Jane Grey – La regina dei nove giorni
A cura di Chiara Minutillo
Jane Grey, un nome scomparso dai libri di storia. In fondo, un regno di soli nove giorni sembra non godere di molta importanza. Tuttavia, Jane Grey ebbe un ruolo fondamentale nella storia dell’Inghilterra. Una parte non voluta, certamente, ma pur sempre basilare. Le vicende che accompagnarono la sua vita furono quelle che aprirono la strada all’incoronazione di Maria I, detta Maria la Cattolica o, come è meglio conosciuta, Maria la Sanguinaria. E fu proprio a cominciare dal suo rapporto con Jane Grey che Maria iniziò a guadagnarsi tale terribile, e per certi versi ingiusto, soprannome.
Quella dei Tudor è forse la dinastia reale inglese più conosciuta.
Non solo, probabilmente rappresenta anche una delle saghe famigliari più affascinanti e, al contempo, agghiaccianti del XVI secolo. A fare da sfondo alle vicende ci furono le riforme protestanti e la guerra tra religioni.
A un certo punto del suo regno, infatti, re Enrico VIII si allontanò dalla Chiesa di Roma, continuando comunque a considerarsi cattolico. Questo scisma avvenne in un contesto storico e politico particolare.
Nel 1511, Enrico VIII aveva aderito all’alleanza promossa da papa Giulio II per arginare l’espansione del dominio francese di Luigi XII. Dell’alleanza, chiamata Lega Santa, facevano parte anche Massimiliano I d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, e Ferdinando II d’Aragona. Dopo tre anni, quest’ultimo aveva abbandonato l’intesa e era stata stipulata la pace con il regno francese, successivamente minata dall’ascesa al trono di Francesco I di Francia, nel 1515. Nel 1516 era morto Ferdinando II, succeduto dal nipote Carlo V. Nel 1519, quest’ultimo era stato eletto imperatore del Sacro Romano Impero, in luogo di Massimiliano I, che era venuto a mancare.
Nel giro di circa due anni, Enrico VIII si trovava con poca o nessuna influenza in campo politico nel territorio Europeo e senza un erede maschio. Caterina d’Aragona, infatti gli aveva partorito tre figli, dei quali una soltanto era sopravvissuta: Lady Maria.
Desiderando un successore, Enrico VIII aveva cominciato a pensare di dichiarare nullo il matrimonio con Caterina, appellandosi alle precedenti nozze di lei con il fratello maggiore, Arturo Tudor, nonostante la regina avesse sempre sostenuto che il matrimonio non era mai stato consumato. Per poterla sposare, nel 1509, Enrico VIII aveva dovuto ottenere una Bolla Papale da Giulio II. A distanza di circa 20 anni, Enrico VIII si era rivolto nuovamente alla Santa Sede, sostenendo che la Bolla Papale di Giulio II era sta ottenuta con l’inganno e quindi non era valida.
Il re aveva chiesto quindi al nuovo papa, Clemente VII, non solo l’annullamento del matrimonio con Caterina, ma anche una dispensa che gli permettesse di sposare Anna Bolena, sorella di una sua ex amante e dama di compagnia della regina. Ciò che avvenne in seguito a queste richieste fu determinato da una sottile trama di giochi di potere. Clemente VII, infatti, aveva deciso di non annullare la Bolla di Giulio II per timore delle ripercussioni che ciò avrebbe causato, in quanto Carlo V, l’imperatore del Sacro Romano Impero, era il nipote di Caterina. Enrico VIII, quindi, si era allontanato dalla Chiesa di Roma, decretando la nascita della Chiesa anglicana e l’annullamento del matrimonio con Caterina.
Nel 1533, Enrico VIII aveva poi sposato Anna Bolena e per questo aveva subito la scomunica da parte di Clemente VII.
Nel 1534 il Parlamento aveva approvato la Legge di Supremazia, che dichiarava il re come unico Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra, la Legge sui Tradimenti, che rendeva passibile di morte chi non riconosceva il re come tale e la Legge di Successione, che dichiarava Lady Maria illegittima e spostava quindi la linea di successione alla discendenza di Anna Bolena, che aveva nel frattempo partorito Lady Elisabetta. Per tutta la sua vita, però, Enrico VIII rimase formalmente un re cattolico.
Questi furono i presupposti per la nascita della Chiesa anglicana.
Tuttavia, il matrimonio con Anna Bolena era destinato a avere vita breve.
