Eva Mameli Calvino – Passione è Dovere

 Di Anna Fresu 

Che la vita fosse anche spreco, questo mia madre non l’ammetteva: cioè che fosse anche passione. Perciò non usciva mai dal giardino etichettato pianta per pianta, dalla casa tappezzata di bouganvillea, dallo studio col microscopio sotto la campana di vetro e gli erbari. Senza incertezze, ordinata, trasformava le passioni in doveri e ne viveva”.

(Italo Calvino)

Così Italo Calvino descriveva sua madre in “La strada di San Giovanni”, Mondadori 1990.

Eva Mameli Calvino (Giuliana Luigia Evelina Mameli) fu una delle più grandi scienziate del XX secolo.

Era nata a Sassari il 12 febbraio del 1886 da Giovanni Battista Mameli, alto ufficiale dei  carabinieri e Maria Maddalena Cubeddu, originaria di Ploaghe. Dopo il pensionamento del padre la famiglia si trasferisce a Cagliari. Educata in seno a una famiglia di ideali laici e repubblicani, Eva fu una delle poche ragazze a poter frequentare le scuole superiori, considerando che, all’epoca, la maggior parte delle donne terminava la scuola a nove anni, termine fissato per la scuola dell’obbligo, Conseguita  la maturità, nel 1905 si iscrisse alla Facoltà di Matematica dove ottenne un’abilitazione all’insegnamento.

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Eva col marito e col figlio Italo

Eva col marito e col figlio Italo

Dopo la morte del padre raggiunge il fratello Efisio, docente universitario di Chimica farmaceutica e Tossicologia, a Pavia e si dedica allo studio di piante officinali e farmaceutiche della flora sarda. Nel 1907 si laurea in Scienze Naturali, una delle prime donne in Italia dopo Rita Monti laureatasi nel 1886. D’allora in poi si dedicherà allo studio della Botanica e in, particolare, alle ricerche allora d’avanguardia sulla fotosintesi e sui meccanismi di assimilazione dell’azoto.

Nel frattempo aveva anche ottenuto, dopo un periodo trascorso a Londra, anche l’abilitazione all’insegnamento delle Scienze Naturali nei licei.

Nel 1911 diventa assistente di Botanica presso l’Università di Pavia, ottenendo però la cattedra solo quattro anni dopo, data la resistenza ad ammettere le donne in ambito accademico.

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Eva Mameli Calvino durante e dopo la guerra

Durante la Prima Guerra Mondiale si prodiga nell’assistenza e nella cura dei feriti e dei malati di tifo ricoverati all’ospedale Ghisleri di Cagliari. Per questo suo impegno le sarà conferita la Medaglia d’Argento della Croce Rossa e la Medaglia di Bronzo del Ministero degli Interni.

Accoglie l’invito di Mario Calvino, eminente agronomo e direttore della Stazione Sperimentale di Agronomia a Santiago de Las Vegas a Cuba, a raggiungerlo per dirigere la Stazione Sperimentale di Botanica. Nel 1920 Eva e Mario si sposeranno a Cuba, dove organizzeranno anche una scuola agraria per i campesinos e i loro figli. Qui Eva si dedicherà anche a studi di botanica applicata sul tabacco e sulla canna da zucchero. A Cuba, il 15 ottobre del 1923,  nascerà Italo Calvino.

Nel 1925 ritorneranno in Italia, a Sanremo, dove a Mario Calvino era stata offerta la direzione della neo-istituita Stazione Sperimentale di Floricoltura “Orazio Raimondo”.

Dal 1926 al 1929 Eva Mameli Calvino ottiene la cattedra di Botanica all’Università di Cagliari, e la direzione dell’Orto botanico, che ricostruisce dalle distruzioni della guerra reintroducendo specie che mancavano da secoli e arricchendolo con palme, eucalipti, lecci e altre piante esotiche. Da l’29 ritorna a Sanremo dove riprende il suo lavoro alla Stazione Sperimentale.

Nel ’51 muore Mario Calvino ed Eva lo sostituirà nella direzione della Stazione fino al ’59.

Molti sono i riconoscimenti accademici, come quello dell’Accademia dei Lincei nel 1919, conferitigli per le riviste fondate e dirette con il marito, per  il suo lavoro, la sua docenza, i suoi scritti: oltre duecento articoli scientifici e un piccolo dizionario etimologico dei nomi generici e specifici di piante e fiori.

Per la sua opera di tutela degli uccelli è considerata la «prima e unica donna» del movimento per la conservazione della natura tra le due guerre.

Eva Mameli Calvino (Giuliana Luigia Evelina Mameli) fu una delle più grandi scienziate del XX secolo.

Oltre alle grandi qualità scientifiche Eva e Mario vantavano anche indiscutibili doti morali e di coraggio, come mostrarono anche durante la Seconda Guerra Mondiale, gli anni dell’occupazione nazi fascista e le leggi razziali quando accolsero ebrei perseguitati nella loro Villa Meridiana (quella splendida Villa Meridiana che sarà soffocata negli anni del boom economico e che Italo Calvino ricorderà con il dolore di sua madre in “La speculazione edilizia, Einaudi 1963”) e quando, davanti a plotoni di esecuzione simulati si rifiutarono di rivelare i nascondigli dei figli partigiani.

“Minuta, risoluta, anticonformista” così la descrive il figlio Floriano, nato a Sanremo nel 1926, che, nel 1986, alla cerimonia di intitolazione di una scuola al nome di sua madre, ricorderà:

Il rigore morale e scientifico era fondamentale per lei nell’educazione dei figli, così come l’origine sarda. Io e Italo siamo stati allevati dalla  nonna a Ploaghe, Maria Maddalena Cubeddu, e abbiamo imparato così un italiano forbito, perfetto, da vocabolario, l’italiano dei sardi”.

Eva Mameli Calvino muore a Sanremo il 31 marzo 1978.

A noi non dimenticarla.