Ritratto di donna di Cristian Mannu
Voce al silenzio
Recensione di Sara Boniperti
Ritratto di donna è un romanzo di Cristian Mannu edito Mondadori nel 2022.
Di cosa tratta Ritratto di donna?
Quando il tempo per vivere sta per finire, che lo si voglia o no, bisogna fare i conti con il passato. Quello che ci racconta l’autore attraverso questo romanzo è uno dei rapporti più difficili da vivere e da capire: quello tra una madre e una figlia.
E non sempre è facile comprendere le scelte altrui, perché ci si ferma all’apparenza e non si hanno tutte le tessere del puzzle per avere una visione d’insieme che ci permetta di conoscere le motivazioni che spingono verso alcune scelte piuttosto che altre.
Spesso si resta in silenzio.
É così che ci si allontana.
“Avresti dovuto farlo prima. Questo sì. Prima che tua madre diventasse solo un involucro muto, il bozzolo secco di una farfalla rimasta senza le ali. Ti fa male vederla così. Non poterle parlare. Ti fa male sapere che non ci sarà più tempo per raccontarle tutte le cose che ti sono successe in questi anni, per ascoltarla.”
Ho letto queste pagine con molto trasporto, non riuscivo a staccarmi nonostante le lacrime; questa storia mi ha fatta piangere ma è stata in grado di farmi un regalo prezioso e di questo sono grata all’autore.
Perché leggere Ritratto di donna?
Ritratto di donna è una storia che racconta tanto attraverso un silenzio che poi si svela con il tempo, pagina dopo pagina.
La lontananza che prova a curare un dolore che cresce. Fuggire per scappare a tutti quei sentimenti che fanno male. Stare in silenzio per paura.
E io mi ci sono ritrovata spesso in tutto ciò, da figlia, ma ora che sono madre penso a come si fosse sentita la mia nel vedermi crescere.
Penso a quanto è difficile vivere la vita in entrambi i ruoli.
Tanti i sentimenti in questa storia che racconta la vita, che fa riflettere e insegna.
Emozionatevi. Fatevi questo regalo.
130 pagine sono state in grado di emozionarmi toccando le giuste corde, e ne avrei voluto leggere altre. Non voglio rovinarvi la lettura raccontando dettagli che dovete vivervi parola dopo parola.
Vi invito a leggere anche la recensione di Emma Fenu, per me è stato un piacere condividere questa lettura in anteprima con lei e scoprire anche il suo pensiero.
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Sinossi
Due donne unite dal legame più intimo e complesso: quello tra madre e figlia.
La figlia, ormai adulta e madre a sua volta, scrittrice affermata ma dalla vita personale irrisolta, cerca di ricostruire i frammenti del discorso amoroso che la lega alla madre anziana e alla Sardegna, la terra che ha lasciato anni prima e in cui ora è tornata.
Come pezzi di conchiglie sparsi sul bagnasciuga i ricordi le pungono la pelle e le parlano di una remota bellezza, ma non riescono a unirsi in una forma dotata di senso. Com’è successo – quando, e perché? – che la madre sia diventata qualcuno da cui difendersi e scappare?
Eppure, nella distanza, tutto sembrava più nitido: il dolore, i silenzi, le incomprensioni. Più semplice attribuire ruoli e responsabilità.
Ma le prospettive cambiano, man mano che si modifica la nostra esistenza. E quando la prospettiva del racconto si trasferisce alla madre, che nella seconda parte del romanzo diventa l’io narrante, ecco che il quadro si arricchisce di elementi: nuovi colori, profumi, forme.
Finché l’incastro dei punti di vista e le rispettive rivelazioni sfociano in una visione dall’alto, che fotografa la nascita di un nuovo e inaspettato legame. In un alternarsi continuo tra passato e presente, poco alla volta assistiamo alla definizione di un quadro sempre più completo, ricco di dettagli e sfumature.
Come se avessimo il privilegio di assistere alla composizione, pennellata dopo pennellata, e poi compissimo qualche passo indietro per ammirarlo nel suo insieme.