Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda
Voce al mare
Recensione di Elvira Rossi
Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari di Fabio Geda è un romanzo edito da Baldini+Castoldi nel 2017.
Di cosa tratta Nel mare ci sono i coccodrilli?
Fabio Geda racconta la storia di Enaiatollah Akbari, un ragazzo nato a Nava, un piccolo villaggio dell’Afghanistan e che a nove anni inizia un lungo e tormentato viaggio attraverso il Pakistan, l’Iran, la Turchia, la Grecia fino a raggiungere l’Italia.
Ad allontanare Enaiat da casa è la madre, che lo accompagna ai confini con l’Iran per affidarlo a dei trafficanti di uomini, pur di sottrarlo alla crudeltà dei talebani. Infatti, il bambino, il maggiore di tre fratelli, per sfuggire alla cattura era costretto a nascondersi di giorno e di notte dormiva in un fossato.
Quale colpa poteva avere un bambino di nove anni se non quella di essere figlio di un uomo di etnia hazara che, costretto dai sunniti a portare della merce in Iran, era stato rapinato e ucciso, prima di concludere il proprio mandato?
I committenti rivendicando il risarcimento del danno, che i parenti dell’uomo non potevano pagare, avevano minacciato di prendere il figlio più grande, per farne uno schiavo.
Un bambino potrebbe essere schiaffeggiato da un adulto con la barba, per essere lui, piccolo, privo di questo segno di appartenenza?
Se il bambino è un hazara, che per costituzione naturale neppure da grande potrà avere una barba lunga, e l’adulto è un talebano, un pashtun, con la barba, segno di distinzione degli integralisti islamici, il paradosso si realizza.
Un mattino, Enaiat al risveglio si renderà conto di essere solo in compagnia di uno sconosciuto e ripenserà alle ultime parole della madre, che non potendo fare più nulla per lui gli aveva consegnato una eredità morale, tre princìpi fondamentali ai quali ispirare la propria esistenza: non usare le droghe, non usare le armi, non rubare.
Nella memoria di Enaiat resterà indelebile l’immagine del maestro, che disattendendo ai divieti dei talebani si era impegnato a mantenere aperta la scuola.
E come su una scena, al centro di un palcoscenico, il maestro, eroe di una tragedia vera, era stato assassinato in maniera feroce, sotto lo sguardo attonito degli scolari, che erano stati costretti a disporsi in circolo.
La libertà è degna di gesta eroiche e per la libertà si può anche morire.
Per la libertà un maestro perde la vita, una madre rinunzia al figlio, un bambino smette di essere un bambino.
La narrazione in prima persona, quasi fosse una autobiografia, assume un ritmo cadenzato, che a tratti viene interrotto da sequenze con l’introduzione di domande rivolte dallo scrittore al vero protagonista della storia.
Il bambino privo di protezione apprende presto, troppo presto per la sua età, a sopravvivere alla fatica e lavora lasciandosi sfruttare, per mettere insieme il denaro necessario ogniqualvolta, non sentendosi al sicuro in un posto, decide di andare avanti.
I guadagni ottenuti a prezzo di notevoli sacrifici finiscono nelle mani di uomini spregiudicati, che speculano sulla necessita di chi è costretto ad allontanarsi, per sfuggire alle persecuzioni politiche.
I clandestini, sottoposti a privazioni e violenze, di rado incontrano gesti salvifici di umanità, che li risollevano dallo sconforto e consentono una rigenerazione delle energie.
Enaiat, di tanto in tanto, costruisce rapporti di amicizia con ragazzini afghani, incontrati per caso nei luoghi di lavoro e che come lui inseguono la libertà.
È sorprendente il numero di minori che da soli affrontano viaggi rischiosi al limite della sopportazione e non tutti raggiungono la meta.
Non pensavamo ai pericoli della traversata, La morte è sempre un pensiero lontano, anche quando la senti vicina. Pensi che ce la farai, e i tuoi amici pure.
La narrazione minuziosa dei luoghi lascia scorrere dinanzi ai nostri occhi fotogrammi di una natura aspra e generosa, montagne alte da attraversare in condizioni climatiche ostili, zone desertiche e zone rigogliose, che compaiono alternandosi a squallide periferie di città inospitali, dove Enaiat trova riparo in tuguri così miseri da essere sgraditi alle bestie.
La reciprocità della solidarietà, che pure anima i clandestini, cessa nelle situazioni estreme e di fronte a un soccorso dagli esiti incerti, lo spirito di sopravvivenza prevale e con l’animo indurito dalle atrocità si prosegue, abbandonando chi ha perso la capacità di salvarsi da solo.
Alla fine, arriva il grande respiro di liberazione dinanzi al mare che annuncia la strada verso la libertà.
Nel mare ci sono i coccodrilli, una espressione ingenua che sintetizza la paura di ragazzini, che avventurandosi soli sopra un gommone sperano di approdare sull’altra sponda, non si sa dove, ma lontano dall’Afghanistan.
Sulla costa c’era un faro. Era il nostro punto di riferimento. Ma a un certo punto non lo abbiamo più visto. Le onde erano talmente alte che lo coprivano, e Hussein Alì a quel punto si è messo a strillare e si è agitato moltissimo, diceva: Siamo grandi come il dente di una balena, diceva. E le balene ci mangeranno. E se non ci mangiano loro, ci penseranno i coccodrilli, anche se voi dite che non ci sono. Dobbiamo tornare indietro, dobbiamo tornare indietro.
Perché leggere Nel mare ci sono i coccodrilli?
Mentre la profusione di notizie tragiche, trasmesse con lo sguardo distaccato di una informazione asettica, rischia di generare una sorta di assuefazione, a risvegliarci dal torpore interviene la voce di chi ha attraversato la sofferenza e, nel raccontarcela con parole semplici e autentiche, ce la trasmette facendoci sentire figli della stessa famiglia umana.
Enaiat nell’affidare le proprie memorie a Fabio Geda illumina un’area buia, da noi conosciuta solo a spezzoni, e nel riferire la propria storia racconta mille altre storie di uomini e donne, e soprattutto minori, che nell’Occidente vedono la realizzazione di un sogno, giacché tutto è meglio a confronto dell’assenza totale di ogni libertà, cancellata da un dispotismo cieco e distruttivo.
In certi paesi, gli integralisti costituiscono una minoranza, che per mezzo dell’esercizio di una violenza smisurata si impone su una maggioranza desiderosa di tranquillità. Non tutti gli afghani sono talebani, ricordiamolo, e solo la conoscenza potrà salvarci dai pregiudizi che ostacolano il dialogo interculturale, senza il quale non potrà mai esserci la pace.
A fare da contrappeso, tra difficoltà burocratiche e storture esiste una società, come la nostra, che pur vacillante non respinge i minori, li accoglie e se ne prende cura. Ad agire nella direzione dell’accoglienza non sono in esclusiva le istituzioni ma anche persone comuni, simili a quelle che Enaiat, ha avuto la fortuna di incontrare, tanto da imprimere una svolta positiva alla propria vita.
Nel mare ci sono i coccodrilli, storia vera di Enaiatollah, di Fabio Geda è lo spaccato di un’epoca caratterizzata da grandi migrazioni e conflitti, che in forme differenti ripropongono l’antico paradigma di oppressori e oppressi.
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Sinossi
Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita.
Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti.
Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio.
Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo.
Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso.
Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia.
Titolo: Nel mare ci sono i coccodrilli
Autore: Fabio Geda
Edizione: Baldini+Castaldi, 2017