“WHITE (pagine bianche)” di Maria Cristina Sferra
Recensione di Elvira Rossi
Maria Cristina Sferra ancora una volta ci sorprende con la singolarità di un piccolo libro, riserva di meraviglie in bianco e nero.
“White (pagine bianche)” di Maria Cristina Sferra diventa metafora della vita, rappresentazione visiva e sonora di pieni e di vuoti, di zone d’ombre e spazi luminosi, di assenze e presenze, di silenzi e voci armoniche in un perenne dialogo.
Siamo ombre di passaggio / in un mondo di luce.
Parole e rappresentazioni grafiche con levità prendono vita e si espandono nel candore delle pagine andando a fondersi in una unità di sguardo che le affratella nella stessa suggestione poetica.
Se trovo spazio, vivo.
Fonte d’ispirazione è la neve che con il suo chiarore illumina l’anima e invita a un colloquio intimo con sé stessi.
Le emozioni suscitate dall’incanto della neve trovano un prolungamento nel candore di una pagina da scrivere e pronta ad accogliere momenti di creatività.
Tutti gli elementi sono collocati in uno spazio astratto e la purezza dei disegni e dei versi suggerisce atmosfere calde che contraddicono l’apparente glacialità delle forme.
A prevalere è una Natura che paga della propria limpidezza respinge ogni ornamento e che, per meglio svelarsi, allo sfolgorio dei colori predilige l’ombra e al frastuono delle voci antepone il silenzio.
La Natura talvolta si nasconde sotto un manto e altre volte si libera della veste bianca per mostrare una pudica nudità che allude a una metamorfosi rigeneratrice.
Alberi scheletrici si protendono nel vuoto in attesa della rinascita e sporadiche gemme, che nel bianco delle pagine effondono aliti di vita, lungi dall’essere una contrapposizione di due polarità antagoniste, vanno a sottoscrivere una coesistenza di sfumature che colorano una realtà complessa e non priva di ambiguità.
Alla tenue malinconia dell’assenza si accostano note di speranza che con riservatezza lasciano intravedere ovunque barlumi di luce.
È proprio nello stile della poetessa l’amore per i chiaroscuri che nascono dalla consapevolezza di una concezione dolente della vita, che può essere vinta dalla tenerezza e dalla bellezza dell’arte.
I fiori e i rami recisi, che spesso accompagnano i versi, proiettandosi verso uno stato di istintiva felicità interrompono una tristezza che si rifiuta di chiudersi in sé stessa.
Non esiste tormento che non possa trovare conforto.
La tormenta passa e lascia/ dietro di sé quiete e chiarezza.
Profili umani, indistinti e solitari, prendono corpo nella centralità di una pallida distesa, spazio incontaminato e abitato dalla parola poetica che invita alla contemplazione.
L’unica figura femminile, definita nei tratti, traspare dietro un velo che rende incerto il confine tra sogno e realtà.
“Sogni tanto vividi,/realtà così sfocata./A volte non so/da quale parte mi trovo./Al di là del velo mi perdo.
La vita trova i suoi momenti di esaltazione nella pacatezza di un linguaggio evocativo che amplifica lo spazio suggerendo una sensazione d’infinito.
Con ritmo di respiro umano/ si sfogliano senza fine le pagine.
Dallo spazio bianco e dalla essenzialità dei ritratti proviene un invito a una comunicazione che partendo dall’ascolto si trasmuta in accoglienza.
Mentre la sinteticità delle note poetiche rigetta la banalità pervasiva della parola, le pagine bianche diventano proposta di una comunicazione alta e creativa.
I frammenti poetici non si esauriscono nella brevità della parola proferita e in virtù di una intensità espressiva trovano un continuum nella rivelazione del sottinteso.
Con “WHITE (pagine bianche) di Cristina Sferra il pensiero naviga in uno spazio libero alla ricerca di orizzonti raggiungibili solo da chi sa
“Intingere il cuore nell’immensità”
Titolo:WHITE (pagine bianche)
Autore: Maria Cristina Sferra
Editore : Independently published (10 febbraio 2021)
Sinossi
WHITE (pagine bianche) di Maria Cristina Sferra è una raccolta di pensieri e immagini fotografiche che può diventare anche un quaderno artistico dove scrivere, uno spazio aperto all’interazione e alla creatività. Un libro dall’anima pura che si trasformerà in infiniti altri libri attraverso ciò che ciascuna lettore deciderà di farne (Tratta dalla “quarta di copertina)
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