Il tuono dell’anarchia di He-Yin Zhen
Voce ai diritti
Recensione di Veronica Sicari
Il tuono dell’anarchia di He-Yin Zhen è una raccolta antologica della teorica anarchica cinese, a cura di Cristina Manzone, edito da Edizioni D Editore nel 2023.
Di cosa parla Il tuono dell’anarchia?
Tra il XIX e il XX secolo la questione dell’uguaglianza tra donne e uomini era al centro dei dibattiti; è in tale contesto che emerse nitida e appassionata la voce di He-Yin Zhen, pensatrice anarco-femminista.
Le informazioni biografiche sulla filosofa sono piuttosto scarne: sposata con l’anarchico Liu Shipei, visse per un lungo periodo all’estero, e nei primi anni del ‘900 fondò, a Tokyo, una casa di accoglienza per donne vittime di violenze.
Gli scritti che fanno parte de Il tuono dell’anarchia furono scritti e pubblicati in quegli anni.
He-Yin Zhen si pone in maniera critica nei confronti dell’impostazione culturale confuciana, rea di aver perpetrato una costante subordinazione femminile e di aver contribuito a creare una condizione perpetua di servilismo delle donne nei confronti degli uomini.
Nei saggi che compongono questa interessantissima opera antologica, He-Yin Zhen assume una posizione molto critica nei confronti dell’impostazione politica e culturale del suo tempo, dimostrando – tra l’altro – di possedere una cultura e una preparazione tanto storica quanto filosofica inusuale per le donne della sua epoca.
Il tratto maggiormente rivoluzionario dell’impostazione di He-Yin Zhen è l’intuizione del collegamento tra le forme di oppressione e la necessità di un ritorno al “diritto naturale”: è attraverso la liberazione della donna che può attuarsi la liberazione dell’intera società.
Perché leggere Il tuono dell’anarchia?
Quando pensiamo al femminismo e al movimento di liberazione delle donne le prime immagini che ci vengono in mente sono legate alle attiviste inglesi e americane in favore del suffragio, giovani e meno giovani donne bianche, per lo più appartenenti al ceto medio, che lottano per vedersi riconosciuti pari diritti civili rispetto agli uomini.
In realtà il movimento emancipazionista, le istanze di uguaglianza e parità, hanno riguardato tutto il mondo, anche paesi come la Cina, culturalmente e politicamente distanti dal mondo Occidentale.
Il tuono dell’anarchia e gli scritti in esso contenuti aggiungono un ulteriore ed interessante tassello nella storia del movimento femminista, offrendo la possibilità di scoprire e conoscere il punto di vista di una pensatrice e filosofa che ha contribuito al pensiero anarchico orientale.
Leggendo le parole di He-Yin Zhen è possibile tracciare un collegamento strettissimo tra la sua visione e quella che stava prendendo piede in Occidente. Impossibile non cogliere temi che troveranno poi spazio di approfondimento in opere di altre filosofe femministe, anche sue contemporanee.
Le riflessioni in ordine a uguaglianza, antimilitarismo, diversa distribuzione del potere e del privilegio compiute dalla filosofa cinese sono rivoluzionarie e ante-litteram rispetto alla produzione culturale occidentale.
E leggerle e conoscerle, vale certamente la pena.
Sinossi
A cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, in una Cina brulicante di movimenti riformisti e modernizzatori, l’uguaglianza di genere fu una delle tematiche più discusse.
In questo contesto, fomentato da logiche perlopiù nazionaliste e anti-imperialiste, He-Yin Zhen 何殷震 (1884-1920?) rappresentò una voce fuori dal coro, un elemento di rottura, di fatto una delle poche ad aver preso posizioni radicali e critiche in termini antinazionalisti all’interno del dibattito intellettuale dell’epoca.
Curato e tradotto da Cristina Manzone, He-Yin Zhen, Il tuono dell’anarchia rappresenta la prima raccolta in lingua italiana del lavoro della filosofa cinese.
Arricchito da note curatoriali che riescono a far immergere chi legge nell’atmosfera del tempo, He-Yin Zhen, Il tuono dell’anarchia rappresenta la punta più avanzata di un modello a noi inedito di anarco-femminismo, grondante di filosofia confuciana, di rabbia e pura potenza retorica.
«Nell’antichità come nel presente, raramente le donne muoiono per loro colpa».
