“Oggi come allora”

di Tatiana Mazzotta Malme

Stasera si esce di casa dopo tanto, che bello, non ne posso più di stare rintanata in salotto a leggere e a controllare gli status di facebook.
Quando è arrivata la telefonata, ho fatto fatica a crederci: era da talmente tanto che la attendevo che avevo quasi perso le speranze. Non che Chris avesse espresso chiaramente il desiderio di  riverdemi, quindi ero qui con la tentazione di chiamarlo io, ma il coraggio continuava a mancare.
Comunque sono pronta, ho anche fatto la tinta la settimana scorsa, quindi ho i capelli a posto. Adesso devo decidere cosa mettermi, se qualcosa di sportivo o di un po’ più elegante. Dall’emozione non ho mica capito dove andremo, comunque non può essere un posto troppo serio, lo sa che non sono il tipo… sarà di certo un posticino tranquillo, spero sul lungomare.
Ecco, adesso sono pronta, spero non mi faccia aspettare perché mi cola il trucco se mi agito, poi inizio a sudare e non va bene. Oddio il campanello, eccomi scendo subito.
Grazie, sono molto felice anche io di rivederti, avrei voluto chiamarti io ma, purtroppo. in questo periodo ho avuto tanto da fare, sai con il lavoro, adesso siamo in alta stagione ed è una faticaccia.
Ma scherzi, questo posto è carinissimo, è perfetto, poca gente e buona musica, così abbiamo la possibilità di parlare un po’.
Come dici? Non mi hai chiamato prima perché non eri convinto dei tuoi sentimenti?
E cosa è successo che ti ha fatto cambiare idea? No, dai, non dire così che arrossisco, nessuno mi ha mai detto delle cose tanto carine , sono lusingata.
Sì, anche io lo penso , stiamo proprio bene insieme.
Domenica prossima al mare? Certo perché no ? Va benissimo, sono libera dal lavoro e ho voglia di fare una bella gita fuori città.
Stai scherzando? Ma i tuoi genitori lo sanno che ti presenterai a casa con una ragazza? Sì, lo so che sei adulto e che non devi domandare a nessuno il permesso, ma fa comunque un certo effetto essere presentata in famiglia. No, va benissimo, solo che non ero preparata psicologicamente a questa notizia, non è una cosa che succede tutti i giorni, mi devo immaginare un po’ cosa accadrà attorno al tavolo e devo prepararmi le cose da dire.
Si può fare una pessima o un’ottima impressione con le prime parole che si dicono, e io voglio risultare brillante e preparata sui discorsi che si affronteranno, a proposito, tu che li conosci, di cosa si parlerà? Sono diretti? Mi domanderanno cosa fanno i miei genitori ? Spero di non fare scena muta.
Sì, sono convinta anche io che ci piaceremo a vicenda, se ti hanno cresciuto come hanno fatto, non possono che essere simpatici.
Dai, è andata molto bene, non avrei mai pensato che tua madre fosse così divertente, ha fatto delle battute che entreranno nella storia: è una donna proprio in gamba. Tuo padre poi è stato squisito quando ho accenanto al fatto che non vogliamo sposarci ma solo andare a convivere, credevo sarebbe stato contrario, invece è stato molto più facile di quello che pensavo.
Per ora cominciamo a fare questo bambino, poi vediamo se riusciamo ad organizzarci con un nuovo appartamento, non ti puoi aspettare che io riesca ad andare in giro a vedere case con i piedi gonfi e la schiena che fa male. Va benissimo, se hai voglia di cominciare fai pure, mandami le foto così mi faccio un’idea.
Sono già due anni che viviamo qui, non posso pensare di aspettare oltre, ti prego, andiamo al canile a prendere un cane, ne abbiamo bisogno, l’affetto di un pelosetto aggiunge solo, non è mai una perdita di tempo.
Allora, cosa ne pensi, te la senti di spostarti?
Guarda che un’ occasione come quella non capita tanto facilmente, secondo me possiamo farlo, tanto io posso lavorare ovunque, basta una connessione internet, dai, pensiamoci seriamente.
Certo che dirlo ai tuoi non sarà facile, ma spero che capiranno che lo facciamo per Sofia.
Sì, stiamo bene, non siamo sicuri di riuscire a scendere per Natale, ma di sicuro ci organizziamo per Pasqua, tanto Sofia inizia l’università e dobbiamo comunque accompagnarla al Campus, così passiamo anche da voi mentre torniamo al nord, e ci fermiamo qualche giorno.
Ti rendi conto di quello che è successo, amore mio? Non ce ne siamo neanche accorti, ci siamo rilassarti un attimo e sono passati trent’anni: io aspetto sempre, ogni giorno, la tua telefonata, sempre con la stessa emozione.
L’unica differenza, tra oggi e trent’anni fa è che adesso so per certo che chiamerai appena scenderai dall’aereo, ma ancora penso che forse dovrei chiamarti io, anche solo per dirti che ti aspetto a braccia a perte.
Sono qui, a casa, sto guardando gli status di facebook seduta sul divano in salotto: fai veloce che la cena si raffredda.
Sei dietro l’angolo? Benissimo, non vedo l’ora di riabbracciarti.