Nel 1536, la regina ebbe un aborto spontaneo, in seguito al quale venne dichiarata incapace di generare altri eredi. Il re aveva già cominciato a interessarsi a una dama di compagnia di Anna Bolena, Jane Seymour. Quest’ultima aveva 28 anni, un’età avanzata per gli standard dell’epoca, e non aveva il fascino di Anna Bolena, ma era di carattere più mite e di famiglia più nobile e numerosa.Quest’ultimo particolare faceva presupporre che fosse fertile e potesse quindi dare un erede maschio alla corona.
Per eliminare Anna Bolena, venne istituito un processo per alto tradimento e stregoneria, che sfociò nella condanna a morte della regina. Due giorni prima dell’esecuzione, il matrimonio con re Enrico VIII venne dichiarato nullo.
Il 30 maggio 1536 furono celebrate le nozze tra il re e Jane Seymour e redatta una nuova legge di successione che dichiarava illegittima anche Lady Elisabetta.
Il 12 ottobre 1537, il sogno di Enrico VIII si realizzò: Jane Seymour diede alla luce un bambino, Edoardo. La regina, però, morì di febbre puerperale dieci giorni dopo il battesimo del figlio.
Pur rimanendo turbato dalla morte della donna che finalmente gli aveva dato un erede maschio, nei suoi successivi dieci anni di regno Enrico VIII si sposò altre tre volte, con Anna di Cléves, Caterina Howard e Caterina Parr.
Tuttavia, la nascita di Edoardo non fu l’unica nascita importante, sul piano politico, avvenuta nell’autunno del 1537.
Pochi giorni prima, infatti, nella tenuta di Bradgate era nata Lady Jane, figlia di Henry Grey e Frances Brandon.
Henry Grey era figlio di Thomas Grey, dal quale ereditò il titolo di Marchese di Dorset. Negli ultimi anni di regno di Enrico VIII, riuscì a ottenere grandi privilegi, divenendo una figura importante alla corte del re. Gran parte dei suoi successi fu dovuto alle nozze con Francis Brandon. Quest’ultima, infatti, era figlia di Maria Tudor, sorella minore di Enrico VIII.
Proprio come il re, Henry Grey e Frances Brandon rimasero profondamente delusi nel vedere nascere loro come primogenito una femmina. Lady Jane fu così chiamata in onore della regina Jane Seymour.
Sin dall’infanzia, Lady Jane fu al centro delle mire arriviste e dei complotti dei propri genitori.
Non avendo un maschio a cui tramandare titoli e tenute, Henry Grey e Frances Brandon cominciarono a coltivare l’idea di vedere Lady Jane sul trono. Quando seppero che la regina aveva dato alla luce un maschio, infatti, stabilirono per la bambina l’obiettivo di essere promessa in sposa a Edoardo. Affinché ciò avvenisse, assunsero, nel corso degli anni, alcuni tra i migliori precettori, confrontando il piano di studi di Lady Jane con quello di Lady Maria, Lady Elisabetta e dello stesso Edoardo.
Enrico VIII era infatti un re molto colto: conosceva il latino, lo spagnolo e il francese e aveva talento musicale. Per il sovrano la cultura era fondamentale al punto che anche le figlie considerate illegittime dovevano essere istruite al pari del principe Edoardo. Enrico VIII si era sempre circondato di persone colte e istruite. La sua ultima moglie, Caterina Parr, colei con cui Lady Jane entrò maggiormente in contatto, parlava fluentemente il latino, imparato da autodidatta.
A Henry Grey e Frances Brandon risultava quindi chiaro che la figlia Jane dovesse quantomeno avere una cultura pari a quella delle figlie del re, se volevano utilizzarla per i loro scopi.
Fu anche a tal fine che, nel 1546, Lady Jane venne mandata a corte come dama di compagnia di Caterina Parr.
Qui, la bambina ottenne il favore non solo della regina, ma anche del sovrano stesso.
Enrico VIII, però, morì l’anno successivo senza aver stabilito nulla di concreto riguardo alle future nozze del figlio. Circa quattro anni prima, il re aveva deciso di usare Edoardo come pedina nel suo gioco politico. Desiderando annettere il Regno di Scozia al Regno d’Inghilterra e d’Irlanda, Enrico VIII aveva firmato i Trattati di Greenwich, che sancivano la pace con la Scozia e proponevano il matrimonio tra il giovane Edoardo e la piccola Maria Stuarda, figlia di Giacomo V di Scozia e Maria di Guisa. L’accordo era saltato lo stesso anno: Maria di Guisa aveva preferito promettere in matrimonio la figlia al delfino di Francia.
