Quando una guida si fa letteratura: “Bologna insolita e segreta” di Davide Daghia
recensione di Giulia La Face
Quante volte abbiamo letto una guida di viaggio, sognando itinerari, distaccandoci dal luogo in cui siamo immersi, per andare oltre i confini della nostra porta di casa? Quante volte la letteratura, classicamente intesa, ha prodotto in noi il medesimo effetto di straniamento, fascinazione, mirabile avventura dell’immaginario?
Se vi dicessi che una guida di viaggio può essere letta come una narrazione letteraria vi stupireste? Probabilmente no, conoscendo quanto scrittura e viaggio siano così legati. A tenerli a fianco è l’attrazione dell’uomo per il senso di spaesamento dato dall’allontanamento, l’affascinante paura del passaggio da ciò che è certo, familiare e noto, all’altrove, incerto e sconosciuto.
La letteratura di viaggio è un genere dai tanti aspetti e dalle tante espressioni. Considerata anche come un genere di confine, in un affascinante quanto ambiguo equilibrio fra diversi generi letterari e in continuo dialogo con essi. Esattamente come il viaggiatore, che si trova in bilico fra due culture, la propria e quella degli altri, fra due luoghi, casa propria e l’altrove e a un certo punto del viaggio inizia a ritrovarsi, cambiato, trasformato, pur nella sua immutabile sostanza.
Ho trascorso intere notti a leggere un prezioso libro che ha prodotto in me questo stato d’animo e di insight esperienziale. Come un romanzo, meglio di un racconto immaginario, più di una guida turistica che uniforma le esperienze di viaggio, fisiche o solo fantasticate.
Si tratta dell’elegante e curioso libro di Davide Daghia, “Bologna insolita e segreta”. Un viaggio nel viaggio, fatto di dettagli e piccole cose, misteriose, affascinanti e sconosciute. L’occhio di un esploratore -abitante della sua città- che offre questo suo sguardo inedito e curioso all’occhio attento del vero viaggiatore.
La bellezza di questa lettura mi ha suggerito un legame con quell’esperienza straordinaria che furono i viaggi -e la loro narrazione- definiti Gran Tour , nel secolo dei Lumi.
Viaggi d’istruzione attorno l’Europa, tappa obbligata nel percorso di formazione dei giovani rampolli dell’aristocrazia e dell’alta borghesia nord-europea. I racconti di viaggio e i luoghi da visitare erano narrati con caratteristiche più vicine alla narrazione soggettiva del diario di viaggio. Avevano al loro interno più che indicazioni tipiche delle guide turistiche moderne, come noi le conosciamo, aneddoti, racconti storici, curiosità, che arricchivano, stimolando la curiosità e la conoscenza, il giovane viaggiatore.
È vero che le guide vengono spesso considerate come prodotto generato dalla classica letteratura di viaggio, un sottogenere che si colloca sul confine fra letteratura e paraletteratura.:
“…Non è semplice tracciare una linea di continuità tra le prime descrizioni per i forestieri del XVI secolo, le relazioni dei viaggiatori del Grand Tour […] e le guide turistiche nel senso corrente del termine.” ( M. R.Pellizzari)
Anche a metà del ‘500 apparve una pubblicazione, “La Guida delle strade di Francia”, opuscolo stampato da C. Estienne , testo curioso e particolare: più che una guida per il viaggiatore si delineò come un sapiente incrocio di memorie storiche e curiosità aneddotiche. Era già una nuova forma di letteratura, che raggiunge sotto varie vesti i nostri giorni e che da subito cerca una precisa collocazione, che si smarchi sia dai libri di viaggio che dalle trattazioni artistiche.
A ribadire il concetto poi d’interdisciplinarietà che caratterizza il genere guidistico quanto la letteratura odeporica, i racconti di viaggio, hanno pensato gli inglesi, che definiscono queste narrazioni in genere come “transcultural text”. Questo lavoro che racconto e vi propongo, rientra pienamente in tutte le suggestioni che vi ho rintracciato.
Se fossi stata precettore di un giovane nel suo Gran Tour, avrei scelto e suggerito decisamente il libro di Daghia , ad accompagnarne il Viaggio.
L’autore ricerca angoli nascosti come un viaggiatore del Gran Tour, racconta una Bologna insolita, inaspettata, segreta. Non solo per i forestieri ma per gli stessi bolognesi.
Davide Daghia inizia a raccontare e immagina un percorso, fatto di vicoli, cancelli, cortili nascosti e sconosciuti, simboli a cielo aperto della storia viva e vera di una città magica, esoterica, che si cela ma si disvela all’occhio del viaggiatore attento.
Davide Daghia mette in fila piccoli elementi fatti di dettagli di palazzi, finestrelle dell’immaginario, musei privati, palazzi nobiliari,conventi, collezioni nascoste e inusuali; archivi, chiostri e esperienze decisamente insolite e sconosciute. Racconta, in eleganti box di approfondimento, storia, leggende, visioni, aneddoti, che neppure immaginiamo essere avvenuti in quelle strade, o che vi si celino.
In numerosi monumenti, chiese, aspetti architettonici e che il turista visita spesso ignaro, Daghia ha scoperto, come un esploratore, aspetti di grande fascino: fatti incredibili, racconti mirabili, scorci nascosti, giardini e tromp d’oeil. E ancora altro: particolari massonici, case che nascondono preziosità, storie nascoste leggendarie o storicamente provate, ma ignote ai più. L’autore ricerca angoli nascosti e segreti, come il viaggiatore curioso e affamato di cultura del Gran Tour.
