First Ladies – Le prime donne che si candidarono Presidente degli Stati Uniti

di Antonia Romagnoli

First lady è la definizione che viene data alla moglie del Presidente degli Stati Uniti, e solo da poco è comparsa la dicitura “first men”, con l’ascesa di Kamala Harris a vicepresidente degli Stati Uniti: la prima donna a raggiungere questa carica. Donne al comando, però, gli Stati Uniti ancora non ne hanno avute e molti pensano che Hilary Clinton sia stata la prima a sognare una carica così ambita. Ma le prime donne che si candidarono Presidente degli Stati Uniti sono state altre, e dobbiamo viaggiare nel tempo fino all’epoca delle suffragiste…

Le prime donne che si candidarono Presidente degli Stati Uniti: suffragiste e non suffragette!

Quanto il maschilismo intrida la nostra cultura lo si vede anche dai piccoli particolari. Il movimento del suffragio universale, che nasce nel 1800 per richiedere quel voto ancora negato in modo ubiquitario alle donne, nasce sotto un fuoco costante di attacchi e critiche, non solo maschili ma anche femminili, da parte di tante donne che non riescono ad accettare un mutamento dello stato sociale femminile.

Oggi il termine “suffragetta” è accettato e considerato normale, nonostante sia nato con una forte connotazione ironica, al posto del più corretto “suffragista”: i dizionari e i puristi della lingua dibattono sul tema, che comunque è sempre meno interessante rispetto a un aggettivo tipo “petaloso”.

Le suffragiste – perdonatemi, a me piace chiamarle  così! – americane andarono dritte al punto, candidando più volte donne alle elezioni presidenziali.

Se dal 1872, a quando risale il primo tentativo a oggi nessuna donna è mai riuscita a salire al potere, non è certo per non averci provato: sono state ben dodici le candidate.

A quanto pare, la stessa Harris avrebbe potuto tentare la corsa alla Casa Bianca, ma la scelta del partito è stata quella di optare per la via più sicura, ossia candidare un uomo e affiancargli una donna.

Le prime donne che si candidarono Presidente degli Stati Uniti

Victoria Woodhull

1872 èà, – Le prime donne che si candidarono Presidente degli Stati Uniti

Victoria Claflin Woodhull (1838-1927), quinta di sette figli di un mugnaio di Homer, nell’Ohio, studiò presso la chiesa metodista locale. della sua infanzia si sa poco: a soli quindici anni sposò il medico Canning Woodhull, originario di Rochester (New York). La coppia ebbe due figli: Byron (1854-1932), disabile, e Zulu Maud, in seguito chiamata Zula (1861-1940). Il matrimonio ebbe breve durata a causa dell’alcolismo del marito. In seguito, Victoria sposò il colonnello James Harvey Blood, ma anche questo legame durò circa una decina d’anni. Nel 1868, insieme al secondo marito, Victoria si trasferì a New York dove prese parte attiva al  movimento del suffragio femminile e alle campagne femministe del periodo.

Donna di grande carisma e fascino, riuscì a coinvolgere nelle cause femministe Corneius Vanderbilt, uno degli uomini più influenti della città: col suo aiuto, lei e la sorella Tennessee fondarono la prima società femminile di agenti di borsa.

Victoria faceva scandalo, come testimoniano le vignette satiriche di cui è bersaglio.

Lo fece ancora di più fondando, sempre con la sorella una rivista, il Woodhull and Claflin Weekly (14 maggio 1870), una pubblicazione settimanale, finanziata da Victoria e Tennessee, che si occupava di argomenti come l’eguaglianza sessuale, l’amore libero, l’educazione sessuale, l’occupazione femminile e il diritto di voto. La prima traduzione in inglese, negli USA, del Manifesto del Partito Comunista di Marx venne pubblicata nel numero del 30 dicembre 1871 del Weekly. Nel 1872 Victoria iniziò una relazione, che durò tre anni, con l’editore anarchico Benjamin Tucker.

Insomma, una donna che non si nascondeva certo nelle retrovie!

Il 10 maggio 1872 venne scelta dall’Equal Rights Party per tentare la corsa alla Casa Bianca: non raccolse però nemmeno un voto, anche perché fino al 1920, in USA, le donne non avevano diritto di voto… e forse questa quota avrebbe cambiato la situazione.

Per buona parte della campagna e anche dopo le elezioni, Victoria rimase in carcere a causa di un articolo della sua rivista, considerato sovversivo. Sei mesi dopo l’arresto la Woodhull venne rilasciata, ben dopo le elezioni, cui non aveva potuto quindi partecipare per dare visibilità al suo programma di lotta contro la discriminazione. La Woodhull, che non si era scoraggiata, si ripresentò nel 1884 e nel 1892, di nuovo senza successo. Lasciato il marito e gli Stati Uniti, si risposò in Inghilterra, dove fondò una nuova rivista, The Humanitarian, sempre a sostegno della causa femminista.

