due spazi espressivi. Ci sono molti sconfinamenti ed è facile trovare un linguaggio poetico all’interno della mia prosa e viceversa.
Per le descrizioni, ad esempio, regalo al lettore suggestioni liriche perché niente meglio della poesia conduce alla profondità di un testo.
Nel mio modo di scrivere in prosa ci sono diversi livelli di lettura: da uno letterale di semplice narrazione dei fatti fino a un livello più profondo che usa chiaramente un diverso linguaggio, il linguaggio della poesia appunto, fatto di visioni, intuizioni, immagini.
Quali tematiche ami affrontare nelle tue poesie? Quali sono invece gli elementi che preferisci affrontare nella narrativa?
Le tematiche di poesia e prosa non differiscono molto poiché spesso la fonte di ispirazione è comune. Credo che sia importante dare un senso di unità alla propria opera letteraria.
Sento la necessità di parlare al pubblico di ciò che più mi emoziona, ovvero dell’enigma dell’uomo, della sua anima, delle sue ombre e delle sue luci.
La scrittura è un tentativo di scoprire qualche elemento in più su tale enigma, pur non avendo la pretesa di risolverlo. L’incompiuto è infatti uno dei miei temi di riflessione preferiti a cui dedico molte delle mie pagine.
Ho scritto dei racconti e un romanzo La resa delle ombre (Alcheringa ed., 2018) in cui ho cercato di raccontare la solitudine, l’incoerenza, il conflitto interiore che albergano nell’animo umano. Così nelle poesie che sono state pubblicate in un’unica raccolta Un paradiso per Icaro (ed. Ensemble, 2018), ciò che descrivo è la vita, in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue contraddizioni. Il linguaggio poetico mi permette di approfondire meglio alcuni temi come l’esilio, la lontananza, il dolore della perdita, la sacralità ma ciò non significa che questi temi non siano presenti anche nella prosa.
Cultura al femminile: che significato ha per te personalmente questa definizione? Esiste una cultura, una letteratura al femminile? Come ti collochi in essa?
Le donne hanno una sensibilità e una modalità di rapportarsi alla realtà diversa dagli uomini. Ed è giusto, perciò, dare spazio alle voci femminili proprio perché possono contribuire a dare un’immagine differente del mondo. Credo che una cultura e una letteratura al femminile esistano da millenni perché le donne hanno sempre lasciato traccia di sé nella storia dell’umanità. Io sono soltanto una delle tante voci e spero che il mio modesto contributo possa essere importante per la riflessione e il pensiero del tempo attuale.
Progetti futuri? Quali generi vorresti affrontare come autrice e quali invece non ti attirano proprio?
Ho molti progetti futuri: due relativi alla prosa e uno per la poesia.
Sto raccogliendo e uniformando la mole di racconti che ho scritto nel corso degli anni cercando di darle una veste tematica in vista di una prossima pubblicazione. Inoltre sto lavorando alla costruzione di un romanzo che avrà per protagonista la storia europea degli ultimi due secoli. Perciò ho in cantiere il progetto di affrontare il genere letterario storico, sebbene stemperato da suggestioni psicologiche e romance.
In prosa, credo che sarebbe arduo cimentarmi nel genere horror o nella scrittura di una commedia. Sono i due estremi che ancora non riesco a contemplare. Ma, mai dire mai.
Circa la poesia, continuo a scrivere liriche in attesa di dare forma alla prossima silloge da editare.
Nessuno lascia questa pagina senza aver risposto all’ultima domanda. Come prendi il tè?
Rispondo molto volentieri a questa domanda. Il tè è in assoluto la mia bevanda preferita. Lo prendo a tutte le ore e in tutti i modi ma la situazione migliore per me è a casa, mentre scrivo o leggo qualcosa di molto interessante. Il tè stimola e genera nuove idee!
Ah dimenticavo! Senza zucchero, perché voglio assaporare tutto il suo aroma originario, proprio come faccio nella vita.
Grazie di avermi dato questo spazio. Spero di avervi incuriosito e perciò vi suggerisco di fare una visita al mio blog Chiara Rantini – In cerca di parole
http://www.chiararantini.it/wp/
A presto!
Ciao Chiara e grazie per averci fatto compagnia!
Chiara Rantini
Chiara Rantini (Firenze, 1974) si è laureata alla Facoltà di Lettere e Filosofia con una tesi sul pensiero di Simone Weil. Ha partecipato a concorsi letterari e molte delle sue poesie e racconti sono stati pubblicati in antologie. Nel maggio 2018, ha pubblicato presso Alcheringa ed. il suo romanzo d’esordio La resa delle ombre. È di prossima edizione (settembre 2018) la silloge poetica Un paradiso per Icaro presso Ensemble ed.
Fa parte dell’Associazione culturale “Nati per Scrivere” ed è membro di “Affluenti Nuova poesia Fiorentina”.
Cura il blog di cultura letteraria “Come la pioggia” e il blog personale “Chiara Rantini. In cerca di parole”
I suoi contatti sono:
http://www.chiararantini.it/wp/
https://comelapioggiablog.wordpress.com/
https://natiperscrivere.webnode.it/chiara-rantini/
https://www.facebook.com/laresadelleombre/
La resa delle ombre
Lena non è soddisfatta della propria vita e pare in attesa dell’occasione giusta per lasciare il nido familiare. Il momento arriva quando incontra Janis, musicista e compositore che vive con il fratello maggiore Adrian. Fin dall’inizio, l’incontro assume i tratti di un’esperienza totalizzante che le fa perdere i contatti con la realtà e la porta a vivere una relazione tormentata fatta di strane esperienze, separazioni e ricongiungimenti, dove Janis fluttua fra eccessi di follia e tentativi di suicidio. Ma sono proprio queste esperienze forti e dolorose a consolidare il legame fra i due giovani. Ciò porterà al cambiamento del rapporto di simbiosi e morbosità in cui i due fratelli sono vissuti fino a quel momento e alla battaglia dei protagonisti contro le ombre che si annidano dentro ognuno di loro.
https://www.amazon.it/resa-delle-ombre-Chiara-Rantini/dp/8894897249/
Un paradiso per Icaro
Un paradiso per Icaro è la silloge d’esordio di Chiara Rantini. Raccoglie al suo interno quarantanove poesie nate, cresciute e meditate nel corso degli anni.
Parole e immagini si adagiano in un universo lirico tutto singolare, attraversato da suggestioni tardo ottocentesche e novecentesche. Nel ritmo lento del verso libero scorrono immagini di un mondo interiore complesso, intenso e fiabesco. Suddivisa in quattro sezioni, la silloge affronta alcune tematiche care all’autrice come il rapporto tra poesia e vita, la riflessione sul senso del tempo, sull’esilio e sulla fragilità dell’esistenza. La scelta stilistica tende a ricercare l’essenzialità del verso, la semplicità e il potere evocativo delle parole, l’istantaneità delle immagini. A tratti onirica e visionaria, nella sua poesia ricorre una particolare simbologia legata a temi biblici e mitologici. Non mancano riferimenti alla natura, vista come specchio di un mondo superiore, impenetrabile e tuttavia inteso come unico approdo dell’esistenza terrena. Spiritualità e concretezza della vita si incontrano nei testi di questa silloge cercando una possibile, desiderabile armonia, nella convinzione che la poesia è un fenomeno e il poeta un mediatore.
Grazie.
È stato un vero piacere!