La Little Voice di Bess – una commedia romantica
di Romina Angelici
Little Voice è una serie di 9 puntate trasmessa su Apple TV. Pubblicata il 10 luglio 2020, è stata definita una commedia drammatica romantica e ha ottenuto un modesto riscontro di critica.
Inizi la visione e non puoi fare a meno di pensare che si tratta dell’ennesima storia di un talento nascosto, quello di Bess e della sua voce, che non appena viene scoperta ottiene il meritato successo.
Ebbene sì, l’argomento in definitiva è quello, ma stavolta non sarà poi così facile venire allo scoperto.
Little Voice non è certo la storia della facile realizzazione di un sogno, come magari eravamo abituati a vedere nei film di questo genere.
Di solito la prima performance fa restare tutti a bocca aperta e costringe a riconoscere un talento rimasto fino a poco prima nell’ombra. Per Bess le cose non vanno proprio in questo modo. Saranno diverse le performance in cui dovrà prodursi prima di vedere riconosciuto il suo valore e nel frattempo ci sono le migliaia di piccole battaglie quotidiane da dover portare a termine. Una famiglia disgregata, un padre dedito all’alcool, un fratello autistico, una vita sentimentale complicata, amici da aiutare e da cui essere aiutata, provvedere al proprio sostentamento. In alcuni momenti ho pensato che fossero davvero troppe.
Brittany O’Grady, l’attrice che presta il volto e la voce alla protagonista, ha lavorato molto a fondo con Sara Bareilles, la popolare cantante americana che è anche produttrice esecutiva della serie, per rendere le musiche di Little Voice potenti, autentiche, efficaci.
Infatti, l’affermata cantautrice e compositrice di Broadway, Sara Bareilles, è tra i produttori esecutivi di Little Voice, nonché l’autrice delle canzoni originali della serie.
La circostanza ha fatto pensare ad alcuni che la serie fosse basata sulla vita della Bareilles ma lei lo smentisce: “È semplicemente la storia di questa persona che entra in questa fase della sua vita. Ascoltare le tue intuizioni e imparare a fidarti di quella vocina dentro di te continua a essere una delle cose più difficili da fare nella vita. Rimane un messaggio davvero importante”.
La Bareilles era addirittura contraria a che la serie si intitolasse come il suo fortunato album del 2007: “Non volevo confondere il pubblico sul fatto che questa fosse la mia storia, o che queste fossero canzoni di quel disco cui era stata data una nuova vita”.
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Ma le somiglianze ci sono e il fatto che comunque parli di musica e degli esordi di una cantante autorizza almeno a vederci una indiretta ispirazione.
Davvero ottima la colonna sonora, che secondo me ne è la colonna portante, apprezzabilissima anche a prescindere dalla visione. Anzi, ascoltata separatamente l’ho trovata ancora più godibile. La Little Voice di Bess risulta ancora più melodiosa e finalmente non patisce più le incertezze ei tentennamenti a cui il copione la costringe.
Bellissima l’immagine che la serie ci rimanda di una New York dove è possibile portare i cani a passeggio, rientrare a casa a tutte le ore, attraversare prati, fare picnic con gli amici, ascoltare musica all’aperto, improvvisare concerti.
L’intento della storia dovrebbe dimostrare che il percorso per il raggiungimento di un sogno è spesso difficile e pieno di fallimenti e insuccessi che vanno ad aggiungersi a una vita già complicata di suo. Ma la pecca è proprio quella di ripiegarsi in se stessa, di non offrire episodi che le diano mordente e sprone ad andare avanti che è quello di cui avrebbero avuto bisogno sia Bess sia la successione delle puntate.
Una cosa è certa, la colonna sonora ti rimane in testa e molto più impressa della storia.