Enrico VIII era quindi morto prima di tentare una nuova alleanza tramite il matrimonio del figlio.
I piani di Henry Grey e Frances Brandon sembravano destinati a fallire.
Prima di morire, Enrico VIII aveva designato come suo successore il giovane Edoardo. Inoltre, aveva stabilito che, se il figlio fosse morto senza prole, la corona sarebbe passata a Lady Maria e, successivamente, a Lady Elisabetta, in caso di assenza di discendenti. Se anche Elisabetta fosse morta senza figli, il trono doveva passare a discendenti inglesi, non stranieri. Enrico VIII, però, aveva estromesso dal testamento la sorella Margherita e i suoi figli, favorendo invece l’altra sorella, Maria. Quindi, Lady Jane sarebbe potuta diventare regina, ma le probabilità non erano molto alte.
Edoardo VI salì al trono all’età di soli nove anni. Essendo troppo giovane per regnare, fu designato il suo parente più prossimo come reggente: Edward Seymour, duca di Somerset. Fu in questi anni che ci si rese conto che le risorse economiche della corona non erano più sufficienti per continuare a fare guerra a Scozia e Francia, allora le principali nemiche del regno d’Inghilterra. Se creare un’alleanza con la Scozia era impossibile, visti i precedenti, si poteva tentare un’unione con la Francia, cobelligerante della Scozia.
Fu così che si arrivò a proporre al giovane re il matrimonio con Elisabetta di Valois, figlia di Enrico II di Francia e Caterina de’ Medici.
Ciò che non convinceva il re, però, era l’idea di sposare una cattolica.
Edoardo VI era stato istruito, per volere di Caterina Parr e tenendo il fatto segreto al padre, da precettori che avevano sposato le recenti teorie protestanti. Fu infatti sotto il regno di Edoardo VI che le riforme della religione in Inghilterra presero il via, prima di essere bloccate da Maria I.
Mentre a corte si tentava di convincere il re a contrarre un matrimonio improbabile, a Bradgate Park erano in corso altri complotti e altre trattative. Il Lord protettore Edward Seymour aveva infatti un fratello, Thomas Seymour. Quest’ultimo avrebbe voluto possedere un ruolo più vicino alla corona. Nel tentativo di scalzare il fratello, aveva inviato una proposta di matrimonio prima a Lady Maria e, successivamente, a Lady Elisabetta. Entrambe avevano rifiutato.
Quindi, avendo una grande influenza sul nipote Edoardo e conoscendo le mire dei genitori di Lady Jane, propose a Henry Grey di mandare da lui la figlia, affinché potesse introdurla alla corte del re e indurre il nipote a sposarla. Anche Lady Jane, infatti, aveva cominciato a sviluppare una profonda fede protestante, come i suoi genitori.
Gli anni di Enrico VIII erano stati difficili per chi aveva scelto di cambiare fede.
La pena di morte consisteva nel rogo, così come accadeva in tutta Europa da quando l’Inquisizione Spagnola era nata, nel 1478. Lady Jane, le cui convinzioni erano molto più forti rispetto a quelle del padre o della madre, avrebbe potuto vivere libera dal terrore e contribuire a rendere il protestantesimo la religione di stato.
I suoi genitori ricominciarono a sperare, ma c’era un problema. Thomas Seymour era celibe: mandare a vivere da lui una ragazzina avrebbe destato uno scandalo. Egli lanciò quindi la sua ennesima proposta di matrimonio, questa volta a una donna che sapeva non avrebbe rifiutato: Caterina Parr. I due, infatti, avevano avuto una relazione in passato. Inoltre, Caterina avrebbe sposato il progetto e accettato di prendere nuovamente sotto le proprie ali la giovane Jane, che adorava come una figlia, non avendone mai avuti di propri, nonostante tre matrimoni.
Le nozze furono celebrate in segreto pochi mesi dopo la morte di re Enrico VIII.
Lady Jane fu inviata a vivere con Caterina Parr e Thomas Seymour.
L’ex regina continuò a fare istruire la bambina, che aveva imparato a amare la cultura, in particolare modo la lettura e la scrittura, mentre il marito si adoperava affinché Edoardo VI si accorgesse della cugina e fosse persuaso a sceglierla come moglie.
