“Blu come la notte” di Simone Van der Vlugt

recensione di Sabrina Corti

Catrijn aveva ucciso suo marito.

Lo aveva ucciso di notte, mentre dormiva, soffocandolo con un cuscino.

Era stanca delle botte, che le avevano fatto perdere il suo bambino; era stanca delle umiliazioni.

Poi, aveva chiamato i soccorsi sostendo che Govert fosse morto soffocato dopo l’ennesima ubriacatura.

“Una colpa compromette i nostri rapporti con Dio e va punita, ma non con la perdita della vita eterna. L’amore di Dio è talmente grande che in determinati casi può perdonare anche la nostra incapacità di pentirci.”

“Come si fa a sapere di essere stati perdonati?”

Il reverendo sorride e si mette una mano sul cuore. “Si sente.”

Il funerale era stato celebrato in fretta, e in fretta Catrijn aveva venduto tutto ciò che aveva e si era preparata a partire.

Ma Catrijn non stava scappando da una possibile condanna, Catrijn scappava da un paesino bigotto, fatto di ore che si susseguono inutilmente, seguendo il ritmo del sole, solo in attesa di invecchiare e poi di morire.

Catrijn non intende piegarsi alla terra, nè alla tradizione contadina.

Lei ha un’unica passione: la pittura. E dipingerà: costi quel che costi.

Questa è la storia di una donna che sfida i pregiudizi e le imposizioni del tempo in cui vive per raggiungere la sua felicità.

Ma quanto è difficile sfidare i pregiudizi in un tempo in cui le donne non godevano di alcuna tutela, di alcuna prerogativa. Quando non era concesso loro di viaggiare sole se non a costo di apparire donne di malaffare, quando potevano aspirare solo a diventare governanti o contadine.

La storia di Catrijn è un viaggio nei Paesi Bassi del diciassettesimo secolo.

Dal nord dell’Olanda sino ad Amsterdam, una città che sta fiorendo come una magnolia a maggio, Catrijn procederà a passi sicuri, senza mai cadere, sempre fiera, avanti a sè nulla se non sè stessa.

Interessante la rappresentazione della donna in questo bel romanzo storico. Una visione per nulla edulcorata delle esigenze letterarie.

È bene che mi spieghi meglio.

Catrijn ad un certo punto si innamora di un uomo affascinante e ricco, e ne è ricambiata. Ma lui è un direttore delle Compagnie delle Indie Occidentali e sta per partire per un lungo viaggio che durerà oltre un anno.

Le chiede di aspettarla ed al suo ritorno potranno vivere insieme per sempre.

Orbene, ci si aspetterebbe il passaggio in cui l’eroina, immolata sull’altare dell’amore, dica “Sì, ti aspetterò in eterno”.

Macchè!

Catrijn non aspetta proprio nessuno: e glielo dice in faccia.

Lui vada pure per mare e quando tornerà, se mai tornerà (giacchè nel diciassettesimo secolo ci stava anche che un raffreddore ti mandava al Creatore) ne riparleranno… sempre che lei sia ancora disponibile.

Nel frattempo succede di tutto: Catrijn perde il lavoro, viene rintracciata da un losco figuro che sa bene come stiano le cose rispetto alla morte del marito della protagonista, fugge, viaggia ancora verso sud ed approda a Delft, la stupenda città di cui sono note le ceramiche bianche e blu famose in tutto il Mondo, e piccolo particolare di poca sostanza… conosce Vermeer!

E adesso vi racconto un aneddoto che, forse, qualcuno di voi non conosce.

È ormai noto che gli artisti oggi annoverati nel gotha della sublime arte della pittura, ai tempi della loro esistenza non se la passavano proprio benissimo economicamente.

Insomma, tutta la fama (e soprattutto la valanga di pecunia) giungeva loro solo quando se ne stavano comodamente supini sotto qualche metro di terra già da qualche tempo.

Neppure la Chevalier ce l’aveva raccontata giusta quando ci parlava dell’ormai noto orecchino di perla.

Vermeer, infatti, che dipingeva sì ma doveva pur mantenere i suoi quattordici figli, campava grazie alla sua attività di locandiere.

Catrijn, dunque, che le scuole di pittura non le poteva frequentare in quanto femmina, conosce il Maestro dietro un bancone mente mesce birra agli avventori della locanda.

E Vermeer, che proprio proprio stolto non era, capisce al volo che Catrijn ha talento.

E finalmente la protagonista realizza il suo sogno: viene assunta in una fabbrica di ceramiche. Unica donna in un paese dove l’arte e i segreti della pittura sono appannaggio maschile.

Ma Catrijn fa spallucce. Che la guardino come vogliono, che la giudichino come vogliono: lei ora dipinge.

Un giorno, mentre Catrjin esce dalla bottega per recuperare le pietre da pestare per ottenere i colori, un magazzino di polvere da sparo esplode causando migliaia di feriti e centinaia di morti. Catrijn è salva ma ferita gravemente.

Solo le amorevoli cure del proprietario della bottega ove Catrijn lavora le consentiranno di riprendersi e di recuperare le forze che le permetteranno di continuare a dipingere.

Quello stesso proprietario della bottega, un vedovo docile ed accudente, si innamora di Catrjin e la sposa.

Fine del romanzo? No!

Siccome le disgrazie non vengono mai da sole, a Delft arriva la peste bubbonica: e Catrijn è incinta!

Allora fugge al nord, ancora verso il suo paese natio ove il morbo non si era diffuso.

Ma i sospetti su di lei circa le reali modalità della morte di Govert non sono mai sopiti e la famiglia del marito reclama – non tanto giustizia – quanto l’eredità.

Catrijn non può restare: è la voglia di tornare in bottega a dipingere e di riabbracciare suo marito che la spinge.

Ma il ritorno sarà amaro.

Ancora a raccogliere i cocci: della bottega, della sua vita, dei suoi pensieri.

… mentre un uomo, di ritorno dalle Indie Occidentali, con il cuore e la mente ancora pieni di amore per Catrijn, stà approdando al porto di Delft.

Scheda del libro
Titolo: Blu come la notte
Autore: Simone Van Der Vlugt
Genere: romanzo storico
Editore: Ponte alle Grazie
Data Edizione: 2016
Numero di pagine: 297
puoi acquistare il libro qui: https://www.ibs.it/blu-come-notte-libro-simone-van-der-vlugt/e/9788868335939