Le prime donne che si candidarono Presidente degli Stati Uniti

Belva Ann Lockwood

Belva Ann Lockwood e Marietta Stowe

Belva Ann Lockwood (1830-1917) nacque a Royalton, New York, dove a quattordici anni divenne insegnante. A diciotto anni, sposò Uriah McNall, un contadino locale, che soli cinque anni dopo la lasciò vedova e con una figlia di tre anni. In seguito si risposò con  il reverendo Ezekiel Lockwood, un veterano della guerra civile americana dalle idee progressiste sui ruoli delle donne nella società che sostenne gli studi legali di sua moglie.

Appena rimasta vedova, infatti Belva Ann aveva cominciato a frequentare il Genesee Wesleyan Seminary, per intraprendere studi in legge, ma la Columbian Law School si rifiutò di ammetterla in quanto donna.  Fu ammessa, invece, insieme ad altre, alla National University School of Law, che tuttavia si rifiutò in un primo tempo di darle il diploma conseguito: sempre in quanto donna.

Le prime donne che si candidarono Presidente degli Stati Uniti

Marietta Stow

Dopo varie proteste, Belva Ann Lockwood si laureò a pieni voti nel 1857 e presto divenne la direttrice della Lockport Union School. Insegnò in varie scuole per  giovinette, scoprendo che, qualunque fosse il ruolo ricoperto, il suo stipendio corrispondeva sempre a metà di quello maschile.

Trasferitasi a Washington DC, aprì una scuola privata mista: era una vera innovazione per l’epoca…

A cambiare la sua visione dell’insegnamento fu l’incontro con  Susan B. Anthony, attivista femminista. La sua preoccupazione per la diversità  di trattamento educativo fra uomini e donne cominciò a preoccuparla sempre di più.

Nonostante l’aperta ostilità degli avvocati di Washington, Lockwood aprì un proprio studio legale, dimostrando il proprio valore.  Divenne anche attivista del suffragio femminile e delle cause femministe.

 

Poiché la sua pratica era limitata nel 1870 a causa della discriminazione sociale, Lockwood redasse un disegno di legge contro la discriminazione per avere lo stesso accesso all’avvocatura dei colleghi maschi. Fece pressioni sul Congresso affinché lo approvasse, fino a quando non fu finalmente convertito in legge nel 1879. Esso permise a tutte le donne avvocatesse qualificate di esercitare in qualsiasi tribunale federale. Lockwood prestò giuramento come prima donna membro dell’avvocatura della Corte Suprema degli Stati Uniti il 3 marzo 1879.

Partecipò alle elezioni presidenziali del 1884 e del 1888. Il Notable American Women dichiarò che ottenne circa 4.100 voti e per questo molti la considerano la prima ad aver effettivamente partecipato alle elezioni.

Scrisse diverse pubblicazioni e curò un giornale chiamato The Peacemaker. Fece parte della Universal Peace Union.

Con Lockwood, come candidata alla vicepresidenza si presentò  Marietta Stow, politica e attivista per i diritti delle donne. Durante la sua carriera in giurisprudenza e politica, Stow ha sostenuto il suffragio femminile, l’accesso alle cariche politiche e la riforma del diritto successorio. Fu presidente dell’Associazione per il suffragio femminile di San Francisco.

Gracie Allen

Le prime donne che si candidarono Presidente degli Stati Uniti

1940 – Gracie Allen. Il salto temporale è notevole, e Gracie Allen non era una politica, ma una delle più celebri attrici comiche dell’epoca. Si candidò per gioco, ma la presenro sul serio… in America gli attori al comando piacciono molto! Si ritirò prima delle elezioni, contro Franklin Delano Roosevelt.

1964 –

Shirley Chisholm

. Fu la prima repubblciana ad ottenere più di UN VOTO a una convention di partito. Perse tutte le primarie.

 

1972- Shirley Chisholm. Nel 1968 arrivò al Congresso, la prima donna afroamericana a ottenere un simile risultato. Nonostante soffrisse di gravi problemi di salute, si candidò alla presidenza, ma perse le primarie del partito Democratico. Quell’anno altre due donne si candidarono: Patsy Mink e Linda Jenness.

Geraldine Ferraro

1984 – Geraldine Ferraro. Di origine italoamericana,  nel 1974 fu nominata assistente del procuratore distrettuale della Contea di Queens, incarico inarrivabile per una donna. La sua carriera proseguì fra grandi successi, tanto che si candidò con molti consensi alla presidenza. Fu riconfermato il presidente uscente, Ferraro si candidò al Senato, ma non riuscì a causa di presunti suoi legami con la mafia. Clinton la nominò ambasciatrice presso la Commissione sui diritti umani all’ONU.

1988 – Pat Schroeder. Si candidò contro Ronald Reagan, il cui prestigio era però all’epoca inattaccabile.

2000 – Elizabeth Dole. Repubblicana e moglie del leader della maggioranza al Senato nonché candidato alla presidenza e vicepresidenza Bob Dole: fallì per mancanza di finanziamenti alle elezioni.

2004 – Carol Moseley Braun. Fu la prima donna di colore ad essere eletta al Senato per i democratici. La sua corsa alla casa Bianca si arrestò per mancanza di fondi.

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https://www.ansa.it/usa_2016/notizie/2016/07/26/prima-di-hillary-le-donne-aspiranti-presidente-nella-storia-usa_d983cdbb-48d0-49d5-b6b7-35c70932fe16.html