Con loro viveva anche la giovane Lady Elisabetta, in seguito allontanata a causa del rischio di uno scandalo, che aveva al centro lei e lo stesso Thomas Seymour.
Ignara di tutti i piani fatti nei suoi confronti, Lady Jane visse per circa due anni a casa di Caterina Parr, apprezzando e, al tempo stesso, rifuggendo la compagnia della cugina Elisabetta.
Inaspettatamente, all’età di 35 anni, Caterina Parr rimase incinta. In seguito al parto, morì di febbre puerperale. Thomas Seymour, disperato perché rischiava di perdere la custodia di Lady Jane e accortosi che il nipote si era allontanato da lui, tentò il rapimento del re. L’intervento delle guardie, però, vanificò il suo gesto e Thomas Seymour venne condannato a morte.
Immediatamente dopo la cattura dell’uomo nelle stanze del re, Henry Grey e Frances Brandon fecero tornare a casa la figlia, per evitare di essere coinvolti e ricondotti a un complotto contro il sovrano.
Ancora una volta, le loro speranze sembravano vanificate, ma la caduta di Thomas Seymour decretò, dopo pochi anni, la caduta anche del fratello Edward. Edoardo VI, infatti, crescendo, aveva iniziato a comprendere sempre di più i delicati intrighi del governo e aveva gradualmente perso fiducia anche nel Lord Protettore, che aveva cominciato ad abusare del proprio potere e venne giustiziato nel 1552.
Fu in questo frangente che un nuovo personaggio si fece avanti: John Dudley, I Duca di Northumberland.
Purtroppo, nell’inverno di quello stesso anno, il re si ammalò, probabilmente di tubercolosi. Portare avanti il progetto di Thomas Seymour era ormai impossibile. Il re non sarebbe sopravvissuto tanto a lungo da contrarre un matrimonio e generare un erede.
Il nuovo Lord Protettore, quindi, impugnò il testamento di Enrico VIII e la Legge di Successione del 1536. Con questi documenti in mano, si recò a Bradgate House. Gli eredi di Margherita Tudor erano stati deliberatamente esclusi dal testamento del defunto re, che però includeva Lady Maria e Lady Elisabetta. Tuttavia, queste ultime erano state dichiarate illegittime dalla Legge di Successione. Il trono, quindi, poteva passare direttamente a Frances Brandon, figlia di Maria Tudor e quarta nella linea di discendenza al trono.
Il piano era semplice.
Frances Brandon avrebbe ceduto il trono alla figlia Jane, la quale avrebbe sposato Guilford Dudley, figlio del duca. In questo modo, tanto John Dudley quanto Henry Grey e Frances Brandon avrebbero esercitato il potere tramite i figli. L’accordo, però, prevedeva che il matrimonio non venisse consumato fino a che non ci fosse stata l’assoluta certezza che Lady Jane sarebbe stata incoronata.
Stipulato il patto, John Dudley tornò a corte, dove cominciò a cercare un modo per far sì che il suo progetto avesse una vera e propria valenza legale, approfittando di ogni momento per convincere Edoardo VI a scavalcare il testamento del padre. Questo, in realtà, non fu un lavoro faticoso: Edoardo VI era un fervente protestante e non voleva che lo succedesse al trono la sorellastra Maria, che era invece una devota cattolica.
Il re morì a 16 anni, il 6 luglio 1553.
La Francia appoggiò il piano di Dudley, non volendo sul trono d’Inghilterra la cugina dell’imperatore del Sacro Romano Impero. Tutti coloro che erano coinvolti nel complotto avevano la certezza che Lady Jane sarebbe stata proclamata regina dal popolo inglese. Per evitare problemi, John Dudley inviò un piccolo esercito, comandato da suo figlio Robert, a prendere Maria e metterla al sicuro. Tuttavia, la donna era già fuggita, cercando di scappare in Spagna, dove avrebbe trovato il sostegno del cugino. Nel giro di pochi giorni, la situazione precipitò. Il popolo non era pronto a affrontare le riforme religiose indette da Edoardo VI. E non era disposto ad accettare come regina una donna che non conosceva. Lady Jane, infatti, aveva condotto una vita riservata, dedita più agli studi che agli intrighi di palazzo.