La dimensione di ricerca intima diventa il coinvolgimento dei lettori, che si possono avvicinare a questa guida come a un romanzo, una lettura storica. Che coltiva il bisogno di immaginario del viaggiatore. Finanche del cittadino bolognese che può continuare i suoi viaggi all’interno della sua stessa città, vivendo quel senso affascinante e quasi mistico dello straniamento, che è necessario alla esperienza di viaggio per ritenerla tale.
Allora il viaggiatore d’oggi si inoltra nelle vie di Bologna e la scopre irrituale e inedita, dai mille volti che occhieggiano dalla Storia, che le grandi mura, i portici, le piazze, di primo acchito tengono celati o che sono dimenticati.
Si precipita come attraverso una macchina del Tempo, in un groviglio di vicende che paiono materializzarsi ad ogni angolo: le forche sotto il portico del Palazzo del Podestà, fanno apparire davanti agli occhi del viaggiatore scene cruente di un pezzo di storia. Le esecuzioni capitali, sotto forma di impiccagione nel XVI° secolo, avvenivano proprio in Piazza Maggiore. Ma in modo tale che il condannato potesse avere come ultima visione la Basilica di S. Petronio.
Passeggiando sotto il portico Marescotti, su via Barberia, esiste quasi invisibile un grande affresco di Madonna con Bambino. È chiamata popolarmente “Madonna della notte e delle ombre”, perchè i viandanti a metà del XVI° secolo a lei si rivolgevano per avere protezione, in quanto via Barberia, oggi elegante e signorile, era invece luogo malfamato, caotico e turbolento.
E la tagliatella bolognese? Secondo la leggenda il cuoco di Giovanni II° Bentivoglio si ispirò ai capelli biondi e lunghi di Lucrezia Borgia. Oggi a Palazzo della Mercanzia , dentro uno scrigno, si trova una striscia dorata che stabilisce con precisione la larghezza ufficiale della tagliatella.
E poi, come recita la quarta di copertina del prezioso libro
“…si può visitare una mansarda piena di bambole, aprire un vaso che contiene la Teriaca ( raro esempio di “pozione magica”), trovare un museo in un comò, leggere l’ora su una Meridiana da Guinness dei primati, entrare in una chiesa che si apre solo a chi sorride, salire su un campanile che ne contiene un altro, cercare una cascata nascosta fra le case, scoprire una scultura da un oblò, camminare sulle rovine di un castello sepolto, toccare un pezzetto di Luna, parcheggiare la bicicletta in un rifugio antiaereo, indagare sulla statua di un Papa travestito da Santo”
L’autore vi solletica con storie mai scritte, che provengono dalle narrazioni più celate, leggende e aneddoti che spaziano da Leonardo da Vinci all’astronomo Domenico Cassini, dalla moglie del boia “la Lazzarina”, all’origine dello storico e noto simbolo della Maserati.
Si è ragionato su ciò che era segreto per i bolognesi, racconta Daghia in una intervista. Non è un vero segreto se si trova anche sulle altre guide. Qui non troverete indicazione di pub, locali, ristoranti o bed and brakfast.
Questo rende questa “guida” un libro prezioso, un viaggio culturale e letterario, che accende il desiderio di passeggiare in modo nuovo, a Bologna, ma non solo. Con lo spirito da esploratori curiosi e attenti, alla ricerca del mistero del Tempo che ha celato il suo trascorrere, tra strade e angoli insospettabili, palazzi, chiese, stanze nascoste e insegne. Canali, ruderi, celle, pavimenti.
Come nel passato si imprime in questo lavoro di Daghia la volontà del suggerire il Viaggio, in una chiave non consueta, suggerendo possibili percorsi, senza creare mappe ma evocazioni, stimoli, curiosità di conoscere:
“Si conduce ora per mano il curioso indagatore delle cose più rare, più magnifiche e più belle, gli si fa notare ogni quadro a pennello, o a musaico o gli si fa vedere ogni deposito, ogni statua, ogni bassorilievo, gli si addita l’autore di ciascheduna di tali opere …. [i testi turistici]lasciano tutto il restante sepolto nell’oscurità.”. (Niccola Roisecco)
L’editore Thomas Jonglez, creatore di questi volumi “insoliti e segreti”, questo dice del viaggio, dei libri da lui editati e che lo raccontano in un modo nuovo, seppur dalle radici lontane:
“…..In viaggio, la vita è più intensa perché siamo più ‘concentrati’ su quello che succede. In questo senso, il viaggio diventa un momento spirituale: impariamo a essere più presenti alla vita, ad ogni momento di essa. Il più difficile è rimanere in questo stato un volta tornato a casa. E qui che le nostre guide possono avere un ruolo importante: le nostre guide aiutano i lettori a scoprire luoghi nuovi, dettagli inosservati vicino a casa propria, ogni giorno, diventa quasi un allenamento quotidiano alla presenza, e cioè, alla spiritualità.” (cit. Thomas Jonglez)
Titolo: Bologna insolita e segreta
Autore : Davide Daghia
Genere: guida di viaggio
Editore: Edizioni Jonglez
Data Edizione: luglio 2018
Pagine: 279
https://www.amazon.it/Bologna-insolita-segreta-Davide-Daghia/dp/2361951193
opera di grande interesse storico artistico vivissimi complimenti da un grande amante d bolognese citta natale amata da sempre e sempre ricercatore di notizie in merito le quali sono custodite in piccoli archivi personali grazie di cuore da un ex artigiano restauratore di opere d arte