Una contea dopo l’altra dichiarò Maria regina legittima d’Inghilterra e Irlanda.
Messo assieme un esercito, quindi, Maria entrò a Londra trionfante, deponendo la regina Jane dopo soli nove giorni passati sul trono.
Al contrario della fama che si fece durante il suo mandato, Maria I perdonò quasi tutti gli oppositori, compresi i genitori di Jane e Jane stessa. John Dudley, invece, fu immediatamente processato e giustiziato.
In onore del rapporto di parentela, che non aveva mai vissuto dissidi, Maria I si mostrò magnanima quando la cugina Frances Brandon chiese il suo perdono. La regina rispose favorevolmente, dicendo che avrebbe trattenuto Lady Jane e suo marito fino a che non si fossero calmate le acque. Dopodiché, sarebbero stati liberi di andarsene.
Maria I, che nel momento in cui divenne regina aveva già 37 anni, si rendeva conto di avere un disperato bisogno di un consorte. Il cugino Carlo V le consigliò di sposarsi con suo figlio, Filippo II. I consiglieri della regina erano contrari, in quanto questo avrebbe significato cedere la corona in mano agli Asburgo. Anche la Francia temeva per questa unione, che avrebbe visto rafforzarsi il legame tra le sue peggiori nemiche, Inghilterra e Spagna.
Il malcontento si diffuse anche tra i sudditi protestanti, che non volevano un sovrano straniero e, oltretutto, cattolico. Nacquero così nuovi complotti e nuovi gruppi di rivolta. Il primo focolaio di ribellione si verificò nel Kent, dove Thomas Wyatt il Giovane radunò un esercito di 3000 uomini che marciò verso Londra, solo per essere sconfitto dalle truppe reali a Kingston.
Maria I riuscì a distruggere facilmente l’opposizione protestante e convolò a nozze con Filippo II.
Tuttavia, prima di sancire l’accordo di matrimonio, il principe spagnolo voleva vedere qualsiasi oppositore protestante processato e giustiziato. D’altro canto, Maria non voleva annullare le dispense fatte e giudicava Lady Jane e suo marito innocenti, in quanto troppo giovani per poter aver preso coscienziosamente parte al complotto. Maria si sarebbe accontentata di generare un erede. Dopodiché si sarebbe considerata al sicuro e avrebbe potuto scarcerare Lady Jane.
A farle cambiare idea non fu solo il profondo amore per Filippo II e la prospettiva, finalmente, di potersi sposare e avere dei figli. Henry Grey, infatti, il padre di Lady Jane, aveva preso parte alle recenti rivolte con lo scopo di deporre Maria I e mettere sul trono la sua sorellastra Elisabetta, di fede protestante, anche se non così apertamente come Lady Jane.
Maria I si rese quindi conto che, anche generando un erede, la corona non sarebbe stata al sicuro. Lasciare impuniti coloro che erano stati coinvolti nel complotto significava mostrare, davanti ai sudditi protestanti, una debolezza che Maria non voleva manifestare.
La regina decise quindi di far giustiziare Lady Jane e suo marito Guilford, ma non prima di aver fatto un ultimo tentativo per salvare la giovane.
Maria inviò infatti un prete cattolico dalla cugina, affinché la persuadesse a rinunciare alla fede protestante e a abbracciare il cattolicesimo. Nonostante la sua giovane età, Lady Jane non vacillò e scelse di morire ingiustamente, piuttosto che fare proprie credenze che considerava errate. La regina non ebbe altra scelta: la sentenza fu eseguita, per decapitazione, il 12 febbraio 1554. Undici giorni dopo venne decapitato anche Henry Grey.
Lady Jane aveva compiuto 16 anni da pochi mesi quando venne giustiziata.
Di lei si parla come della regina dei nove giorni, ma, in realtà, pochi libri di storia raccontano la sua vita, subordinata alle ambizioni dei genitori, che portarono alla sua morte. La maggior parte dei testi lascia Lady Jane nell’oblio, catalogandola come personaggio storico insignificante e scavalcandola per arrivare direttamente a Maria I. Lady Jane, infatti, viene definita predecessore di Maria solo de facto, mentre de iure, come legittimo, viene indicato Edoardo VI.
Eppure, la sua storia drammatica, conclusasi con la condanna per tradimento, getta nuova luce sulla dinastia Tudor, completandola e contribuendo anche a purificare un po’ la reputazione di Bloody Mary, Maria I.